mercoledì 3 novembre 2021

A CHI IL “PREMIO ATTILA”?

Altri maestosi alberi che costituiscono ornamento e svolgono la loro funzione ecologica, di ombreggiare e ossigenare le vie della città sono stati tagliati alla radice. Siamo alle solite. Come abbiamo più volte scritto questo sindaco si è caratterizzato per tagli diffusi in varie parti del centro urbano, con argomentazioni le più varie, senza che un solo taglio abbia visto una piantumazione di specie uguale o diversa nella stessa area o in una viciniore. 

La difesa ambientale è poco congeniale al sindaco, alla Giunta e alla Destra che li sostiene: e lo si è visto dall'incuria e non manutenzione del verde urbano, dalla proposta del Biodigestore a Canavaccio fortunatamente bocciata per la reazione dei residenti, dall'adesione al progetto della diga sul Candigliano, dalla totale passività per il ripristino della ferrovia Urbino-Fano, dall'incapacità ad affrontare il problema dei cinghiali che flagellano le coltivazioni anche di pregio, provocano rabbia e sconforto tra i nostri agricoltori, e pascolano fin sotto le abitazioni del centro, dalla gru che sovrasta S.Lucia e che tra poco festeggerà il decennale, dall'abbandono del Centro di Educazione Ambientale, dallo stato di degrado del Parco delle Vigne, senza addentrarci sulla condizione della rete idrica ridotta ad un colabrodo o sulla discarica di Cà Lucio e le politiche arretrate in materia di rifiuti, e si potrebbe continuare a lungo. 

Mentre i grandi della Terra si sono riuniti a Roma per affrontare il problema della riduzione dell'inquinamento e e si sono impegnati a piantare  mille miliardi di alberi, mentre è in corso a Glasgow la Cop 26,  mentre il Paese è alle prese con le gravi conseguenze dei cambiamenti climatici, mentre Urbino e la provincia sono state messe a dura prova dalla siccità estiva dovuta alle emissioni inquinanti, mentre Milano programma la piantumazione di tre milioni di alberi mangia-smog nell'area metropolitana, chi governa la nostra città, patrimonio dell'Unesco, si distingue non per alberare le nostre vie, dare ristoro a chi vive tra il cemento e l'asfalto, e contribuire così alla lotta all'inquinamento, ma per tagliare alberi urbani, beni primari per le nostre vite. 

L'inizio di questo anno era stato inaugurato con il taglio di un centenario platano in via Gramsci, poi si è continuato con i tagli a Cà Staccolo e con altri un po' dovunque. Ora è il turno di due maestosi platani in fondo a Viale Don Minzoni, prima della porta di S.Lucia, mentre sembra che altri tagli siano in procinto senza che si accenni minimamente alla loro sostituzione. E' questa la prova della vocazione ambientalista di questo sindaco? E' questa la traduzione pratica della transizione ecologica in città? Non stiamo qui a ripetere l'importanza vitale dell'albero per la sopravvivenza dell'umanità, e soprattutto l'importanza della sua presenza nei centri urbani, su cui ci siamo dilungato in precedenti interventi. Fin da piccoli, a scuola, ci insegnano a identificare l'albero con il simbolo della vita. Se Legambiente assegna ancora il premio Attila a chi si è distinto per il suo impegno antiecologista, Sinistra per Urbino e tutti coloro che hanno a cuore il verde e la natura saprebbero chi candidare per una sicura vittoria del Premio Attila 2021.

Urbino,03.11.21



giovedì 21 ottobre 2021

SINISTRA PER URBINO. CONTINUANO LE PERDITE DALLA RETE IDRICA

SINISTRA PER URBINO. CONTINUANO LE PERDITE DALLA RETE IDRICA

Mentre si continua a discettare sulla fantasiosa grande diga sul Candigliano, un obbrobrio architettonico paesaggistico e un grave danno per l'entroterra, la rete idrica cittadina continua a perdere centinaia di litri confermando la sua permeabilità come un colabrodo. Alcuni residenti di Mazzaferro ci segnalano che in via Sacco e Vanzetti, si è registrato di recente l'ennesimo buco nella rete idrica con ingente perdita di acqua buona, quella che entra nelle nostre case, che ha necessitato di un intervento dopo alcuni giorni di perdita dell'oro blu, nella stessa area che aveva subito altre rotture nei mesi precedenti. 

Quando si comincerà a mettere mano al rifacimento di una rete idrica nuova visto le ingenti perdite di quella attuale ? Invece di studiare fantasmagorici sbarramenti del Candigliano, perchè non si comincia a rifare le condutture cittadine, magari un pezzo alla volta per diminuire la percentuale di perdite provinciali di circa 1/3? Il sindaco, la giunta di destra che hanno subito sposato il progetto della diga senza ascoltare le popolazioni locali, sono consapevoli che se si andrà a costruire una diga con ingenti esborsi di capitali si continueranno a disperdere, ingenti quantità d'acqua potabile, (secondo il sito openpolis che riporta i dati Istat del 2015 la rete idrica urbinate perderebbe lungo il tragitto una percentuale impressionante), la stessa acqua accumulata con la diga, prima che arrivi ai rubinetti di casa? Continueremo ad utilizzare l'acqua pregiata del Monte Nerone per gli sciacquoni della provincia? Perché chi occupa poltrone e centri decisionali non prende in considerazione i numerosi suggerimenti e proposte alternative e meno costose, non impattanti, e a salvaguardia del territorio e dei suoi residenti, avanzate da Sinistra per Urbino e dalle associazioni ambientaliste ?  

Pulizia degli invasi esistenti, politiche per favorire l'uso di acqua di recupero di acque reflue grigie per usi non potabili (pensiamo all'estate, soprattutto sulla costa, a quanta acqua pura viene utilizzata per usi non igienico/alimentare), con la realizzazione in centri abitativi, commerciali e produttivi di rilevanti dimensioni di reti duali, con la creazione di piccoli invasi dove si registrano i maggiori disagi estivi, con la vigilanza contro le captazioni illegali e l'inquinamento delle acque nei corsi d'acqua, politiche per tecnologie innovative sostenibili nell'irrigazione in agricoltura, la coltivazione di specie agricole a ridotto consumo idrico, stop al consumo di suolo, ecc., fino ad interventi di desalinizzazione sui centri costieri, sono gli interventi proposti da anni dal mondo ambientalista. 

E il Pd urbinate? Che pensa della diga? Sarebbe auspicabile tradurre i buoni propositi in prese di posizione comuni con le tesi ambientaliste, dal tema della gestione dell'acqua a tutti gli altri, a cominciare dal ripristino della ferrovia Fano – Urbino.

L'acqua è un bene comune, è l'oro blu della contemporaneità, una risorsa che sarà sempre più rara e difficile da utilizzare. Bisogna uscire dalla logica dei consumi illimitati e degli sprechi, dalla logica del massimizzare il valore a breve termine per gli azionisti e la soddisfazione immediata del cliente consumatore. Come bene comune l'acqua deve tornare sotto la gestione pubblica, fuori dalle logiche di profitto, nel rispetto del risultato referendario ignorato e tradito da tutti gli attuali partiti parlamentari, dalla estrema destra al Pd e i suoi alleati.  Il risultato del referendum del 12 e 13 giugno 2012 con la vittoria dei promotori per l'acqua pubblica, risultato reso nullo dai partiti parlamentari, è tutt'oggi una grave ferita per uno Stato che si proclama democratico e dichiara di rispettare la volontà popolare: si continua ad ignorare il risultato del referendum, espressione della democrazia diretta e  dell'esercizio della sovranità popolare. 

SINISTRA PER URBINO




giovedì 14 ottobre 2021

SINISTRA PER URBINO A FIANCO DELLA CGIL CONTRO IL FASCISMO E I FASCISTI.

Sinistra per Urbino esprime la piena e totale solidarietà alla CGIL oggetto di un' aggressione fascista che ne ha devastato gli uffici della sede centrale di Roma. La presenza, la partecipazione, l'egemonia politica dei gruppi fascisti nella manifestazione di Roma esprimono senza alcun dubbio la matrice fascista delle aggressioni di Roma. Il fatto che nella manifestazione ci fossero singoli cittadini e anche antagonisti non toglie nulla alla matrice fascista della manifestazione. Anzi quelle persone che dichiarano di non c'entrare nulla con i fascisti (ma in realtà diverse di queste persone sono state viste nell'assalto alla sede della CGIL) dovrebbero sapere che nella Storia spesso i gruppi fascisti si sono serviti delle manifestazioni afasciste per contaminarle e per strumentalizzarle per i propri fini. 

Il carattere politico di una protesta non è determinato dalla composizione sociale dei partecipanti alle ribellioni e alle manifestazioni, come abbiamo imparato dalla Storia delle aggressioni che portarono alla Marcia su Roma, alle ribellioni del Boia chi Molla di Reggio, e anche a livello internazionale dalle tante manifestazioni violente contro i legittimi governi di democrazia popolare e per ultimo dall'assalto al Campidoglio di Washington. 

In Italia e in ogni parte del mondo la reazione e i fascisti agitano temi sociali per acquisire fiducia tra i lavoratori che privi di una guida politica di sinistra in difesa della propria classe, vengono strumentalizzati e trascinati per obiettivi e fini che sono contrari alle aspettative dei partecipanti ingenui. I fascisti agitano temi demagogici e  incutono timori sui vaccini mescolandoli ai temi della sanità pubblica, del lavoro, della sicurezza e li condiscono con la difesa della Libertà, ma in realtà vogliono il contrario, eredi del fascismo che soppresse ogni libertà, e alleati di quelle forze parlamentari di destra che hanno varato e sostengono leggi a favore della privatizzazione della sanità, contro i lavoratori, contro la salute e la sicurezza nei posti di lavoro, a favore della precarizzazione del lavoro, e che per mesi, in piena pandemia, hanno sostenuto di aprire tutto e tutti i posti di lavoro mettendo a rischio la vita dei lavoratori (difesa del profitto padronale a scapito della vita dei lavoratori). I partiti parlamentari di estrema destra (Lega e Fratelli d'Italia) hanno mostrato tante ambiguità nei confronti del fascismo e inquietanti contiguità di autorevoli dirigenti nei confronti dei gruppi fascisti che stanno strumentalizzando il malessere sociale e aggrediscono i simboli del lavoro. Chi conserva nel proprio simbolo l'insegna del MSI, partito erede del fascismo, fatica a dichiarare fascista l'aggressione di Roma. 

Sinistra per Urbino si batte contro il precariato e per aumenti salariali, per una sanità pubblica, e ritiene che in primo luogo bisogna salvaguardare la salute e la vita dei lavoratori, sconfiggendo la pandemia con l'arma della scienza, dei vaccini e della prevenzione, e garantendo le misure di sicurezza e intensificando i controlli nei posti di lavoro per impedire gli incidenti sul lavoro. Si deve vigilare per impedire la partecipazione di gruppi fascisti e parafascisti nelle manifestazioni legittime indette per esprimere il malessere sociale che devono richiedere stringenti misure di tutela della salute dei lavoratori, contro il Covid, contro gli incidenti sul lavoro, per l'occupazione e in difesa dei posti di lavoro. 

Urbino, 11.10.21 SINISTRA PER URBINO



Sinistra per Urbino: "No alla diga sul Candigliano, solidarietà con Dipende da Noi"

La siccità estiva determinata dai cambiamenti climatici, questa estate ha creato disagi e ha prodotto la proposta da parte di autorevoli esponenti del Pd della costa e dei vertici di MMS di costruire un nuovo grande invaso nell'entroterra per sbarrare le acque del Candigliano.

Sinistra per Urbino non crede che una nuova gigantesca opera possa essere utile al territorio dell'entroterra, anzi rischia di essere un pesante e grave danno ambientale. Ritiene invece che sia utile intervenire sulle perdite della rete idrica, (anche ad Urbino le strade di zone abitate sono disseminate di toppe, spesso una accanto all'altra, a testimonianza delle frequenti e numerose rotture, con ingenti perdite di acqua potabile), sulla pulizia degli invasi esistenti, con politiche per favorire l'uso di acqua di recupero per usi non potabili (pensiamo all'estate, soprattutto sulla costa, a quanta acqua pura viene utilizzata per usi non igienico/alimentare), con la realizzazione in centri abitativi, commerciali e produttivi di rilevanti dimensioni di reti duali, con la creazione di piccoli invasi dove si registrano i maggiori disagi estivi, con la vigilanza contro le captazioni illegali e l'inquinamento delle acque nei corsi d'acqua, con incentivi per politiche irrigue sostenibili in agricoltura - tecniche innovative, scelta delle specie da coltivare a ridotto consumo idrico, ecc. - fino ad interventi di desalinizzazione sui centri costieri.

Abbiamo sostenuto il referendum sull'acqua pubblica e non ne dimentichiamo l'eccezionale risultato, sebbene tutti i principali partiti di governo e di opposizione in Parlamento lo abbiano subito rimosso e ancora lo disattendono violando quei principi democratici costituzionali che esigono il rispetto della volontà popolare. Sinistra per Urbino è fermamente convinta che l'acqua è un bene comune sul quale vanno evitati sprechi e profitti privati.

L'opposizione alla diga sul Candigliano è l'occasione per riunire tutti gli ambientalisti della provincia, che negli ultimi tempi, purtroppo, si sono divisi su tante emergenze ambientali, dalla Ferrovia Fano - Urbino al Biodigestore di Talacchio, vanificando quell'unità e quella forza mobilitante che i temi ambientali richiedono.

Ci sorprende e ci indigna la notizia che il movimento politico "Dipende da noi" sia stato oggetto di minaccia di querela da parte di MarcheMultiServizi. Riteniamo che vada dato merito a "Dipende da noi" di aver posto l'attenzione sulle consistenti perdite di acqua potabile dalla pubblica rete idrica in un intervento contro la proposta della diga sul Candigliano. MMS è una società il cui presidente, Daniele Tagliolini, è un esponente del Pd, e auspichiamo che il confronto e anche lo scontro politico, possa essere garantito senza ricorrere ai tribunali e alla carta bollata. Una simile degenerazione avrebbe come conseguenza uno svilimento della dialettica politica e una ferita alla libertà di critica e di espressione con il coinvolgimento di esponenti di un partito che dice di voler difendere tali valori. Sinistra per Urbino esprime vicinanza e solidarietà a "Dipende da noi", di cui condivide l'opposizione alla proposta della diga e la critica per le ingenti perdite dalla rete idrica pubblica, e auspica il ritiro della minaccia.

Cosa pensa il PD di Urbino della gestione dell’acqua? Cosa pensa del comportamento di MMS? Sarebbe questa una prima occasione per dimostrare concretamente che ha riflettuto sugli errori del passato e intende farla finita con le politiche neoliberali e con il sostegno alle privatizzazioni per riportare alla buon’ora la barra a sinistra, come abbiamo chiesto nel nostro appello”.

Anche in questa occasione il sindaco di Urbino non si è lasciato perdere l'occasione per confermare la sua concezione del confronto politico, apprezzando la minaccia contro "Dipende da Noi". Non solo ma sostenendo la costruzione della diga, mostra poca attenzione agli interessi e alle esigenze delle popolazioni dell'entroterra. Un'altra occasione persa per favorire un confronto democratico e difendere le risorse naturali dell'entroterra.

27.09.21


ORDINANZA SULLA CHIUSURA DEI LOCALI: DEMAGOGICA E UN DANNO PER LA CITTAì

 

Comunicato di Sinistra per Urbino


L’ordinanza del Sindaco che dispone la chiusura dei locali alla mezzanotte dei giorni di giovedì, venerdì e sabato, oltre a non risolvere i problemi di ordine pubblico per i quali sarebbero sufficienti più controlli, danneggia l’economia cittadina e suggerisce all’esterno l’immagine di una città in preda al disordine e alla violenza. Un modo di procedere, quello del Sindaco, che non si è preoccupato di ascoltare preventivamente le associazioni di categoria, le forze politiche di opposizione e le organizzazioni degli studenti.

Sinistra per Urbino respinge una decisione inutile e demagogica, che sottende un’idea di ordine calato dall’alto, un cavallo di battaglia della destra più becera e impresentabile con cui Gambini va a braccetto e di cui ricerca l’appoggio politico per le ormai prossime scadenze elettorali.

Ribadisce che il problema nel rapporto con gli studenti non possa essere collocato solo sul piano dell’ordine pubblico, ma sulla collaborazione e la condivisione, fermo restando che i pochi di coloro che compiono gesti punti dal codice penale siano senz’altro perseguiti.

Fa appello alle forze politiche e alle rappresentanze economiche cittadine affinché l’ordinanza sia sospesa e si trovino modalità diverse e più ragionevoli.

sabato 18 settembre 2021

SINISTRA PER URBINO: PER COSTRUIRE UNA COALIZIONE PROGRESSISTA E DEMOCRATICA CONTRO UNA DESTRA AGGRESSIVA E ARROGANTE


Le prossime elezioni per il Comune di Urbino si terranno dunque con la legge elettorale dei piccoli Comuni. Il declino della città, manifestatosi già con la precedente amministrazione è proseguito infatti in maniera accelerata con l’ancor più scellerata amministrazione Gambini e si è tradotto in un irrecuperabile calo demografico. Eletto come esponente degli interessi economici prevalenti del circondario - i quali hanno pensato di “fare da sé” e prendersi la città, spodestando i vecchi partiti usati sino a quel momento come tram -, alla fine della fiera Gambini ha ridotto Urbino a un noioso borgo di provincia che vive di economia parassitaria e dal quale i giovani e le famiglie sono costretti a fuggire. La sua Giunta si è distinta soltanto per qualche asfaltatura preelettorale di alcune strade (che è già qualcosa ma del tutto insufficiente) e per il fumo negli occhi gettato da un personaggio televisivo dal gusto discutibile, usato come paravento mediatico.

Lo scenario ora cambia. Con la nuova legge elettorale, integralmente maggioritaria e a un turno secco, chi prende anche un solo voto in più vince e si porta dietro 2/3 del Consiglio comunale. E’ chiaro, a questo punto, che non si presenteranno i singoli partiti ma ci sarà una forte spinta alla formazione di due sole liste civiche: due grandi contenitori che cercheranno di accontentare tutti e di candidare persone capaci di raccogliere voti.

In queste condizioni, si capisce che ogni singolo voto avrà un peso molto maggiore che in passato: ogni voto guadagnato sarà importante, ogni voto perso potrebbe essere decisivo.
Sinistra per Urbino è consapevole di questo scenario e intende fare di tutto per scongiurare una nuova vittoria delle destre, che per la città sarebbe il colpo di grazia. I voti da recuperare sono moltissimi e l’unità di uno schieramento democratico e progressista sarà indispensabile per non cedere la città a chi nel centrodestra rappresenterà probabilmente gli eredi dei fascisti e sarà comunque interprete di una politica reazionaria sia sui temi economico-sociali che su quelli
culturali e legati ai diritti.

Proprio per questo, riteniamo necessario e urgente aprire sin d’ora una discussione pubblica e confrontarci con le forze politiche del centrosinistra. Per capire in tempo utile cosa queste forze pensino del declino della città, della sua genesi e di come contrastarlo, per capire in sostanza se esiste o può essere costruita una proposta che ridefinisca il modello di sviluppo locale in grado di rilanciare Urbino.


Il PD e il centrosinistra hanno riflettuto sulle sconfitte o sono ancora legati alle politiche liberiste, che hanno voluto a tutti i costi nel passato grandi opere inutili (come S. Lucia) destinate a gravare ancora a lungo sul bilancio comunale? Cosa pensano del ripristino della ferrovia, ovvero di una viabilità sostenibile ed efficiente che colleghi la città alla costa e ai principali centri della Provincia e delle regioni confinanti? Cosa pensano di politiche finalizzate all'eliminazione degli sprechi idrici, per l'acqua pubblica, per ridurre i conferimenti dei rifiuti in discarica e aumentarne invece il riciclo, per favorire la pedonalizzazione del centro storico eliminando il caos delle auto, moralizzando e verificando i troppi permessi concessi spesso per favoritismo, gestendo e riducendo in modo razionale l'ingresso di camion e mezzi che portano merci attraverso la realizzazione di un centro di smistamento lontano dal centro? Quando si potranno vedere ciclabili e camminamenti in sicurezza? Il rapporto con gli studenti lo si continuerà a intendere in modo strumentale, consumistico e monetario senza offrire loro spazi autogestiti, iniziative culturali e ricreative apprezzabili? E i rapporti con l’Università? Potrà mai l’Università, da monocoltura che è adesso, diventare volano di diversificazione funzionale dell’economia locale? Ci si impegnerà a calmierare il mercato degli affitti e a combattere l'abusivismo in nero? E si rilancerà una programmazione culturale permanente, di alto livello, che coinvolga il tessuto associazionistico della città chiudendo per sempre la deleteria era-Sgarbi? Il PD e il centrosinistra che cosa propongono per fermare il declino della sanità urbinate che anno dopo anno sembra sempre più inarrestabile? Che cosa pensano delle frazioni, ridotte a dormitori, isolate e prive dei servizi minimi che hanno subito in modo amplificato la decadenza della città? E di Ponte Armellina? A quando il sempre promesso e mai cominciato risanamento? Infine, ma non per ultimo, quali politiche si pensa di adottare per accogliere e favorire il processo immigratorio, senza discriminazioni, unico fattore attualmente in grado di rilanciare l'economia e il numero dei residenti? 

Non è presto per confrontarsi su questi argomenti. Così come non è presto cominciare a individuare fin dalle prossime settimane una figura in grado di garantire una discontinuità con il passato (considerato che i vecchi dinosauri hanno ormai fatto il loro tempo) e di guidare in maniera ragionevole una coalizione che, pur comprendendo posizioni politiche fra loro anche distanti, potrà essere particolarmente operativa nella realizzazione di preziosi obiettivi comuni. È necessario individuare esponenti politici nuovi, all'altezza di un rilancio della città. 

Sinistra per Urbino ha rappresentato in questi anni una piccola trincea di resistenza. Con tanti limiti e fra numerose difficoltà, abbiamo conservato la nostra autonomia e garantito la presenza anche simbolica di una sinistra sociale che, rifiutando ogni forma di subalternità al PD, ha cercato di rappresentare le istanze, i bisogni e i valori del mondo del lavoro, della multiculturalità e dell'ambientalismo. 

Noi adesso siamo disponibili a far convergere queste nostre forze, che potrebbero essere decisive, se esisteranno le condizioni programmatiche. In caso contrario, presenteremo senza troppi indugi la nostra lista come nelle ultime due tornate elettorali. Se vogliamo liberare la città, ponendo fine all’era Gambini e alla sua triste decadenza, è necessario cominciare a ragionare ed è necessario farlo presto, perché non accetteremo nessun fatto compiuto e nessun percorso che fin dal principio non sia stato apertamente condiviso. 

14 settembre 2021




giovedì 16 settembre 2021

SINISTRA PER URBINO: UNA VIA PER GINO STRADA

 Il ritiro delle truppe  di Usa e  Nato dall'Afghanistan, avvenuto in modo sconcertante e disastroso, tale da farlo apparire più come una fuga sotto l'incalzare dell'avanzata dei Talebani che di un ritiro, conferma il giudizio che Sinistra per Urbino ha sempre sostenuto: l'esportazione della democrazia di tipo liberale con la scusa dei diritti umani, tramite bombardamenti e eserciti di occupazione, si rivela un disastro ed è un’arma di propaganda per interessi geostrategici (l’accerchiamento di Cina e Russia) e per la spoliazione di risorse naturali da parte di una una politica predatoria e imperialista.

L'occupazione militare di quel paese ha causato instabilità, lutti e distruzioni tra la popolazione civile, (241 mila le vittime, dato approssimato per difetto), 5 milioni di profughi, aumento della corruzione, senza apportare ai 38 milioni di afghani miglioramenti significativi sul piano sociale e dei diritti umani. Agli Usa la guerra è costata 2000 miliardi di dollari, all'Italia 8,7 miliardi di euro, cifre che se impiegate per usi civili anziché in armamenti e strumenti di distruzione, avrebbero fatto uscire il paese dalla fame e dalla povertà, con le conseguenti ripercussioni positive sul piano dei diritti civili. 

Auspichiamo che a nessuno venga in mente una nuova guerra e con l’aiuto della politica e della diplomazia nel Paese si costituisca presto un governo autorevole, capace di godere del consenso della popolazione, che porti innanzitutto la pace in questo martoriato paese sconvolto da decenni di guerra, che sappia garantire la convivenza pacifica all'interno e con i paesi vicini, sradicando le cellule terroristiche, che sappia avviare la ricostruzione del paese garantendo i diritti civili e il progresso sociale.

Per quanto riguarda l'Italia, speriamo che la lezione afghana serva da lezione – anche al PD e ai suoi alleati, che hanno condiviso questa ideologia coloniale e hanno sostenuto tutte le guerre degli ultimi decenni unitamente alle destre - per capire che seguire in modo servile gli Usa nelle loro avventure militari e nella loro ricerca di dominio del mondo si traduce in perdita di risorse umane ed economiche e del prestigio del nostro Paese che «rifiuta la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo per la risoluzione delle controversie internazionali», art.11 della nostra Costituzione. Si è dimostrato anche in questo tragico epilogo che la Nato non è un'alleanza tra Stati, ma uno strumento con cui gli Usa utilizzano e dispongono degli altri partner per le proprie strategie ed interessi.

La fuga dall'Afghanistan ha coinciso con l'incommensurabile perdita di Gino Strada impegnato contro la guerra e per curare i feriti che l'occupazione di quello e di altri paesi aveva portato: il fondatore di Emergency ha dedicato tutta la sua vita a garantire un soccorso sanitario e umanitario alle popolazioni martoriate da guerre e povertà provocate dal perpetuarsi delle politiche aggressive e coloniali.  

Sinistra per Urbino invita il Consiglio Comunale a dedicare a questa nobile figura il nome di una via cittadina, per sancire l'adesione all'art.11 della nostra Costituzione e ribadire lo spirito di Pace che anima la nostra comunità.

Invitiamo le persone di sinistra presenti in Consiglio a farsi portavoce di questa nostra proposta e invitiamo tutti i cittadini e le cittadine che vogliono la pace e vogliono ricordare Gino Strada a sostenerla.


Urbino,28.8.2021                 

martedì 22 giugno 2021

MA URBINO E' UNA CITTA' PER GIOVANI?

Sembra proprio che questa amministrazione ce la metta tutta per fare apparire la nostra Urbino come una città non adatta per le giovani generazioni. La volontà dell'amministrazione di posizionare la nuova palestra dell'Istituto d'Arte - Liceo Artistico lontano dall'edificio scolastico, nel quartiere "La Piantata" è un'altra scelta verticistica contraria agli interessi del quartiere, adottata senza nemmeno un confronto con residenti. Che l'Istituto abbia bisogno di una palestra, è cosa scontata, ma ci sembra una decisione superficiale e dannosa posizionarla nello spazio verde del quartiere sottraendo un'area attrezzata per lo sport di bambini e giovani. Ma ormai la politica della Giunta si muove con scelte spesso sconcertanti. Si precisa che sarà una soluzione temporanea, ma si sa che molto spesso le misure temporanee diventano permanenti. Così anziché favorire, incrementare e curare gli spazi attrezzati dove bambini e giovani possano trovare quei momenti di gioco, socialità, sport sottratti per oltre un anno dalla pandemia, l'amministrazione vuol privare un importante quartiere della città di tali spazi con ulteriore consumo di suolo. La soluzione più logica e semplice sarebbe situarla a fianco dell'Istituto, anche per completare l'edificio di De Carlo in modo che i ragazzi non debbano percorrere centinaia di metri a piedi per le lezioni di scienze motorie, esposti alla variabilità del clima. E invece no. Sembra che  l'amministrazione proceda senza raziocinio. Non pretendiamo che una amministrazione di destra dia un'impronta governista a favore dei ceti popolari, dei lavoratori e dei giovani, ma che almeno adoperi il comune buon senso. D'altra parte sono i numeri che lo richiedono, con la città al di sotto dei 14mila abitanti, con un generale invecchiamento dei residenti, con i giovani  - tanti cervelli ed elevate qualificazioni professionali e culturali -,  costretti a fare le valigie per trovare un posto di lavoro lontano da casa. Infatti i pochi posti ancora disponibili sono spesso appannaggio di lotte, sgomitate e accordi tra lobby clientelari, a cui i giovani cercano di sottrarsi per non soggiacere per poche centinaia di euro a umiliazioni, ricatti e alle doverose manifestazioni di gratitudine al potente di turno,. Corruzione, clientelismo, familismo, degrado socio – culturale sono il risultato delle politiche liberali – liberiste dei partiti di destra e di centrosinistra che pontificano ogni giorno di merito e libera concorrenza. Contro queste piaghe sociali si impegna Sinistra per Urbino. Sarebbero quindi necessarie tutt'altre politiche. Il sindaco Gambini vinse le elezioni con la promessa di arrestare il declino della città, allora sul crinale dei 15mila abitanti. Ora siamo abbondantemente sotto i 14 mila e quell'esodo che Gambini e il suo alleato Mechelli avevano promesso di fermare, ha manifestato un incremento e una brusca accelerazione aggravando il declino economico-sociale della città.

Sottrarre spazi verdi e aree attrezzate per giovani e bambini, non è il giusto segnale per incoraggiare i giovani e le giovani coppie a restare. Consumo di suolo, aree verdi sottratte per il cemento e l'asfalto, abbandono e incuria delle aree attrezzate per giovani e bambini, non sono le politiche a favore delle nuove generazioni. Ma questa è la gestione dell'amministrazione. Ci auguriamo che l'intervento della Provincia e soprattutto la reazione dei residenti del quartiere, come è successo a Canavaccio, possano scongiurare questo nuovo danno alla città. Così dopo il tentativo di impiantare il biodigestore a Canavaccio, il via vai di camion per sovraccaricare la discarica di Cà Lucio, la chiusura del Centro di Educazione Ambientale della Casa delle Vigne, la mancanza di una reale isola pedonale nel centro storico, ora la privazione di aree verdi attrezzate nel quartiere "la Piantata", e la pista di atterraggio per elicotteri con il corredo di un generalizzato taglio di alberi a Cà Staccolo, saranno le nuove perle con cui  questa Amministrazione di Destra passerà alla Storia di questa Città?

20.6.21 



domenica 16 maggio 2021

A FIANCO DEL POPOLO PALESTINESE

Sinistra per Urbino esprime solidarietà al popolo palestinese, ancora una volta vittima della colonizzazione e del regime di apartheid voluto dalla destra al governo di Israele. Esprimiamo anche sdegno per le manipolazioni dell’informazione, schierata unilateralmente in favore degli aggressori e impegnata a minimizzare le sofferenze delle vittime. Nemmeno l’assassinio di 14 bambini è riuscito a rompere il muro di omertà e menzogna dei giornali e delle tv.

Al tempo stesso, dobbiamo amaramente constatare quanto fosse vero quanto avevamo detto in occasione delle celebrazioni del 25 aprile a Urbino. La storia non insegna nulla, tanto che anche molte delle forze quel giorno presenti, invece di sostenere la legittima resistenza dei palestinesi, si schierano dalla parte dei carnefici o si nascondono dietro una ipocrita equidistanza.

Se nulla di diverso ci si poteva aspettare dal partito di Renzi, pronto in ogni momento a saltare il fosso, disgusta in particolare l’immagine del segretario del PD Enrico Letta, che su un palco dal quale sventola la bandiera israeliana applaude oscenamente le parole di Salvini e della destra più razzista.

I partigiani che hanno liberato il nostro paese, traditi anche in questa circostanza, non avrebbero avuto dubbi e si sarebbero schierati senza se e senza ma dalla parte del più debole e dell’aggredito e  cioè dei palestinesi.

Invitiamo la sinistra che conserva un minimo di dignità a manifestare con noi oggi pomeriggio a Pesaro e nei prossimi giorni anche a Urbino.

Urbino 16.5.2021




mercoledì 12 maggio 2021

I CINGHIALI SONO ARRIVATI IN CITTA'. LE PROPOSTE DI SINISTRA PER URBINO

I cinghiali sono arrivati in Città, ad  Urbino come in  tante altri grandi e piccoli centri da Nord a Sud, razzolano nella prima periferia, causando preoccupazione e disagio nei residenti che temono ciò che c’è da aspettarsi: collisioni pericolose con veicoli, piccole e grandi devastazioni di orti e giardini, anche potenziali aggressioni di scrofe allarmate per la sicurezza dei loro piccoli. Tutte ipotesi realistiche a ben vedere. 

Da quando i cinghiali sono stati inseriti nel nostro territorio, oltre vent’anni fa, a farne le spese (letteralmente) sono stati in primo luogo gli agricoltori e i residenti fuori le mura. Con la pandemia, approfittando di una maggior libertà di movimento e della tranquillità causata dalle misure anti-covid, che ha costretto tutti ad una vita molto ritirata, hanno avuto via libera e ne hanno approfittato per appropriarsi di spazi limitrofi alle abitazioni.

Dunque occorre fare qualcosa, ma quali sono gli interventi possibili e quelli irrinunciabili? Sgombriamo il campo da equivoci, innanzitutto ci sarebbero moltissimi elementi di polemica sulla mancanza di gestione del fenomeno fino ad oggi, che è alla fonte del problema e che è scaduto in grave trascuratezza, con risvolti da Far West, dove la canna del fucile conta più del ragionamento e del rispetto della legalità. 

Ci interessa entrare nel dibattito per avere seguito in questi vent’anni tutti gli sviluppi del fenomeno e averne dovuto assorbire l’urto nella gestione agricola. Qualcuno la chiamerebbe resilienza ma  si traduce “ fregatura”, in termini di impossibilità di coltivare la maggior parte delle colture pregiate di legumi, girasole, cereali biologici, che possono subire danni talvolta di molto superiori ai costi di coltivazione. Con il risultato ulteriore di spingere l’agricoltore alla rinuncia e alla rabbia, che sfociano spesso  in disperazione. Inoltre fatta la domanda per danni, non potrà che attendere per anni le infinite diatribe interne all’Ambito Territoriale  di Caccia, sperando  di venire liquidato prima o poi, oppure mai. 

Comunque veniamo alle misure di contenimento possibili ed auspicabili. Bisogna utilizzare i recinti di cattura per i gruppi di cinghiali vicino alle case senza lasciarne nessuno, altrimenti quelli rimasti torneranno a riprodursi nella stessa zona. Bisogna diminuire drasticamente il numero di cinghiali nelle campagne limitrofe, allargando la stagione di caccia  e introducendo una liberalizzazione delle forme di abbattimento limitatamente a questa specie. Bisogna estendere il controllo alle zone parco: qui si fa prezioso il ricorso al recinto di cattura come metodo; in rete è pieno di esempi su come utilizzare questo strumento che consente di catturare animali vivi per poi decidere la loro destinazione con il non trascurabile vantaggio di poter analizzare lo stato di salute dell’animale e prevenire l’eventuale diffusione di malattie di cui è portatore. 

A questo riguardo, si potrebbe mutare il problema in una risorsa dando l’opportunità a cooperative di giovani che possano finanziarsi con frutti della commercializzazione delle carni, che a  loro volta sul mercato avrebbero l’indiscutibile vantaggio di una provenienza sicura e del controllo veterinario. Insomma occorre mettersi all’ opera immediatamente, sapendo che sarà necessario un lavoro di lunga durata e che l’unica certezza è che il problema è difficile da risolvere e che non c’è spazio per strumentalizzazioni di parte, ma solo un approccio basato sulle esperienze praticate altrove e sulla evidenza scientifica può essere la chiave per la sua risoluzione

10.5.21

Cinghiali, le proposte di Sinistra per Urbino, "non c'è spazio per le strumentalizzazioni" (vivereurbino.it)



lunedì 10 maggio 2021

IL PD E LE RESPONSABILITA' PER LO STOP ALLA CICLOVIA.

 Apprendiamo con soddisfazione che la Regione ha giustamente posto fine a tutti quei giochetti sulla ciclabile sopra il tracciato della ferrovia. Il Pd attribuisce la responsabilità della perdita del finanziamento cui il progetto era legato alla Regione, in realtà la responsabilità è la propria e viene così allo scoperto il maldestro tentativo di affossare il ripristino della ferrovia. Il progetto sbagliato nelle finalità e nella sostanza – con la ciclabile si sarebbero affossati definitivamente i binari, l'impegno e la speranza del ripristino della ferrovia,  - presentava anche macroscopici errori tecnici. E' così sembrato che proponenti abbiano prestato più cura nel cercare di far morire il progetto di ripristino del treno rispetto al prestare attenzione al percorso della ciclovia.  Invece di ostinarsi nel disegno di asfaltare i binari, sarebbe stato più utile proporre un percorso alternativo vicino o meno alla strada ferrata, senza interferire su di essa. Invece per disegni che a prima vista sembrano oscuri e miopi, ma probabilmente per interessi sostanziosi che si possono supporre, si è continuato a perorare il disegno dell'affossamento della ferrovia, e si è finito per affossarlo con la magra figura dei proponenti. Ecco cosa porta a perseguire interessi corporativi di parte e di piccoli gruppi di potere. Una volta che vengono smascherati si rimane con un pugno di mosche in mano. A rimetterci per questa linea perdente  è ora tutta la collettività e con essa anche gli appassionati della bicicletta che sono sì interessati alla ciclabile, ma non hanno mai mostrato astio nei confronti della ferrovia e avrebbero volentieri fatto a meno di questa diatriba insulsa e sciocca che ora rischia di creare danni di sostanza e di immagine. Un partito popolare deve interpretare e perseguire gli interessi di tutto il territorio e di tutta la collettività, compreso l'entroterra privato di infrastrutture senza emarginarlo, e non creare antagonismi fittizi e irrazionali, cercando il facile e demagogico consenso di gruppi o categorie. Chi si è sempre battuto per il ripristino della ferrovia e Sinistra per Urbino con gli amici dell AFVM, hanno sempre sostenuto che treno e bicicletta sono complementari per una mobilità ecologica e sostenibile, e hanno sempre auspicato la loro convivenza e integrazione. Ma ciò non poteva avvenire a scapito della ferrovia. Se il Pd non cambia in fretta linea e dirigenti – quegli stessi che su questi temi lo hanno portato alla clamorosa sconfitta delle regionali e in numerose realtà locali – rischia nuove catastrofiche sconfitte alle prossime elezioni e di accentuare quel fossato di delusioni, incomprensioni e frustrazioni con gli elettori dell'entroterra che chiedono interventi pubblici per la viabilità (a cominciare dalla ferrovia) e una sanità territoriale con presidi sanitari, riesame della chiusura degli ospedali ceduti ai privati, potenziamento del nosocomio di Urbino.

l'annuncio sulla stampa locale della chiusura della ferrovia il 31 gennaio 1987


https://www.vivereurbino.it/2021/05/10/fano-urbino-il-pd-e-le-responsabilit-per-lo-stop-alla-ciclovia/956105/


mercoledì 28 aprile 2021

Il 25 Aprile è e deve rimanere una festa divisiva

 Le commemorazioni si riducono troppo spesso a uno semplice sfogo di retorica. Quante volte abbiamo sentito esponenti di questa o quella forza politica battersi il petto in maniera appassionata per la Resistenza, mentre contemporaneamente facevano cose che della Resistenza contraddicevano totalmente lo spirito?

Quante volte è stato celebrato in piazza il 25 Aprile, quasi a pulirsi la coscienza e a voler lucrare sull’appartenenza a una storia politica gloriosa, mentre nello stesso tempo al governo del paese o delle amministrazioni locali si approvavano norme e disposizioni che toglievano diritti ai lavoratori, che smantellavano il Welfare, che privatizzavano la Sanità, che umiliavano la scuola; oppure mentre si governava con la destra, come avviene anche adesso; o – peggio ancora – quando si dava sostegno alle infinite e tragiche guerre con cui la Nato e gli Stati Uniti hanno portato dolore devastazione ai popoli di mezzo mondo?

In tutti questi casi, più che di omaggi al sacrificio dei partigiani, i quali si sono battuti per la liberazione del paese ma anche per una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sull’uguaglianza e per un mondo di pace, si è trattato di vere e proprie manifestazioni di ipocrisia.

C’è un unico modo politicamente produttivo per omaggiare adeguatamente quel momento storico e per non cadere nel vizio nazionale della retorica, in realtà: ricordare che il 25 Aprile è e deve rimanere una festa divisiva. Altro che pacificazione della memoria, come da sempre pretendono i nostalgici del fascismo e come a suo tempo è stato detto anche da qualcuno a sinistra! Per fortuna la memoria del Paese è divisa, perché altrimenti si confonderebbero ragioni e torti.

Ma c’è anche un altro modo, non meno importante, per essere fedeli allo spirito della Resistenza: essere consapevoli che la memoria non serve a niente se non aiuta a cogliere nel presente l’orrore del passato.

E’ necessario allora ricordare che il fascismo non è stato soltanto generica prepotenza o violenza, ma è stato in primo luogo il braccio armato di manganello e olio di ricino al servizio del grande capitale: al servizio dei padroni delle industrie e del latifondo, i quali intendevano impedire in ogni modo l’avanzata dei lavoratori. Così come il fascismo è stato, in misura non minore, una tendenza il cui razzismo strutturale nasceva da un preciso progetto imperialistico di colonizzazione: le leggi razziali, sì; ma prima ancora i gas all’iprite e lo sterminio in Africa orientale, a cui seguiranno l’aggressione dell’Albania e quella della Grecia, per non parlare degli orrendi crimini commessi dagli italiani nei territori jugoslavi.

E’ necessario ricordare, allora, che la Resistenza e la lotta di liberazione sono vive soltanto se proseguono anche oggi. Se proseguono nella difesa senza ambiguità del Welfare, del salario e dei diritti del lavoro subordinato contro tutti i padroni. E se proseguono al contempo nella solidarietà verso i popoli oppressi che lottano contro una nuova ondata di ricolonizzazione del mondo, alla quale l’Occidente lega la persistenza del proprio dominio: nella lotta dei palestinesi per la loro terra e per avere una patria, dunque, come nella lotta di Cuba contro l’embargo e nella lotta di tutto mondo ex coloniale per uno sviluppo moderno.

Se proseguono, insomma, nella lotta contro ogni guerra e oppressione, ma anche nella lotta contro ogni forma di esclusione: contro lo sfruttamento dei migranti, contro la discriminazione di etnia, classe, orientamento sessuale. Se si incarnano, perciò, nell’idea di una comune umanità.



RISPOSTA AL SINDACO SULLA PIAZZA DEL 25 APRILE




Il sindaco Gambini anzichè felicitarsi con i giovani delle Sardine che hanno organizzato insieme all'Anpi una importante e partecipata manifestazione del 25 Aprile in Piazza della Repubblica, osservando rigorosamente le norme anti Covid, li attacca e protesta perchè l’invito non è stato rivolto a tutti i partiti. Ma se avessero voluto avrebbero potuto parteciparvi aderendo alla iniziativa promossa dalle Sardine e dall‘Anpi. É così che funziona. Quanto a lui, voleva  il red carpet ? Tiene così tanto alla memoria  della Resistenza che dopo anni non ha ancora fatto  restaurare  i cippi  partigiani delle Vigne. 

La manifestazione aveva un evidente significato e valore simbolico, riunire tutte le forze politiche e associazioni culturali che si riconoscono nei valori della Costituzione e dell'Antifascismo, nel giorno in cui si celebra l'anniversario della Liberazione dell' Italia dall'occupante nazista e  dai fascisti che appoggiarono e sostennero quella occupazione macchiandosi di atroci violenze. 

Si voleva rimarcare che il 25 Aprile si celebra la vittoria di coloro che stavano dalla parte della ragione, della giustizia, della libertà, della democrazia, della solidarietà fra i popoli –  i partigiani e tutti coloro che  manifestarono l'opposizione al fascismo – distinguendo chi stava dalla parte giusta da coloro che invece si schierarono con i nazisti e i servi collaborazionisti di Salò, in una guerra disastrosa di oppressione e di stragi nei confronti di altri popoli  aggrediti, dalla Grecia all’Albania, dalla Jugoslavia all’URSS. 

Queste guerre e aggressioni sono costate all’Italia 500 mila morti.  Come del resto ha detto il Presidente del Consiglio, Draghi,  in occasione delle celebrazioni, il 25 Aprile ci fu un confine molto netto tra chi scelse il nazifascismo e chi vi si oppose, e quel confine non deve essere valicato nel nome di "revisionismi riduttivi e fuorvianti", riferendosi a coloro che tendono a mettere sullo stesso piano le ragioni di antifascisti e fascisti, in nome di una ipocrita  "memoria condivisa".

Quindi appare fuori luogo il rammarico del Sindaco. Perchè gli organizzatori avrebbero dovuto invitare chi il 25 Aprile se ne sta a casa ad irridere i manifestanti in piazza e paragona le piazze antifasciste alla dittatura sanitaria per il Covid, o vuol evidenziare strumentalmente i ristoranti vuoti e le piazze piene? Perchè avrebbero dovuto invitare ad una festa di solidarietà tra i popoli come il 25 Aprile, quelle forze politiche e i loro alleati che  non perdono occasione per scatenato odio e rancore nei confronti degli immigrati, gli zingari, e le persone dal diverso colore della pelle, per aver incitato ad un atteggiamento di ripulsa nei confronti degli omosessuali? 

Pandemia o meno, queste forze non solo non hanno mai partecipato alle celebrazioni del 25 Aprile, ma hanno accolto nelle loro iniziative quelle forze politiche ed esponenti che non nascondano simpatie nè verso il fascismo, nè verso il razzismo. Anzi non sono mancati gli episodi di celebrazione per i caduti fascisti e l’esibizione di simboli del ventennio. Bene hanno fatto dunque i giovani ad organizzare una bella e partecipata  manifestazione, senza escludere nessuno ad eccezione di quanti nutrono simpatie, vicinanze politiche e alleanze nei confronti di quelle forze che, come ha detto il Presidente Draghi, non hanno manifestato una netta cesura verso quelle idee  politiche che hanno causato tanti dolori e lutti all'Italia.

lunedì 19 aprile 2021

Intenso dibattito e proposte bizzarre sulla riapertura della ferrovia.

Mentre il Pd urbinate tace misteriosamente sull'argomento il Pd della costa non sa darsi pace che la Regione abbia sposato la causa del ripristino difendendolo da ogni minaccia, che dietro gli intenti più nobili, in realtà miri a sabotarne la realizzazione. Il Pd della costa non interpreta gli interessi di tutto il territorio provinciale, ma di gruppi di potere ed elite privilegiate condannando l'entroterra e la nostra città ad un inesorabile e nemmeno lento declino. Così dopo la giravolta del sindaco di Fermignano, che tempo fa aveva fatto votare in Consiglio una mozione a favore, abbiamo le proposte bizzarre di fare il tracciato della ferrovia accanto alla superstrada oppure di convocare i comizi elettorali per sottoporre i cittadini in piena pandemia ad un referendum se vogliono la ciclabile o la ferrovia. Sono stranezze da pandemia. Invece di proporre la ciclabile accanto alla superstrada, che ogni persona di buon senso farebbe, perchè dall'altra parte abbiamo un tracciato già pronto, con una linea che ha bisogno solo di essere rinnovata e rimessa a lucido, si pretende di smantellare gli attuali binari per farci “l'indispensabile” ciclabile, proprio dove corrono i binari. E' palese che la proposta mira a bocciare il ripristino della ferrovia col pretesto di rimandarlo alle calende greche. Ci auguriamo che la Giunta Regionale, con il cui colore politico Sinistra per Urbino non ha nulla da spartire, si mantenga ferma nel proposito del ripristino della ferrovia respingendo questi insulsi tentativi di vanificarlo.

Non diversa la proposta del referendum. Appare alquanto sospetto che coloro che prima avevano in mano la Regione, con giunta piddina, non abbiano mai cavalcato la proposta della consultazione popolare, e ora si facciano interpreti della democrazia diretta perchè la nuova Giunta ha un opposto orientamento sulla ferrovia. Contrari e avversari della ferrovia, fatevene una ragione! I cittadini marchigiani hanno votato a settembre sulle proposte dei partiti e tra queste proposte oltre ai temi della sanità e delle infrastrutture, c'era anche quello del ripristino della ferrovia. Gli elettori si sono già espressi proprio di recente. Con questo Sinistra per Urbino non è affatto contraria al ricorso alla consultazione diretta, ma se il ricorso referendario tocca la ferrovia, non si capisce perchè non si possano chiamare gli elettori anche per altri temi controversi e indigesti agli attuali proponenti, dal Biodigestore di Talacchio, alla politica dei rifiuti in Provincia, alla discarica di Cà Lucio, di cui i cittadini di Urbino e Montesoffio chiedono la chiusura, e via proseguendo. Se si vuol ricorrere al referendum lo si faccia anche per quei temi che gli attuali proponenti contro la ferrovia mal digeriscono per i noti contrasti con i cittadini. Coloro che osteggiano la ferrovia ricorrono agli strumenti più inverosimili per bloccare o rallentarne il progetto di ripristino, anche a quegli strumenti populistici che hanno sempre rimproverato a chi governa ora la Regione. Ma mentre chi si mobilita per la ciclabile vuole la soppressione della ferrovia, al contrario chi è per la ferrovia sostiene anche la ciclabile in una visione della mobilità sostenibile, ma non a scapito del treno. Su questo tema la Regione ha assunto un atteggiamento corretto e ragionevole: procedere per il ripristino della ferrovia e studiare un percorso della ciclabile che non impedisca il percorso del treno. Una scelta che ci sentiamo di condividere perchè bicicletta e treno sono nati per convivere e valorizzarsi insieme con il territorio circostante, non per una sciocca e irrazionale diatriba e lotta fratricida che che rischia di danneggiare tutti.

urbino, 16.4.21.

 


martedì 13 aprile 2021

Ancora tagli di alberi e scempi ambientali: quanto lontane sono le parole dell' enciclica “Laudato si” !!

Sinistra per Urbino, avendo ricevuto molteplici segnalazioni in merito al taglio degli alberi in prossimità del nuovo santuario, esprime solidarietà ai residenti  della zona di Cà Staccolo e orrore sia per l’eliminazione delle piante, tutte ben in salute e di età considerevole, attuato dalla Giunta Comunale senza preavviso e con  il dubbio scopo di allargare la sede stradale e aumentare la visibilità di una costruzione assai discutibile per le sue fattezze, estranee alla forma di chiesa  classica e totalmente avulse al luogo e alla Città. 

Ci chiediamo se fosse davvero necessario arrivare a tanto, dopo aver lavorato alacremente nell’ ultimo anno di pandemia, per ultimare i lavori senza troppi occhi addosso, con il confinamento sociale che ci ha impedito la normale vita e spostamenti e giungere alla inaugurazione di una faraonica struttura indirizzata al profitto derivante dai proventi del turismo di culto. Un mega parcheggio, una grande colata d’asfalto che somiglia tanto ad una pista da go kart. Come troppo di frequente ci accade rimaniamo basiti dalla leggerezza che si adotta nel governo di una città tutelata dall’UNESCO nel concedere autorizzazioni che confliggono con i principi fondamentali del rispetto del Paesaggio, dando mano libera a progettisti  al servizio di un potentato politico ed economico. 

Non crediamo che basti essere Chiesa per superare quei vincoli e restrizioni che un cittadino di  qualsiasi città o comune si troverebbe ad affrontare per operazioni di modestissimo calibro, confrontate a questa. Ci dicono che sarà anche costruito un eliporto a pochi metri da lì, a ridosso del quartiere Piantata: ubicazione alquanto discutibile, sia perché si tratta di zona densamente popolata ,dove il trambusto degli elicotteri sarebbe un disagio e perché il pericolo di un eventuale incidente ricadrebbe sulle abitazioni e sulle persone. 


Che si trovi una sistemazione diversa per l’eliporto e si ponga rimedio allo scempio di alberi, con nuove piantumazioni, con la stessa solerzia con la quale si è procurato un danno al patrimonio pubblico. Non stupisce che, con queste modalità di amministrazione, in molti abbiano deciso di fuggire da Urbino, esprimendo così - nella maniera più inequivocabile - la loro sfiducia verso una giunta disastrosa che sta accompagnando la città verso il proprio definitivo declino.

Urbino,10.4.2021

"Tagli degli alberi e scempi ambientali, quanto sono lontane le parole della Laudato si'" - Il Metauro

Ancora tagli di alberi e scempi ambientali, Sinistra per Urbino: "Quanto lontane sono le parole della enciclica Laudato si" (vivereurbino.it)



venerdì 5 marzo 2021

LA CORSA AI FONDI EUROPEI E LA SALVAGUARDIA AMBIENTALE.

 La prospettiva di alcune centinaia di milioni da assegnare alla Regione Marche dal Recovery Plan ha messo in moto gli appetiti speculativi di coloro che usano le proprie vicinanze politiche per procurarsi ingenti profitti.

Così stiamo assistendo ad un tourbillon di proposte. C'è chi vuole un grande invaso da 14 milioni di metri cubi, da farsi, ovvio, nell'entroterra per placare la sete soprattutto della costa nel periodo estivo e turistico. Il costo da preventivo si aggira sui 150 milioni di euro, che poi avrà il suo fisiologico aumento in corso d'opera. Nessun cenno invece a politiche di lotta agli sprechi, a interventi per ridurre le perdite della nostra rete di distribuzione, oltre il 30%, per pulire gli invasi esistenti, per sanzionare gli sversamenti o le captazioni incontrollate, per prendersi cura dei corsi d'acqua, o per incentivare l'uso differenziato dell'acqua nelle residenze private, per vasche e cisterne d'acqua per uso non alimentare. Su tutto rimane il vulnus della volontà popolare del referendum del 2011 che ha sancito l'acqua pubblica e la sua erogazione senza profitti privati. Risultato referendario tradito e disatteso dal Pd e dalla Destra i cui esponenti pontificano tutte le sere sui media di democrazia, rispetto della volontà popolare, diritti umani, principi validi a corrente alternata, non quando coinvolgono gli interessi del sistema liberista.  

Poi c'è chi si inventa una metropolitana leggera circolare che colleghi Urbino-  Fano – Pesaro – ValleFoglia. Nessuno è contrario che si moltiplichino i tratti ferroviari, ma oggi la priorità è riattivare il tratto Fano-Urbino, per la cui opera si frappongono non poche resistenze da parte del Pd della costa: quello stesso partito di cui è uno dei leader proprio chi chiede la metropolitana circolare, in realtà non vuole nemmeno riattivare un solo km del percorso ferroviario esistente. Se qualcuno del Pd vuol fare una cosa utile, cerchi di convincere  nel suo partito coloro che si oppongono o stanno sabotando la Fano – Urbino, che ha già i binari, un tracciato, un suo sedime senza bisogno di ulteriori passi giuridico-burocratici. Una volta attivato questo tratto, saremo al suo fianco per completare l'anello circolare. Ma ora, come prima tappa, sia lui a mettersi a fianco di chi si batte da anni per il suo ripristino immediato, senza proporre altro dall'effetto fuorviante. 

Pure il sindaco di Urbino, interviene forse preoccupato di lasciare scarse tracce di sé dopo i due mandati. In un incontro con il sindaco di Pesaro propone una nuova strada per Pesaro. Sinistra per Urbino non è contro collegamenti veloci con la costa, ma ci poniamo il problema delle priorità. Tutti sanno che nuove strade  e più asfalto richiamano nuovi mezzi di trasporto privati, con tutto ciò che può comportare in materia di inquinamento e produzione di polveri sottili. Ora se c'è una cosa che questa pandemia ci ha insegnato è quella di prestare maggior attenzione nel preservare l'ambiente riducendo l'inquinamento e il consumo di suolo.  Quindi  bisogna prima concentrarsi  sulla Ferrovia Fano – Urbino, un'opera che consentirà di ridurre inquinamento, costi, tempi, stress nei collegamenti con la costa. Favorire i mezzi di trasporto pubblici e collettivi, ridurre l'inquinamento e il consumo di suolo: queste sono le sfide dello sviluppo sostenibile in tempi di pandemia. 

Gli incentivi europei fanno gola a molti. Ecco allora il proliferare di addirittura 5 progetti di biodigestori per la nostra Regione, per un trattamento totale di 429 mila tonnellate di rifiuti organici, quando la Regione Marche ne esporta per lo smaltimento in altre Regioni circa 71 mila. La gestione privatistica dei rifiuti e la ricerca di profitti attingendo ai corposi incentivi rischiano così di rendere la nostra Regione la pattumiera del centro Italia. I fondi europei  - sempre soldi dei lavoratori e dei contribuenti - sono condizionati a finanziare progetti per ridurre l'inquinamento da fonti fossili;  siano, quindi,  impiegati bene, per progetti di salvaguardia ambientale e in primo luogo per la metropolitana leggera Fano - Urbino, si eviti invece la realizzazione di progetti che possano arrecare danni all'ambiente dell'entroterra, accentuando lo sfruttamento e la colonizzazione dei suoi territori.

1 marzo 2021




giovedì 18 febbraio 2021

SINISTRA PER URBINO. A FIANCO DEI COMITATI PER UN AUTENTICO AMBIENTALISMO

 




Il nostro territorio si è finora caratterizzato per la presenza di gruppi di cittadini che muovendo da obiettivi concreti e difesa del territorio sono gli unici che fanno politica tra la gente riscuotendo ampi consensi.  Tra  questi possiamo segnalare il Comitato di Cà Lucio e i cittadini che sono ricorsi per via giudiziaria contro la Provincia e MarcheMultiServizi per esigere la chiusura della discarica di Cà Lucio, il Comitato di Canavaccio che si è opposto con successo al Biodigestore che il Sindaco voleva imporre alla frazione, il Comitato Diversamente di Talacchio e Vallefoglia che si batte con l'ampio consenso dei cittadini contro il Biodigestore di MMS, l'Associazione Ferrovia Valmetauro che da anni si impegna per il ripristino della ferrovia Fano - Urbino. Sono esempi di impegno, abnegazione, sacrificio personale, che semplici cittadini non esitano a mettere in campo per il benessere non solo proprio ma di tutta la collettività, per la salvaguardia e la salubrità dei territori. Spesso si sentono dire “ma chi te la fa fare”, vengono attaccati, derisi  e blanditi dal potere, ma sono un grande esempio di come la collettività dovrebbe difendere i territori. Possono incontrare delle battute d'arresto, come la sentenza del Consiglio di Stato a favore di chi ha deciso di scaricare a Cà Lucio rifiuti provenienti da ogni dove, ma in realtà “le battaglie non si perdono, si vincono sempre”. Il Comitato ha osato sfidare un potere potente che riuniva Pd (Provincia) e destra (sindaco e Giunta di Urbino), alleato di un potentato economico (MMS è una delle imprese con i più alti profitti tra le imprese della Regione). Davide contro Golia. E sebbene questa sentenza abbia segnato un punto a favore di Golia, il coraggio espresso dai cittadini del Comitato costituisce un esempio per tutti. Hanno dimostrato che a questi poteri ci si può opporre, e nonostante la sentenza avversa, stanno vincendo sul piano politico: si sono ribellati ad atti ritenuti una prepotenza, hanno gridato i loro diritti calpestati, hanno messo in difficoltà il potere, lo hanno costretto prendere in considerazione le istanze dei residenti, a temerne i controlli in mancanza o carenza di quelli istituzionali. 

Questi sono esempi di vero ambientalismo che hanno sostituito il vecchio ambientalismo in crisi e piegato da compromessi con i poteri che ne hanno inficiato l'identità, che l'hanno allontanato dai principi fondativi, dalle esigenze dei cittadini che spesso l' accusano di subire  pressioni dal potere politico ed economico. Cosa rimane di ambientalismo per chi si affianca all'attuale potere politico ed economico che vuol imporre ai cittadini di Vallefoglia il Biodigestore nonostante l'opposizione di oltre 5000 residenti? 

Come può definirsi ambientalista chi si schiera contro la ferrovia Fano – Urbino e chiede la ciclabile sul sedime ferroviario, condannando l'entroterra all'isolamento, al degrado sociale e sposando così l'uso dei carburanti fossili per i mezzi di trasporto di merci e persone tra costa ed entroterra? Costoro sono espressione di una sorta di effimero ambientalismo aristocratico, consumistico per i ceti benestanti della costa, che vede l'entroterra come luogo  per le gite fuori porta di domenica, per godersi l'aria pulita e le bellezze naturalistiche e architettoniche, magari in bicicletta, senza curarsi della desertificazione sociale che queste politiche provocano e delle condizioni di vita dei residenti. 

Il fatto che lo stesso territorio venga colonizzato e sacrificato con la privazione di infrastrutture essenziali, e ridotto a siti per la raccolta e il trattamento dei rifiuti prodotti da altri (soprattutto dalla costa) e trasportati da un intenso traffico di automezzi, diventa l'espressione di questo atteggiamento elitario di disprezzo. 

Chi è sinceramente ambientalista si schiera a fianco del Comitato di Cà Lucio per la chiusura della discarica e impedirne l'accumulo straordinario di rifiuti anche da fuori provincia, a fianco del Comitato Diversamente di Vallefoglia che si oppone a un Biodigestore che per le sue dimensioni attirerà rifiuti anche da fuori Regione alla sola ricerca di profitti, a fianco dell'A.F.V.M. per il ripristino della ferrovia, per  una moderna ed ecologica metropolitana di superficie, fondamentale per fermare la spoliazione dell'entroterra. 

Sinistra per Urbino si augura che l'ambientalismo storico abbia un sussulto di dignità riscoprendo i propri valori identitari, e faccia proprie queste istanze schierandosi a fianco dei cittadini che da anni gridano e protestano per difendere i loro diritti alla salute e alla vita nei loro territori. Per quanto riguarda le forze politiche sia il Pd che la Destra hanno finora dimostrato che sono più attenti a garantire i poteri economici e  disattendere le vacue promesse elettorali che essere vicini ai cittadini dell'entroterra. 

domenica 14 febbraio 2021

AVANTI PER IL RIPRISTINO DELLA FERROVIA. NO A PRETESTI ED ESPEDIENTI.

 La visita del Presidente della Commissione Trasporti Coltorti e del sen. Fede membro della stessa Commissione, entrambi del Movimento 5stelle,  e l'incontro con il Presidente della Regione Acquaroli, durante il quale si è parlato di viabilità, infrastrutture e anche della ferrovia Fano – Urbino, hanno rafforzato le speranza che qualcosa possa muoversi per la fattibilità di questa arteria, fondamentale per la vita dell'entroterra. Tuttavia ancora una volta stupisce l'ostinazione di chi continua ad insistere sulla ciclabile a 1 metro dai binari, il pretesto per opporsi in altro modo al ripristino della ferrovia. Egoismo e arroganza miopi  e controproducenti, perchè anche i residenti della costa sono interessati alla vivibilità dell'entroterra per avere scambi veloci e non avere conseguenze per migrazioni massive sui centri costieri. Attualmente, per tutto l'entroterra, la priorità è il ripristino della ferrovia, l'unico strumento che può consentire scambi veloci e sicuri con la costa di persone e merci, senza inquinare, riducendo gli intasamenti stradali e le continue spese per i rifacimenti del manto stradale. Poi nessuno è contrario che possa svilupparsi una rete di ciclabili; anzi ben vengano ma non a scapito della ferrovia, come i ferventi partigiani della ciclabile a fianco dei binari auspicano. Nessun ente o regolamento ferroviario consentiranno mai una ciclabile che corra a fianco della ferrovia, e questa ostinazione costituisce un espediente di coloro che in realtà si oppongono al ripristino per sostituire la tratta dei binari con la ciclabile; non è un caso che sono sempre gli stessi, prima esprimendosi palesamente contro e ora agitando la ciclabile accanto ai binari per continuare nella loro lotta di opposizione. Oggi chi si batte testardamente per la ciclabile a fianco dei binari lo fa perchè contrario al ripristino della ferrovia.  Non si comprendono le ragioni di autorevoli esponenti del Pd della costa nell' alimentare questa ostinazione. Sinistra per Urbino chiede che il Pd di Urbino e dell'entroterra intervenga pubblicamente sull'argomento e ponga il tema della ferrovia come discriminante nei rapporti interpartito. Il Pd dell'entroterra ha pagato un alto prezzo in termini di consenso per seguire una politica di subordinazione alle miopi scelte del Pd della costa sui temi della ferrovia, della sanità, delle infrastrutture, dell'ambiente e per politiche che hanno causato un lento e progressivo declino economico e sociale. Il silenzio, altrimenti, potrebbe apparire  complice di coloro che gridano e lavorano per sabotare i piccoli ma importanti passi che invece si stanno compiendo  per merito innanzitutto dell'AFVM e poi di tutti coloro che da tanti anni si stanno battendo per il ripristino della ferrovia, compresa Sinistra per Urbino. 

Sempre all'interno del Pd alcuni personaggi con visibilità mediatica hanno scoperto da ultimo la ferrovia, ma su un percorso ex novo di collegamento con Vallefoglia. Ora nessuno vuol togliere nulla a Vallefoglia, un centro produttivo di fondamentale importanza della nostra provincia, e non sarà sicuramente Sinistra per Urbino ad opporsi alla linea ferroviaria per Vallefoglia. Ma vorremmo far riflettere i loro proponenti: è già difficile procedere per il ripristino della Fano Urbino, dove esistono  binari e un sedime ferroviario già predisposti, a maggior ragione pensare ad un tratto ferroviario ex novo con un nuovo percorso, progettazioni, espropri ecc. Quindi, perchè non appaia anche questa, un'arma di distrazione di massa, per creare confusione e distogliere l'attenzione dall'obiettivo principale, tutte le forze che hanno a cuore l'avvenire del nostro entroterra si concentrino per il ripristino della ferrovia Fano – Urbino, che potrà costituire  la base per poi proseguire con altri percorsi. Qualsiasi altra proposta o invenzione rischia altrimenti di portare acqua al campo avverso. Si apra un tavolo di collaborazione tra tutte le forze, maggioranza e opposizione, si lavori unitariamente per trovare le risorse necessarie, anche ricorrendo ai fondi europei del Next Generation EU, si esca dall'annosa  passività e colpevole inazione da parte della Giunta Comunale di Urbino e dell'intero Consiglio. Soltanto attivandosi, unendo forze e risorse si potrà ritornare a vedere il treno sferragliare nelle nostre valli.   





SINISTRA PER URBINO. NUOVO ANNO NUOVO TAGLIO. LA POCA PROPENSIONE ALLA DIFESA AMBIENTALE DELLA GIUNTA.

 Il nuovo anno è  iniziato con il taglio di un nuovo albero, un centenario platano dalla maestosa chioma, in via Gramsci, vicino alla sede degli ambulatori medici, e all'Isef. L'albero viene sempre dipinto come simbolo della vita, e in effetti ci fornisce ossigeno tramite l'azione clorofilliana, partecipa al ciclo dell'acqua, impedisce l'erosione dei terreni, offre cibo e riparo per i volatili,  mitiga la calura estiva, ha sempre svolto e svolge un'importante funzione di arredo e ornamento urbano, tanto che un importante architetto e urbanista, Stefano Boeri, - a cui la giunta prima aveva affidato un importante incarico per la città per poi provvedere alla sua revoca con motivazioni misteriose -  integrando verde, biodiversità e abitazioni ha avuto grande notorietà in Italia, in Europa e in Cina. A parole tutti parlano a difesa del verde e dell'albero, ma nei fatti la città ha visto una sensibile diminuzione degli alberi in città. Eppure anche la traumatica vicenda della pandemia ha rafforzato nell'opinione pubblica l'esigenza di difendere l'ambiente naturalistico e il verde. Ora non vogliamo entrare nelle motivazioni che hanno indotto la Giunta a tagliare questo secolare e ornamentale albero, né siamo per difendere ogni singolo albero e condannare ogni singolo taglio in città, sebbene la cosa ci provochi dispiacere. Si può facilmente rimarcare, tuttavia, come questa Giunta, insieme alla precedente, si sia caratterizzata per una scarsa vocazione ambientalista, con continui tagli di alberi,  col consumo di suolo spesso per piazzole, parcheggi e parcheggini, con il tentativo di imporre il biodigestore a Canavaccio contro la volontà dei residenti, per l'indifferenza nei confronti delle rimostranze dei residenti che soffrono per la discarica di Cà Lucio, per la vicenda enigmatica con chiusura del Cea-Casa delle Vigne, ecc. La destra con l'ambientalismo ha sempre avuto una reazione allergica e questa  Giunta non lo smentisce. Se un singolo albero va tagliato perchè può costituire un pericolo per l'incolumità pubblica, non saremo certamente noi a sostenere il contrario. Ma se in un posto si taglia un albero, perchè malato o pericolante, se ne può piantare uno nuovo o nello stesso posto o vicino o lungo un'altra strada cittadina. Invece in questi anni abbiamo assistito al taglio continuativo di alberi lungo le strade e le vie della città, senza che venissero rimpiazzati con piantumazioni di varietà simili o diverse che potessero ben adattarsi con l'ambiente urbano. Inoltre questa Giunta non ha curato per nulla il verde urbano: pensiamo all'esempio tipico del Parco delle Vigne, il biglietto da visita della città, abbandonato a sé stesso, addirittura mezzo bruciacchiato dopo l'incendio di questa estate, senza un minimo di manutenzione straordinaria né tantomeno ordinaria. La città ha bisogno degli alberi e la loro lenta ma progressiva scomparsa costituisce un grave danno e una ferita per essa. La città vive in simbiosi con il verde. Urbino,09.01.21