mercoledì 3 novembre 2021

A CHI IL “PREMIO ATTILA”?

Altri maestosi alberi che costituiscono ornamento e svolgono la loro funzione ecologica, di ombreggiare e ossigenare le vie della città sono stati tagliati alla radice. Siamo alle solite. Come abbiamo più volte scritto questo sindaco si è caratterizzato per tagli diffusi in varie parti del centro urbano, con argomentazioni le più varie, senza che un solo taglio abbia visto una piantumazione di specie uguale o diversa nella stessa area o in una viciniore. 

La difesa ambientale è poco congeniale al sindaco, alla Giunta e alla Destra che li sostiene: e lo si è visto dall'incuria e non manutenzione del verde urbano, dalla proposta del Biodigestore a Canavaccio fortunatamente bocciata per la reazione dei residenti, dall'adesione al progetto della diga sul Candigliano, dalla totale passività per il ripristino della ferrovia Urbino-Fano, dall'incapacità ad affrontare il problema dei cinghiali che flagellano le coltivazioni anche di pregio, provocano rabbia e sconforto tra i nostri agricoltori, e pascolano fin sotto le abitazioni del centro, dalla gru che sovrasta S.Lucia e che tra poco festeggerà il decennale, dall'abbandono del Centro di Educazione Ambientale, dallo stato di degrado del Parco delle Vigne, senza addentrarci sulla condizione della rete idrica ridotta ad un colabrodo o sulla discarica di Cà Lucio e le politiche arretrate in materia di rifiuti, e si potrebbe continuare a lungo. 

Mentre i grandi della Terra si sono riuniti a Roma per affrontare il problema della riduzione dell'inquinamento e e si sono impegnati a piantare  mille miliardi di alberi, mentre è in corso a Glasgow la Cop 26,  mentre il Paese è alle prese con le gravi conseguenze dei cambiamenti climatici, mentre Urbino e la provincia sono state messe a dura prova dalla siccità estiva dovuta alle emissioni inquinanti, mentre Milano programma la piantumazione di tre milioni di alberi mangia-smog nell'area metropolitana, chi governa la nostra città, patrimonio dell'Unesco, si distingue non per alberare le nostre vie, dare ristoro a chi vive tra il cemento e l'asfalto, e contribuire così alla lotta all'inquinamento, ma per tagliare alberi urbani, beni primari per le nostre vite. 

L'inizio di questo anno era stato inaugurato con il taglio di un centenario platano in via Gramsci, poi si è continuato con i tagli a Cà Staccolo e con altri un po' dovunque. Ora è il turno di due maestosi platani in fondo a Viale Don Minzoni, prima della porta di S.Lucia, mentre sembra che altri tagli siano in procinto senza che si accenni minimamente alla loro sostituzione. E' questa la prova della vocazione ambientalista di questo sindaco? E' questa la traduzione pratica della transizione ecologica in città? Non stiamo qui a ripetere l'importanza vitale dell'albero per la sopravvivenza dell'umanità, e soprattutto l'importanza della sua presenza nei centri urbani, su cui ci siamo dilungato in precedenti interventi. Fin da piccoli, a scuola, ci insegnano a identificare l'albero con il simbolo della vita. Se Legambiente assegna ancora il premio Attila a chi si è distinto per il suo impegno antiecologista, Sinistra per Urbino e tutti coloro che hanno a cuore il verde e la natura saprebbero chi candidare per una sicura vittoria del Premio Attila 2021.

Urbino,03.11.21