mercoledì 30 gennaio 2019

SINISTRA PER URBINO – LEU ART.UNO MDP. Proibire per non offrire. L'ordinanza Gambini segno del declino amministrativo



SINISTRA PER URBINO – LEU ART.UNO M.D.P.

Proibire per non offrire.

L'ordinanza Gambini segno del declino amministrativo



Con la nuova ordinanza che stabilisce la chiusura dei locali e di ogni attività commerciale entro le 2 di notte il sindaco Gambini rivela ancora una volta la propria inadeguatezza amministrativa. Del tutto privo di una visione d'insieme, egli in piena campagna elettorale fa sfoggio di quella logica che lo ha caratterizzato: incentrata interamente sul divieto e la proibizione, mai sulla proposta.
Di fronte all'attrito di lunga data tra i bisogni degli studenti di avere spazi ricreativi a disposizione e le richieste dei residenti del centro storico di poter dormire sonni tranquilli (non interrotti dagli schiamazzi e dalle grida notturne) come si è comportato il nostro primo cittadino? Ha organizzato un tavolo di discussione in cui entrambe le parti potessero confrontarsi per cercare soluzioni comuni? No, ha preferito procedere secondo una tipica logica elettorale e leghista, che consiste nel compattare l'identità comunitaria dei residenti e incanalare l'astio verso l'elemento estraneo.
Non essendovi nel centro una massa di immigrati contro cui scagliarsi, l'elemento estraneo all'identità comunitaria è stato individuato nello studente. Naturalmente non votante, che se potesse votare avrebbe ricevuto da tempo tutt'altro trattamento.
Nessuna reale volontà, a dispetto delle parole, di risolvere il problema. Che cosa succederà infatti una volta chiusi i battenti secondo quanto previsto dalla nuova ordinanza? Si crede forse realmente che la fiumana di studenti uscita dai locali se ne andrà a dormire senza batter ciglio? Essa si riverserà piuttosto nelle piazze e nelle strade. Si intende allora militarizzare l'intero centro storico per impedire anche i raduni notturni? Ma quand'anche venissero cacciati dalle piazze (e ciò non è scontato che avvenga senza incidenti) la marea studentesca si riverserà nelle abitazioni private dove non cesseranno né musica né rumore. Manderà a quel punto il sindaco la polizia anche negli appartamenti? La logica di Gambini è la stessa di quella Lega con cui si presenterà alle prossime comunali. Un partito che non ha alcuna intenzione di risolvere i problemi di cui parla e che interpreta il motto "aiuta chi ha paura" come "amplifica la paura e fai in modo che essa vi sia sempre cosicché io possa fare sfoggio del mio aiuto".
Nel momento in cui lo studente non ha diritto di voto nelle elezioni comunali per questa giunta si riduce ad una nullità, o meglio ad una esclusiva fonte di denaro. Gambini vorrebbe che gli studenti pagassero soltanto l'affitto, spendessero e consumassero, ma che per il resto non esistessero; non reclamassero quindi diritti, spazi e tanto meno voce in capitolo. E a tutto questo clima di divieto e proibizione il sindaco ha dato il nome di "Rivoluzione culturale".
La vera "Rivoluzione culturale" sarebbe stata, in realtà, quella incentrata su una vasta gamma di
proposte da offrire ai giovani come alternativa alla loro persistenza nel centro storico fino a tarda notte. Questa gamma di proposte, invece, non v'è mai stata. Eppure lo sceriffo parla di Rivoluzione, solo perché nella sua ottica ha colpito i banditi. Ma noi che crediamo nei valori della modernità e non in quelli dei Cowboys, noi che crediamo occorra evitare di affrontare ogni problema con modi criminalizzanti e repressivi, ci domandiamo: quali sono esattamente le politiche culturali che la giunta Gambini ha promosso per quel mondo giovanile col cuore in subbuglio e carico di energie da spendere? Quali sono gli spazi alternativi e le iniziative che gli ha offerto (oltre al circo e alla cioccolata si intende)?
Qualche anno fa un gruppo di volenterosi ha tentato di portare una ventata di cambiamento dando vita all'Urbino Jazz Club. Il loro impegno ha fatto conoscere alla città artisti di fama internazionale e fatto assaggiare agli studenti un clima spirituale diverso. Ci si sarebbe aspettato, da parte dell'amministrazione, un sostegno duraturo. Ci si sarebbe aspettata una collaborazione continuata nel tempo che desse respiro alle iniziative. Ci si sarebbe aspettato un incentivo a sviluppare ulteriormente quanto iniziato, offrendo anche nuovi spazi (magari fuori dalle mura) in cui ospitare concerti e musica di qualità. Dopo i primi contributi, invece, sono presto seguiti l'abbandono e un certo disinteresse da parte dei vertici politici. Nessuna attenzione per le dinamiche gestionali di un'organizzazione che avrebbe riportato nella città un po' di linfa vitale. Al contrario, sotto la pressione della polizia questa organizzazione si è vista costretta a interrompere o limitare fortemente le iniziative in programma. Che essa prolifichi o muoia sembra non interessare al nostro primo cittadino, non certo più di quanto gli interessi mostrare il pugno di ferro contro gli schiamazzi della “marmaglia extracomunale”.
Confermiamo dunque che a questa amministrazione manca completamente una visione di lungo periodo. Siamo quantomai lontani da quell'esperienza governativa di Mascioli, De Carlo e Sichirollo che aveva reso grande questa città, perché aveva inserito le proprie politiche in una idea di futuro. Qui l'unico futuro a cui guarda Gambini sembra essere soltanto il proprio mandato elettorale, da conquistare a suon di promesse irrealizzate, anatemi ad effetto e bollori bellici che nulla a che vedere hanno con un progetto di città nel quale si cerchi di trasformare la varietà delle sue componenti in una fonte di nutrimento anziché di un conflitto su cui sperperare per ragioni propagandistiche.

Sinistra per Urbino
Leu Art.Uno Movimento Democratico Progressista

martedì 22 gennaio 2019

SINISTRA PER URBINO E ART.UNO M. DEMOCRATICO E PROGRESSISTA A FAVORE DELLA FERROVIA FANO – URBINO.



SINISTRA PER URBINO E ART.UNO M. DEMOCRATICO E PROGRESSISTA A FAVORE DELLA FERROVIA FANO – URBINO.
Sempre più numerose le voci che chiedono alla Regione e al Governo un impegno per la ferrovia. Ormai è consolidata la ferma posizione dei Consigli Comunali di Urbino, di Fermignano, dei comuni dell’entroterra,  e da ultimo di Fossombrone per il ripristino della ferrovia, per la salvaguardia dell’unitarietà del tracciato e della tratta ferrata, escludendo quindi ogni ipotesi di sostituirla con una gettata di cemento per una ciclabile, o di farne uno “spezzatino” con vendita di singoli lotti. Sinistra per Urbino (a cui aderiscono PCI e Rifondazione Comunista) e “Art.Uno Movimento Democratico e Progressista” (ex Leu)  si uniscono agli intenti di questi enti istituzionali, delle numerose associazioni ed enti di categorie ( da ultimo la Confcommercio ). A fronte di questo vasto coro di pareri favorevoli e pressioni, spicca l’immobilismo del governo Regionale che si trastulla sulle proposte di alcuni consiglieri del Pd intorno a ipotetiche ciclabili, insinuando la provocazione di asfaltare parti della tratta ferroviaria. I nostri gruppi poilitici, come tutti gli interlocutori di buon senso, ribadiscono che nulla hanno in contrario ad un ciclabile, - la razionalità suggerirebbe tracciati attraverso i piccoli centri o a fianco della vecchia Flaminia per evitare tutti gli ostacoli fisici, - ponti, gallerie,distanza dai binari per esigenze di sicurezza -  di una difficile ciclabile a fianco della ferrovia. Fate la ciclabile dove volet, ma non saccheggiate il sedime ferroviario. Ci opporremo con ogni mezzo a tentativi e inganni per divellere i binari, anche parzialmente, col pretesto di una fantasiosa ciclabile che rischia di finire ricoperta di sterpaglie e fango, e il cui ultimo fine appare ben lontano da quello sportivo e finalizzato invece a depredare l’entroterra delle sue risorse. In questo contesto sempre più contraddittoria appare la posizione del Pd, che anziché farsi interprete di una volontà universale che salvaguardi le aree economico – sociali più in difficoltà, l’entroterra, si divide in interessi miopi e particolaristici: così di fronte alle giuste posizioni a favore della ferrovia, come quella del Pd urbinate e di Londei, troviamo alcuni consiglieri regionali che, con il sindaco di Pesaro Ricci sognano una bella gettata di cemento sulla tratta, e il sindaco di Vallefoglia, Ucchielli, che gioca con mirabolanti e fantascientifici trenini che attraversano i centri della Valle del Foglia, con l’evidente risultato di creare confusione e distrarre dall’unico obiettivo perseguibile: la metropolitana leggera di superficie Fano - Urbino. In questo modo  il Pd diviso, rinuncia al ruolo di forza di governo dei territorio  e rischia così di consegnare la nostra provincia ad una destra, egemonizzata da una Lega aggressiva, rozza e violenta, che agita strumentalmente le esigenze popolari e che fa del razzismo il cemento per indirizzare il malcontento popolare per la crisi economica anziché sui partiti, Lega compresa, che hanno governato il Paese,  sui lavoratori e sulla parte più debole della popolazione per gestire il potere, insieme a chi ha realmente in mano il bastone di comando dell’economia.
La ferrovia Fano Urbino e la Fano - Grosseto, costituiscono infrastrutture fondamentali  per evitare che la nostra provincia sia tagliata fuori dai collegamenti con il centro Italia, visto che il rafforzamento della Ravenna – Orte e la Quadrilatero a Sud della nostra provincia, rischiano isolare i nostri territori. Ora la Legge n.128/17 approvata dal Parlamento, che istituisce per fini turistici il ripristino di 18 tratte ferroviarie dismesse (compresa la Fano – Urbino) e le dichiarazioni in ambienti governativi, a favore del traffico ferroviario locale, costituiscono spinte perchè le nostre comunità locali esigano che quanto scritto e detto si traduca in realtà. L’unità delle volontà politiche dell’entroterra è oggi un’esigenza irrinunciabile per raggiungere questo obiettivo, una metropolitana leggera di superficie, moderna e ambientalmente sostenibile che sappia collegare i vari centri dell’entroterra con la costa, diminuire un traffico stradale sempre più caotico, intenso,  inquinante, pericoloso, costoso e sempre parzialmente interrotto per le permanenti manutenzioni, che porti ad un rilancio dell’economia della provincia, sia dal punto di vista turistico che produttivo e commerciale. Esigiamo che quanto sancito dal Parlamento non resti soltanto una espressione di propaganda ma si traduca in realtà! Se non ora quando? 

venerdì 4 gennaio 2019

LETTERA APERTA AL SINDACO GAMBINI SUL DECRETO SICUREZZA










Nel nostro paese stiamo assistendo ad una presa di coscienza di numerosi amministratori locali, sindaci di importanti città appartenenti a diverse formazioni politiche, da Palermo a Napoli, a Firenze, a Milano, a Pescara, a Livorno, a Parma e ad altri centri minori che hanno deciso di sospendere l’applicazione delle parti del Decreto Sicurezza del governo Salvini – Di Maio, che sono in modo evidente discriminatorie nei confronti degli immigrati richiedenti asilo, e/o di attendere chiarimenti sulle parti più controverse. Questi aspetti, come sottolineato da eminenti giuristi, con la perdita del diritto alla residenza, comporterebbero il rischio della perdita di alcuni servizi fondamentali per garantire quei diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dell’Uomo e dalla nostra Costituzione, come il diritto all’istruzione per i minori, all’assistenza sanitaria, un tetto sotto cui ripararsi con la famiglia, il diritto ad un lavoro. L’espulsione dagli Sprar di centinaia di richiedenti asilo per motivi umanitari, comporterà  la perdita dei servizi di integrazione sociale per queste persone con la conseguenza di aumentare il numero dei clandestini, senza fissa dimora, in giro per le città o nelle baraccopoli sotto i ponti, preda del malaffare, della piccola e grande criminalità. Ecco perché il Decreto sicurezza provocherà  insicurezza  e l’aumento dei reati. Anziché rafforzare il servizio dell’accoglienza e dell’integrazione, lo si depotenzia, buttando in strada centinaia di persone senza un domicilio, un lavoro, senza assistenza. Difficilmente il Decreto supererà i ricorsi che si stanno approntando presso la Corte Costituzionale. Nel 2001 ad Urbino, alla presenza di eminenti autorità, fu presentata la Carta della Terra che riafferma e sancisce l’inviolabilità dei diritti fondamentali dell’uomo che il Decreto Sicurezza di Salvini oggi nega, e la Città di Urbino vi aderì, allora con la partecipazione del suo Sindaco.
Sinistra per Urbino, memore dei principi di civiltà, democrazia e accoglienza che ha sempre caratterizzato la convivenza della nostra città, chiede che anche il sindaco Gambini e la sua Giunta si uniscano ai Sindaci d’Italia che hanno deciso la sospensione di quelle parti del Decreto Salvini più discriminatorie nei confronti dei richiedenti asilo. Questa richiesta va ovviamente estesa anche a tutto il Consiglio Comunale,  alle sue componenti e ai sindaci della nostra provincia. Non vorremmo che Gambini si iscriva nella storia della nostra città come il sindaco che applicò le leggi discriminatorie razziste del ministro Salvini (il decreto sicurezza è stato definito “razzista” “criminogeno e disumano” dai sindaci di Napoli, De Magistris, e di Palermo, Orlando). La nostra città, che ha scritto pagine memorabili nella protezione dei cittadini di origine ebraica dalle leggi e persecuzioni razziali del fascismo e nella lotta partigiana, non lo meriterebbe..