domenica 22 ottobre 2017

PARTECIPATA CONFERENZA SULLA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE ORGANIZZATA INSIEME DAL PARTITO COMUNISTA ITALIANO, DA RIFONDAZIONE COMUNISTA E DA SINISTRA PER URBINO.



La conferenza sulla Rivoluzione d’Ottobre si è svolta con un'ottima e attenta partecipazione di pubblico. Dopo una breve presentazione dei relatori da parte di Fernanda Mazzoli, ha parlato per primo Emiliano Alessandroni, dottore di Ricerca presso l’Università di Urbino, che ha evidenziato l’influenza della filosofia hegeliana nel pensiero e nella prassi di Lenin (oltre che di Gramsci), non soltanto per quanto riguarda il periodo preparatorio alla rivoluzione, ma anche nel momento rivoluzionario stesso e durante la successiva fase di costruzione del socialismo.
Di seguito ha relazionato Domenico Losurdo, prof. Emerito dell’Università di Urbino, che ha spiegato come la Rivoluzione d’Ottobre abbia influenzato le lotte dei popoli sottoposti al dominio coloniale per la loro indipendenza e per il loro sviluppo economico. Si è soffermato quindi sugli sforzi che il movimento comunista ha dovuto affrontare per difendere le conquiste della Rivoluzione, per elaborare teorie e metodi che salvaguardassero la propria indipendenza.
Lo sviluppo tecnologico ed economico, è stato spiegato, ha costituito un passaggio fondamentale non soltanto per fare uscire milioni di persone da una condizione di fame ed inedia permanente, ma anche per respingere gli innumerevoli tentativi da parte del colonialismo e dell’imperialismo di minare l’indipendenza e la sovranità dei popoli, riportandoli indietro all’antico stato di servitù.
Alla relazioni è seguito un interessante e vivace dibattito.

giovedì 19 ottobre 2017



                                                                ANCORA SUL GIOVEDI' NOTTE
Il riaccendersi delle polemiche sul giovedì notte a Urbino ,con relative denunce dei residenti sull'invivibilità di alcune zone del centro storico, durante tutta la settimana, a causa degli schiamazzi e della sporcizia segnano il definitivo fallimento delle politiche proibizionistiche dell'attuale Giunta, da subito denunciate da Sinistra per Urbino come inefficaci ed ipocrite.
Non siamo per nulla contenti di avere avuto ragione, perché la salvaguardia e la valorizzazione del centro storico costituiscono uno dei capisaldi del nostro programma e constatare quotidianamente il degrado di quest'area straordinaria ci preoccupa e ci rattrista, ben oltre ogni polemica politica.
Il punto, però, è che si è cercato di dare una soluzione semplicistica e repressiva ad un problema di notevole entità che concerne ormai molti centri storici italiani e non solo.
I sociologi urbani parlano di gentrificazione per indicare quegli interventi di riqualificazione dei quartieri centrali con conseguente aumento del prezzo degli immobili e inevitabile mutamento della composizione sociale: i ceti popolari, che abitavano tradizionalmente i centri storici, vengono allontanati verso le periferie disumanizzate e i vecchi quartieri ristrutturati divengono una sorta di enclave appannaggio di pochi ricchissimi, trincerati in appartamenti di lusso, di molti uffici e negozi dell'effimero (solitamente marchi internazionali) e di ritrovi per ogni gusto volti a soddisfare un bisogno di intrattenimento ampiamente sollecitato dalle mode del momento.
Probabilmente, Urbino non risponde interamente a questo modello all'opera in diverse , grandi città italiane, ma la tendenza in atto è la stessa, con una peculiarità tutta locale: la presenza massiccia, fra i residenti del centro, di universitari, di gran lunga eccedente rispetto a quella degli "autoctoni". Non si può dimenticare, quando si grida allo scandalo, che gli studenti rappresentano una fonte di reddito non indifferente per molti Urbinati che affittano loro appartamenti rimessi a posto alla bell'e meglio.
Non solo: pizzerie, pub, birrerie, bar e locali di ogni genere senza gli studenti vedrebbero il loro giro d'affari crollare miseramente: è per questo che non ci piaccciono l'ipocrisia e la malafede che si sono create attorno a questa questione. Molti ne hanno approfittato economicamente, altri hanno pensato di ritagliarsi un ruolo pubblico, come promotori di politiche giovanili ossequienti alle mode ( e agli interessi di una fetta di commercianti).
Anno dopo anno la situazione è divenuta insostenibile e la soluzione sempre più lontana e sempre più difficile trovare la necessaria mediazione tra sacrosanti diritti dei residenti al decoro delle vie in cui abitano e le esigenze dei giovani a disporre di luoghi di incontro e svago.
Siamo convinti che la riqualificazione autentica del centro passa per politiche di segno opposto alla gentrificazione e alla trasformazione dell'area in enclave turistica: occorre ricreare un tessuto sociale autentico, attirando in centro ( per esempio con facilitazioni all'acquisto della casa in sinergia con gli istituti bancari) giovani coppie.
Naturalmente, le problematiche legate al giovedì notte non spingono certo in questa direzione, anzi tendono verso la trasformazione del centro in un "divertimentificio" che ne sancisce la fine come nucleo vitale della città.
Pur nella consapevolezza che la questione ha implicazioni culturali molto forti, non risolvibili nell'immediato ( e che hanno a che vedere con le dinamiche della società di massa e del peso sempre crescente al suo interno dell'intrattenimento), alcune strade potrebbero essere percorse: oltre al rispetto effettivo dei regolamenti vigenti in materia di limiti all'inquinamento acustico, si potrebbero convertire spazi comunali ( per esempio nell'area del Consorzio) in luoghi di aggregazione giovanile cogestiti, secondo un patto di reciproca responsabilità, da ente locale ed associazioni studentesche . Pazienza se qualche locale smercia meno birre...
Sarà opportuno che la Giunta attivi quanto prima un tavolo di discussione con residenti, gestori dei locali, associazioni studentesche per arrivare a un qualche provvedimento concreto, se non vuole incorrere nella condanna subita di recente dal Comune di Brescia che si è visto comminare una salata multa di 50.000 euro in seguito alla denuncia di due cittadini esaperati per gli schiamazzi notturni nel loro quartiere. Nella sentenza, riportata dall'Eco di Bergamo, si legge che “ è innegabile che l'ente proprietario delle strade da cui provengono le immissioni denunciate debba provvedere ad adottare le misure idonee a farle cessare”. Non avendo l'ente ottemperato ai propri obblighi, il tribunale civile di Brescia lo ha condannato per “carenza di diligenza” nel “fare cessare le immissioni di rumore o a riportarle entro la soglia di tollerabilità”.

Ad Urbino basta gia' il debito contratto con la costruzione del Centro Commerciale di Santa Lucia....