domenica 10 dicembre 2023

I DATI IMPIETOSI DI CNA CONFERMANO IL DRAMMA DI URBINO: PER FERMARE LE POLITICHE DEL DECLINO DELLA DESTRA UNIAMO TUTTE LE FORZE DEMOCRATICHE

I dati pubblicati qualche giorno fa da CNA confermano i risultati di altri studi già noti e descrivono i contorni di una situazione drammatica: per andamento demografico, indice di vecchiaia e ricambio della popolazione, debolezza della struttura economica e prevalenza della rendita, Urbino si trova sull’orlo del baratro.  Spopolamento e crisi economica sono problemi comuni ormai a molte realtà dell’entroterra ma a Urbino questi problemi si presentano in forme più gravi che altrove, a dimostrazione che le politiche delle destre peggiorano la situazione e che - come ripeteremo ogni giorno d'ora in avanti - ogni minuto che passa con la Giunta Gambini nelle stanze del Comune è un ulteriore colpo di piccone sul futuro della nostra città.  La splendida realtà che traboccava di vitalità e gioventù e invogliava gli studenti a rimanere e farsi cittadini non esiste più, sostituita da un grigio borgo chiuso in se stesso e geloso del proprio isolamento. E se questa tendenza non verrà invertita al più presto, da qui a pochi anni la città scenderà sotto i 10.000 abitanti e sarà popolata quasi esclusivamente da anziani.  E’ anche per questa ragione che le prossime elezioni saranno cruciali per la sopravvivenza stessa della città.  Vogliamo rassegnarci al declino e rinunciare a immaginare il futuro in cambio del rattoppo delle buche di qualche strada e della retorica provinciale di un “nuovo Rinascimento” che non è mai iniziato?  È ancora possibile sfuggire al declino e invertire la tendenza. È ancora possibile immaginare un modello di sviluppo alternativo che modernizzi la città e la vivifichi a partire dalla centralità dei servizi pubblici, i quali vanno sottratti alla gestione privatistica di gruppi di potere di fronte ai quali i cittadini hanno tutto da perdere (la vicenda Riceci e il comportamento di Marche Multiservizi insegna) e rispetto ai quali il Comune deve recuperare un ruolo determinante. Ma anche a partire dalle immense potenzialità ancora inespresse nel campo della cultura e della formazione, dalla scuola all'Università, e delle loro ricadute in termini di creazione di lavoro per i giovani (che devono avere il diritto di poter rimanere), di innovazione d'impresa e di capitale cognitivo ma anche di coscienza civica.  Il declino non è un destino. Uniamo le forze democratiche della città, liberiamo Urbino e proiettiamola nel futuro, facendone un centro di ricerca avanzata e un palcoscenico tecnologico permanente di iniziative e creatività e rendendola in tal modo più bella, più viva, più inclusiva e accogliente.

Sinistra per Urbino sostiene e partecipa alla coalizione delle forze democratiche per arrestare il progressivo ma veloce declino a cui le politiche della Giunta di destra ci stanno trascinando e per  dare  futuro e speranza alla nostra città.  

Sinistra per Urbino 8.12.23

https://www.nonsoloflaminia.it/index.php/2023/12/11/sinistra-per-urbino-i-dati-impietosi-di-cna-conferma-il-dramma-di-urbino-per-fermare-le-politiche-del-declino-della-destra-uniamo-tutte-le-forze-democratiche/

https://www.vivereurbino.it/2023/12/11/i-dati-della-cna-confermano-il-dramma-di-urbino-per-fermare-il-declino-uniamo-le-forze-democratiche/222565/

dal Resto del Carlino del 10.12.23




lunedì 4 dicembre 2023

BASTA CHIACCHIERE, ORA SI FACCIA RIPARTIRE IL TRENO


 Sinistra per Urbino che si è sempre battuta per il ripristino della Fano-Urbino utilizzando l'attuale tracciato, è certamente felice che la stazione di Urbino riceva l'ambizioso premio Eurofer in quanto considerata ad "alta valenza storica, turistica, ambientale e archeologica". Tuttavia la manifestazione non può ridursi ad una parodia, oppure che i meriti si riducano alla valenza storica e archeologica, cioè un qualcosa più simile ad reperto del passato che ad un servizio efficiente ed attuale di mobilità per il presente.

Infatti, dopo decenni di battaglie per il suo ripristino seguiti alla chiusura nel gennaio del 1987, non si è più visto né un treno né un impegno serio da parte delle autorità.  

Quando le Istituzioni locali e nazionali, Comune, Regione, Governo,  erano in mano al Pd, era gioco facile da parte della Destra, allora all'opposizione, attribuire la mancata realizzazione del collegamento ferroviario all'ottusità e alla pervicacia ostilità del partito di governo, che utilizzava anche il disegno della ciclovia all'unico scopo di seppellire definitivamente il progetto del ripristino ferroviario. Ma ora  che da anni gli scranni del Comune, della Regione e da più di un anno del governo nazionale, sono occupati dalla Destra, e addirittura uno dei suoi principale esponenti, Salvini, siede al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e si è impegnato a far partire entro il prossimo anno l'opera faraonica, dannosa e dispendiosa del Ponte sullo Stretto, si assiste allo stesso tran tran, ai tanti convegni e premi, senza che si faccia un passo concreto in avanti perché il treno possa tornare a correre tra la costa ed Urbino. 

Ora il tempo è scaduto. Non ci sono più scuse. Non servono pretesti da accampare per rinvii sine die. Se si vuol far ripartire il treno bisogna farlo da ora e da subito. Diversamente la Destra che ne ha fatto un'arma della propaganda per le sue campagne elettorali, dovrà risponderne ai cittadini ed essere sbugiardata per utilizzare argomenti falsi al fine di ingannare i cittadini, carpirne la fiducia e il consenso. E questa non è democrazia, ma populismo a buon mercato.

L'amore che nutriamo per Urbino ci rende orgogliosi ogniqualvolta la città riceve un premio. Tuttavia questo premio alla stazione di Urbino ci fa sorridere o meglio piangere alla vista del disastro ambientale che si è procurato alla Comunità e all'intera umanità, visto che Urbino è un sito Unesco. Gli spazi della Stazione del Treno, simbolo di un mezzo di mobilità ecologico, strumento della tanto declamata transizione ambientale,  che sa unire passato, presente e futuro, un pezzo di arredamento di una bellissima vallata, da valorizzare e da inserire in ogni illustrazione della città, sono stati fagocitati da una fabbrica di armi, da una fabbrica che produce morte e alimenta quelle guerre che devastano il mondo, alterando con il fossile il clima del pianeta. Dov'è finita la stazione? Sindaco e Giunta come avete permesso un simile disastro? Ma che premio va dato al governo di una città che favorisce la devastazione di un luogo come la stazione ferroviaria che dovrebbe costituire la premessa per ogni rinascita della città? 

Abbiamo apprezzato la marcia del nostro Arcivescovo in difesa di Riceci e contro la discarica. E' stato un gesto molto significativo che certamente è servito ad avvicinare i cittadini ad una Chiesa che per troppi anni è stata silente di fronte ai drammi delle nostre Comunità. Sarebbe auspicabile un pari interessamento per il ripristino del nostro caro Treno, per la salvaguardia ambientale della vallata, per un ammonimento che faccia seguito alle parole di Papa Francesco  nei confronti dei fabbricanti di armi: "fabbricano la morte, sono mercanti di morte, che fanno questa mercanzia di morte. Che il timore di Dio faccia loro comprendere che un giorno tutto finisce e che dovranno rendere conto a Dio”.

https://www.vivereurbino.it/2023/12/04/sinistra-per-urbino-basta-chiacchiere-ora-si-faccia-ripartire-il-treno/218990/

https://www.nonsoloflaminia.it/index.php/2023/12/04/sinistra-per-urbino-basta-chiacchiere-ora-si-faccia-ripartire-il-


giovedì 30 novembre 2023

SULLA FUSIONE DEGLI ISTITUTI SCOLASTICI “PASCOLI” E “VOLPONI”

Ogni giorno che passa con la Giunta Gambini nelle stanze del Comune è un ulteriore colpo di piccone al futuro di Urbino e alla qualità della vita dei suoi cittadini di oggi e di domani.

Il sindaco ha annunciato la fusione degli istituti “Pascoli” e “Volponi”, presentandola come una grande innovazione e promettendo ciò che non può garantire, e cioè che non verranno tagliati i plessi dei due Istituti Comprensivi.

Le cose stanno molto diversamente e sono molto più semplici. Gambini ubbidisce agli ordini della Destra al governo, che – come ha denunciato la FLC-CGIL – con la Legge di Bilancio ha imposto un piano di “dimensionamento” della rete scolastica al fine di ridurre i costi e trovare i soldi che le mancano per mantenere le cambiali elettorali.

Dando vita a un braccio di ferro con le Regioni (persino quelle “amiche”), il governo ha decretato un massiccio taglio dei finanziamenti che porterà un maggiore affollamento delle classi, una riduzione delle scuole e il taglio del personale scolastico. 

“Gli effetti del decreto”, avvisa la CGIL – “incideranno su più livelli, dal numero di scuole presenti sul territorio fino alla qualità di insegnamento che le stesse potranno ancora offrire”, perché avremo una riduzione graduale del numero delle istituzioni scolastiche: se il numero minimo per evitare  accorpamenti sarà di 938 studenti, è possibile prevedere il taglio del 9% delle sedi esistenti, con numerose perdite di organico tra il personale ATA e tra i docenti ma soprattutto con effetti devastanti sulla vita scolastica degli alunni e sul loro percorso formativo.

Il sindaco aveva già incassato il parere contrario dei collegi docenti del "Volponi" e del "Pascoli", ma – com' è nel suo stile decisionista, va avanti per la sua strada senza ascoltare nessuno. 

I territori di competenza di questi Istituti sono molto vasti e accorparli in un’unica istituzione significherebbe renderne complessa e inefficiente la gestione, alterando un equilibrio delicatissimo. In questo momento, se guardiamo ad esempio alla scuola primaria, vediamo numeri  molto equilibrati, capaci di sostenere relazioni educative di qualità e un rapporto  didattica/apprendimento che accompagna tutti e ciascuno nel raggiungimento degli obiettivi formativi. 

Il “dimensionamento” porterà invece all'accorpamento delle classi, perché i plessi minori verrebbero inevitabilmente soppressi e questo, oltre all' evidente penalizzazione delle piccole frazioni (Canavaccio o Gadana, che perderanno con la scuola primaria il nucleo fondante della vita culturale delle comunità), comporterà la necessità di portare i bambini e le bambine in altre sedi distanti anche chilometri e in classi molto più numerose. Una città che offre già così poco all' infanzia e agli adolescenti poteva evitare di escogitare questo ulteriore sopruso, contrario al volere dei docenti e delle famiglie e contrario a ogni  logica pedagogica.

Se c' è una cosa che è stata chiara in questi anni è che il modello privatistico della “scuola- azienda” è fallimentare, perché svilisce la vocazione dell' istituzione scolastica: con i conti costantemente alla mano e l’ossessione di fare quadrare il bilancio senza guardare a nient’altro (mentre  dall’altra parte si tagliano le tasse ai ricchi e si consente loro di evadere), si sacrifica l’obiettivo primario  della formazione umana e culturale dei cittadini di domani.

Inoltre, questa scelta distrugge le identità pedagogiche di plessi storici che hanno fatto la storia culturale della nostra città e mette a rischio numerosi posti di lavoro.

Un ultima parola sull’argomento demagogico usato dal sindaco: l’accorpamento, a suo dire, servirebbe a superare le differenza tra l’offerta formativa per i bambini del Centro storico, che sarebbero privilegiati, e quella per le frazioni, più trascurate. Qui si tocca il fondo. In sostanza, invece di affrontare queste eventuali differenze rilanciando un progetto pedagogico di ampio respiro e dando finalmente a chi ha di meno le stesse opportunità di chi ha di più, si pensa di risolvere il problema tagliando di netto le risorse e dando a tutti il minimo indispensabile per sopravvivere, secondo le classiche ricette reazionarie della Destra.

Invitiamo il Consiglio comunale a contestare questa decisione inaccettabile e invitiamo il sindaco a rendere conto alla cittadinanza, alle famiglie agli operatori della scuola in un dibattito pubblico.

Sinistra per Urbino 30.11.23

https://www.nonsoloflaminia.it/index.php/2023/12/01/sinistra-per-urbino-no-alla-fusione-degli-istituti-scolastici-pascoli-e-volponi/

https://www.vivereurbino.it/2023/12/02/no-allaccorpamento-degli-istituti-pascoli-e-volponi/217724

Dal Resto del Carlino 1.12.23




mercoledì 29 novembre 2023

SULLA CANDIDATURA DI ORIANO GIOVANNELLI, PROPOSTA DA SINISTRA PER URBINO

 Sulla stampa del 29 novembre si discute della proposta di Sinistra per Urbino sulla candidatura di 

Oriano Giovannelli.



 

AUTONOMIA DIFFERENZIATA E PREMIERATO: VERSO LA III REPUBBLICA?

 Interessante iniziativa MERCOLEDI' 29 NOVEMBRE ORE 17.00 nella sede di Via Oddi,11

ORGANIZZATA DA ISTITUTO CAPPELLINI E ANPI

SU

AUTONOMIA DIFFERENZIATA E PREMIERATO: VERSO LA III REPUBBLICA?

Relatore

il prof. FEDERICO LOSURDO





 BRILLANTE INIZIATIVA DI SOLIDARIETA' CON LA PALESTINA DEL COLLETTIVO Bagolarə                   GIOVEDI' 30/11 MERCATINO SOLIDALE 

Dove? Via dei Fornari 1-7 URBINO (traversa sx di Via Veneto mentre si sale in direzione verso il Duomo)

Quando? Dalle ore 11:00

• Ci saranno tanti vestiti, giocattoli e autoproduzioni, ad offerta libera e consapevole. Vi aspettiamo numerosi!

• Tutto il ricavato verrà devoluto alla raccolta fondi S.o.S Gaza (con il link) promossa da @gazafreestylefestival



giovedì 23 novembre 2023

RISOLLEVIAMO URBINO CON ORIANO GIOVANNELLI

Riportiamo il comunicato del 22 nov.2023 

COMUNICATO STAMPA DI SINISTRA PER URBINO ED EX ART.1

Dopo due amministrazioni di destra guidate dal Sindaco Gambini, caratterizzate dall’assenza di un dibattito trasparente e democratico sulle scelte per la città, di una amministrazione senza visione e respiro e autorevolezza nel confronto con le altre istituzioni del territorio e con le forze economiche, sono prevalsi settori privilegiati e centri di potere, con conseguente svilimento del servizio pubblico che ci si aspetta da una amministrazione comunale importante come quella di Urbino.

Urbino è sempre più vecchia ed è paradossale considerata la grande presenza di giovani studenti; è sempre più sciatta nel rappresentarsi sicuramente al di sotto di ciò che ci si aspetta da una città Unesco; sempre più rassegnata e senza slancio economico culturale e civile, sempre più priva di servizi, sempre più a pagamento, governata dalla mediocrità e dalla mancanza di una visione generale del futuro. Le prossime elezioni saranno decisive per il futuro della città. È ancora possibile sfuggire al declino e invertire un declino di cui il calo demografico è l’aspetto emblematico e preoccupante. 

C’è da portare avanti un grande lavoro di difesa della città evitando errori e danni che potrebbero essere irreparabili come quelli al nostro straordinario paesaggio per puro calcolo economico (la vicenda di Riceci insegna). 

Vanno valorizzate tutte le potenzialità che indubbiamente la città possiede con un occhio attento al mondo del lavoro per sfuggire alla monocultura della rendita. 

Urbino svolge già un ruolo centrale per i servizi pubblici del territorio ma è palese il loro depauperamento qualitativo, la difficoltà crescente con cui i cittadini possono affidarsi senza ricorrere al portafoglio - il riferimento è ai servizi sanitari, ma c’è anche da rafforzare il ruolo determinante che compete al Comune in merito alle potenzialità ancora inespresse nel campo della cultura, della formazione e delle loro ricadute in termini di innovazione di impresa e di capitale cognitivo.

In questi anni la Sinistra e il Centro sinistra hanno sofferto a prendere le misure ad una situazione politica mascherata di civismo, ma di fatto sempre più ispirata ai valori della destra. 

Va dato merito a chi ha mantenuto comunque accesa una fiammella di opposizione sia all’interno del Consiglio Comunale che nella società civile.

Adesso c’è da costruire l’alternativa per evitare che nella lunga storia democratica e antifascista di Urbino la vittoria della destra si perpetui diventando un compiuto sistema di potere cambiando i connotati e la natura stessa della città. 

Per questa ragione, anche guardando alla legge elettorale maggioritaria, Sinistra per Urbino ed ex Art. Uno intendono dare il proprio contributo alla costruzione di un' alleanza per liberare la città dal governo della destra e per aprire una nuova pagina senza nostalgie di alcun tipo per il passato. Unire le forze non contro qualcosa o qualcuno ma per costruire insieme un progetto inclusivo e aperto di città con le radici ben piantate nelle tradizioni democratiche cittadine.

Guardando a queste sfide abbiamo chiesto e ottenuto la disponibilità di Oriano Giovanelli e con spirito costruttivo la mettiamo a disposizione della coalizione. 

Un urbinate, una figura che per la sua esperienza politica e capacità amministrativa, per la sua cultura, per la sua notorietà e per il suo riconosciuto prestigio, può contribuire in modo efficace al successo in una tornata elettorale difficile e fondamentale per il futuro della nostra comunità.

Breve biografia politica di Oriano Giovanelli: Ha ricoperto in Urbino gli incarichi di consigliere comunale, consigliere provinciale, membro della segreteria del Pci, eletto nel nostro territorio al Parlamento della Repubblica - deputato dal 2006 al 2013 per l’Ulivo e il PD. Prima ancora è stato Sindaco di Pesaro, Presidente nazionale della Lega delle Autonomie Locali, Responsabile nazionale del Pd per la Pubblica Amministrazione. 

Attualmente è Direttore esecutivo dell'Associazione "Italiadecide", Presidente Anna Finocchiaro, membro della presidenza di “Ali autonomie” (ex Lega delle Autonomie locali) , e dell'esecutivo nazionale dell'associazione “Alleanza Contro la Povertà in Italia”. 

Collabora, inoltre, alle politiche per la pubblica amministrazione con la nuova responsabile nazionale del PD, Stefania Bonaldi.

SINISTRA PER URBINO

Ex ARTICOLO UNO





domenica 12 novembre 2023

Una giornata particolare ad Urbino tra un diffuso sventolio di bandiere palestinesi.

 CESSATE IL FUOCO SUBITO. SIAMO TUTTI PALESTINESI. 

Anche Urbino come tutt'Italia e tutto il mondo ha manifestato per il cessate il fuoco a Gaza e in solidarietà al popolo palestinese. 

Sabato 11 novembre centinaia di giovani e alcune decine di over 50 hanno presenziato alla manifestazione in Piazzale Roma, ai piedi del monumento Raffaello, a suggellare l'unità tra generazioni dell'Urbino democratica, in circa 500 sotto lo sguardo soddisfatto del divin pittore e  la presenza vigile delle forze dell'ordine. 

Così il Piazzale si è trasformato in un'emozionante agorà dove tanti giovani hanno preso la parola e sono diventati protagonisti di Urbino per alcune ore, chi esprimendo il proprio pensiero sul conflitto israelo-palestinese, chi denunciando l'occupazione e l'oppressione israeliana in vigore da 75 anni, chi reclamando un immediato cessate il fuoco, chi denunciando la presenza di migliaia di prigionieri politici palestinesi nelle carceri israeliane, tra cui decine di ragazzini e tanti senza nemmeno essere stati sottoposti ad un regolare processo, chi documentando le violenze cui sono sottoposti i palestinesi nelle zone occupate, le umiliazioni subite nei check point della Cisgiordania, i silenzi dell'Occidente difronte alle continue violazioni del Diritto Internazionale e dei diritti umani per opera dei governi israeliani, i bombardamenti di quartieri residenziali, scuole, ospedali, ambulanze, colonne di sfollati,  che stanno causando le stragi dei civili a Gaza in atto, siamo a circa 12 mila vittime civili, tra cui 5 mila bambini. Gli oratori hanno denunciato il massacro, il genocidio in atto, scientificamente organizzato dal governo israeliano che mira a cacciare i palestinesi dalle loro terre per costringerli ad ingrossare i miseri campi profughi nei paesi arabi vicini. 

Di fronte ad un massacro di così vaste proporzioni e di una crudeltà inaudita paragonabile solo alle stragi più eclatanti che la Storia annovera, stride l'indifferenza e la complicità dei governi e del servizio d'informazione mainstream occidentali, tutti propensi a rovesciare i ruoli, i carnefici che vengono dipinti come vittime e le vittime dei bombardamenti come carnefici, hanno spiegato gli oratori. Particolarmente toccanti gli interventi di una giovane che ha vissuto recentemente a Gaza e ha descritto come si vive nella Striscia più volte definita un campo di concentramento o una prigione a cielo aperto, di un giovane ora naturalizzato italiano ma di origine palestinese che ha raccontato la cacciata dei suoi nonni dalle loro terre da parte dell'esercito israeliano, dei giovani che hanno descritto i racconti e le esperienze di parenti e amici che vivono sotto l'oppressione israeliana. Poi gli interventi di alcunì ragazzini, le parole di un oratore che ha parlato della guerra delle parole,  quando l'informazione mainstream usa la parola "ucciso", per la perdita della vita di un israeliano mentre per le vittime palestinesi sotto i bombardamenti israeliani viene usata la dizione "morti", e ha parlato di muovere guerra alla guerra, e l'intervento di una giovane liceale che non è  riuscita a trattenere le lacrime al pensiero delle migliaia di bambini uccisi e martoriati dalle bombe israeliane.

Gli interventi erano frammentati da slogan che inneggiavano alla Resistenza palestinese, alla richiesta di libertà per la Palestina, alla denuncia del terrorismo praticato dall'esercito israeliano con i bombardamenti su Gaza.  Una gran bella giornata, tra un pullulare di bandiere palestinesi, a dimostrazione che i giovani  tanto bistrattati dai giornalisti mainstream per la loro apatia, quando ci sono cause importanti sono pronti a scendere in piazza e a manifestare. Caso mai il problema sta nelle istituzioni che spesso sono sorde di fronte alla voce dei giovani, mirano a silenziarli perché chiedono cose che ai partiti istituzionali non conviene, e così viene alimentato quel fossato tra giovani e cittadini da una parte e istituzioni dall'altro. 

Un grazie all'organizzatore dell'evento, il Collettivo Bagolarə, giovani lavoratori e studenti che si propongono "di affrontare le sfide e le contraddizioni del proprio tempo attraverso un processo di continua decostruzione". Infatti il Collettivo non solo chiede il Cessate il fuoco immediato, ma denuncia la presenza in città della fabbrica di armi, un mercato che alimenta morte e disperazione tra le genti e tra i popoli, come ha giustamente denunciato Papa Francesco, e chiede l'interruzione del rapporto tra l'Università e gli Istituti di Urbino con i centri di ricerca israeliani.  In Italia un appello per il cessate il fuoco e in solidarietà al popolo palestinese è stato già sottoscritto da oltre 4000 docenti accademici e tra questi decine sono i docenti urbinati. Vedremo se le forze politiche locali, che lamentano sempre l'assenza dei giovani, sapranno valorizzare questa nuova presenza che porta freschezza, partecipazione e futuro in una città avviata con le attuali politiche ad un declino che appare sempre più inarrestabile. Sinistra per Urbino è dalla loro parte ed è pronta a interloquire e sostenere le loro tematiche. Il Consiglio Comunale, facendo seguito alla risoluzione dell'Assemblea dell'Onu, dovrebbe votare l'immediato cessate il fuoco, se vuole seguire le orme di Urbino democratica e raccogliere gli appelli di questi giovani e dei tanti cittadini che chiedono la fine dei bombardamenti.  

SINISTRA PER URBINO 11.11,2023

martedì 31 ottobre 2023

SINISTRA PER URBINO PER UNA GESTIONE PUBBLICA DEI BENI COMUNI

 SINISTRA PER URBINO PER UNA GESTIONE PUBBLICA DEI BENI COMUNI

Nei giorni scorsi sono usciti sulla stampa locale numerosi articoli che hanno contribuito a fare maggiore luce sulla torbida vicenda di Riceci.

Ad ogni nuovo particolare che si viene a sapere, risulta ancora più evidente che il problema principale è la sottomissione totale degli enti locali a un'impresa si partecipata ma che agisce secondo logiche privatistiche, la quale fa il bello e il cattivo tempo nel perseguire il profitto passando sopra le teste dei cittadini. A nulla serve la finzione delle “partecipate”, perché queste sono a tutti gli effetti SPA che devono remunerare gli azionisti e operano in un contesto di rapporti di forza del tutto sbilanciati rispetto alla parte pubblica.

Facendo leva su una legislazione nazionale programmaticamente orientata a favorire il privato, negli ultimi decenni gli amministratori e le rispettive forze politiche hanno esternalizzato e regalato ai privati settori come l'acqua, la sanità, la raccolta dei rifiuti, e hanno appaltato le politiche educative e numerosi altri settori a cooperative che operano al massimo ribasso e comprimono le retribuzioni precarizzando il lavoro. Le recenti risposte del sindaco Gambini sono in tal senso rappresentative della subalternità di molti sindaci e assessori a questa logica perversa.

Bisogna allora invertire per intero queste politiche e farla finita una volta per tutte con le privatizzazioni, che si sono dimostrate fallimentari.

Bisogna uscire da MarcheMultiServizi e procedere alla ripubblicizzazione dei beni comuni - come prevedeva il referendum sull’acqua, che è stato totalmente disatteso -, con la costituzione di un consorzio pubblico che metta in rete i comuni dell’entroterra. Altrimenti forse salveremo Riceci, ma avremo altre Riceci altrove, o avremo un inceneritore o chissà cos'altro.

Non è affatto vero che il pubblico è più inefficiente e costoso del privato. Nei paesi in cui c’è la volontà politica e le municipalizzate non sono inutili poltronifici per assegnare posti di sottogoverno, ci sono innumerevoli esempi di aziende pubbliche che funzionano benissimo.

Fuoriuscita graduale da MMS e ripubblicizzazione: questa è per quanto ci riguarda è la condizione indispensabile per delineare alle prossime elezioni un nuovo progetto di sviluppo che salvi e ringiovanisca una città in pieno declino e un’alternativa non solo a Gambini ma a quelle politiche nefaste che Gambini ha rappresentato.

Sinistra per Urbino 

https://www.vivereurbino.it/2023/11/01/sinistra-per-urbino-per-una-gestione-pubblica-dei-beni-comuni/196555/

https://www.nonsoloflaminia.it/index.php/2023/10/31/sinistra-per-urbino-per-una-gestione-pubblica-dei-beni-comuni/


sabato 7 ottobre 2023

RICECI, ATTENTI A QUEI DUE !!!

 Mentre si moltiplicano le iniziative contro la Discarica di Riceci – i Comitati rimangono sempre attivi dopo il successo della manifestazione di Pesaro – e cresce il numero di adesioni di coloro che si oppongono, da ultimo l'intervento di una alta autorità morale come l'arcivescovo Salvucci, il mondo politico che ricopre cariche istituzionali si è trincerato dietro un preoccupante silenzio. 

Assistiamo così al solito gioco a rimpiattino tra Sindaci, Presidente di Provincia, Regione, Cda di MarcheMultiServizi, che ora tacciono dopo aver scaricato le responsabilità tra loro, in uno estenuante gioco a ping pong, sulla testa, sulla salute, sulle preoccupazioni della gente che invece loro dovrebbero proteggere, tutelare, rappresentare, in quanto da loro eletti. 

Pertanto i tempi si dilazionano, forse sperando che i cittadini scesi in piazza, si stanchino, cedano per sfinimento, tutto possa rientrare nella solita routine e alla fine chi governa, con qualche accordo sottobanco con chi siede sui banchi dell'opposizione, possa proseguire sul terreno già deciso e stabilito nel grande affaire della Discarica. Se questi sono i propositi, sappiano che stavolta sono destinati a fallire, perchè la partecipazione e la determinazione dei cittadini si accrescono, e queste dilazioni non fanno che alimentare la rabbia e il distacco dei cittadini da quei partiti che occupano le poltrone di Comune, Provincia e Regione, a pochi mesi dal turno elettorale per le Amministrative e per l'Europa. 

Nelle grandi manifestazioni che si sono svolte ad Urbino, a Riceci, davanti alla sede di MarcheMultiServizi, a Pesaro abbiamo visto la partecipazione di giovani, di intere famiglie, un popolo che chiedeva che i profitti aziendali non avessero la preminenza sulla salute, sul rispetto ambientale, sull'economia di un territorio attenzionato alle culture Dop e del biologico, sul paesaggio contiguo al sito Unesco. Cresce la consapevolezza della necessità di rendere pubblica la gestione dei rifiuti, come anche di tutti quei beni primari che coinvolgono l'essenza stessa della vita dei cittadini per impedire che la ricerca di profitti privati porti alla rovina intere comunità.  Importante è stato il contributo del collettivo giovanile "il Bagolaro" a dimostrazione che i giovani non sono assenti nelle grandi vertenze popolari e ambientali.

Purtroppo è mancato finora l'apporto di quelle associazioni storiche dell'ambientalismo che nel passato avevano costituito un presidio ambientale per la città, incapaci di rinnovarsi e ormai precipitate in una crisi politica e generazionale. 

Il consiglio Comunale di Urbino nella seduta del 6 giugno scorso ha votato un OdG in cui "richiede al sindaco di Urbino, in qualità di vice Presidente della Provincia di Pesaro – Urbino, Ente Competente in merito alla procedura autorizzativa, di continuare a seguire e verificare puntualmente l'iter del progetto, al fine di scongiurare eventuali interpretazioni forzate dei vincoli relativi alla tipologia di rifiuti trattati nell'impianto o altri vincoli esistenti". 

Ora a distanza di 4/5 mesi nell'interesse dei cittadini, è opportuno che il Sindaco riferisca in Consiglio Comunale sulla situazione, sulle procedure in atto in Provincia, sugli intendimenti del Cda di MarcheMultiServizi e della Giunta Regionale. 

Il Sindaco Gambini dovrebbe far propria la proposta del proprio prosindaco e attuale Sottosegretario al Ministero della Cultura, Vittorio Sgarbi, di avviare l'iter tecnico – giuridico per istituire nella zona di Riceci del Comune di Urbino un vincolo paesaggistico, in modo da proteggerla dallo scempio della Discarica. Una cosa fattibile. Perché non si procede? Tra la gente  è già abbastanza diffuso il sospetto che sulle tematiche ambientali il sindaco presti maggior ascolto al vertice di MarcheMultiServizi del suo prosindaco. 

E' compito del Sindaco interessarsi delle problematiche, placare le ansie e le preoccupazioni, scongiurare le insicurezze di quei cittadini che vivono quotidianamente con l'incubo di trovarsi dalla sera alla mattina una discarica sotto casa e respirare i miasmi pestiferi da essa prodotti.  

Da parte nostra, riteniamo che la liberazione dei cittadini dalle decisioni autoritarie e antipopolari di MarcheMultiServizi, con la progressiva ripubblicizzazione dei servizi locali (acqua e rifiuti ma non solo) e la fine delle privatizzazioni e delle esternalizzazioni in questo e in altri ambiti, sia indispensabile per ogni progetto politico che – a partire dalle prossime elezioni comunali - intenda segnare una netta discontinuità rispetto alla disastrosa esperienza delle giunte Gambini e per delineare un modello alternativo: per immaginare una città che sia solidale sul piano della giustizia sociale, che sia evoluta e moderna sul piano della salvaguardia ambientale, che sappia invertire il declino demografico, trattenere i giovani e attirare nuovi cittadini, investendo sulla qualità della vita e sul capitale cognitivo che le sue istituzioni culturali, dalle scuole all’Università, sanno formare”.

https://www.vivereurbino.it/2023/10/09/riceci-attenti-a-quei-due/181345/

https://www.nonsoloflaminia.it/index.php/2023/10/09/sinistra-per-urbino-riceci-attenti-a-quei-due/


Sinistra per Urbino 6 ottobre 2023  


martedì 25 luglio 2023

RICECI UN PRIMO PARZIALE SUCCESSO DELLA MOBILITAZIONE POPOLARE.

RICECI UN PRIMO PARZIALE SUCCESSO DELLA MOBILITAZIONE POPOLARE.

Di fronte alle manifestazioni di protesta di centinaia di cittadini, assemblea di Gallo di Petriano, assemblea in Piazza della Repubblica ad Urbino, nei due Consigli Comunali ad Urbino, il ritrovo popolare a Riceci del 14 luglio, e da ultimo il sit-in di protesta del 24 luglio davanti la sede di Marche MultiServizi, il Consiglio di Amministrazione dell'azienda ha deciso all'unanimità, quindi col voto dei consiglieri di Hera e  dei Comuni, di sospendere per il momento il progetto di Riceci e di chiedere a tutti i comuni soci dell'azienda di avanzare una proposta sostitutiva del sito di Riceci. 

E' certamente un successo delle grandi manifestazioni e mobilitazioni dei vari Comitati di cittadini, sorti spontaneamente in provincia. Tuttavia Sinistra per Urbino ritiene che non debba essere abbandonata la vigilanza e che la mobilitazione non debba abbassare la guardia. Infatti nel comunicato congiunto non si recede dal progetto, che si afferma "fondamentale per lo sviluppo economico – finanziario dell'Azienda" e avverte i cittadini che  questo progetto è funzionale  a "tutto il sistema" compreso "il sistema tariffario che risulta purtroppo l'unica leva a disposizione per gli investimenti". 

Tradotto dal burocratese, se questo progetto non si fa a Riceci o in un altro posto (ma quale? Quale comune dell'entroterra darà la sua autorizzazione ad ospitare una discarica?), l'Azienda MMS aumenterà la Tari, la tassa sui rifiuti, come se non fosse già abbastanza cara quella che già i cittadini pagano.  In questa comunicazione, in cui si prende atto di fermarsi di fronte alla mobilitazione dei cittadini, non si fa alcun cenno ad una diversa politica della gestione dei rifiuti, non si parla di aumentare la differenziata dei rifiuti urbani e industriali non pericolosi per ridurre sensibilmente il ricorso alle discariche, non si parla di cessare con l'importazione di rifiuti da fuori provincia e regione, ma si continua a perseguire la stessa politica che vede nei rifiuti un' occasione per fare profitti e per maggiori dividendi per i privati e anche per possibili ed eventuali maggiori compensi per l'Amministratore Delegato e i membri del CdA. 

E in tutto ciò, il governo nazionale e regionale di destra nulla ha cambiato rispetto alle politiche precedenti, anzi ha incrementato le dichiarazioni e i propositi per creare nuovi inceneritori, cioè per rovinare ulteriormente l'aria già malsana delle nostre città. E' inoltre necessario conoscere perché si è ricorso alla costituzione di una nuova società, "Aurora" che per il 60% è in mano dei privati, con la prospettiva che MMS dovrà in seguito rilevarne l'intera quota. Sembra un gioco ad incastri, un gioco finanziario speculativo, in cui i contribuenti hanno solo da perdere. Nessun chiarimento nell'audizione dell'A.D. nel Consiglio Comunale ad Urbino, e nemmeno da parte del delegato del Sindaco Gambini nel Cda, e nemmeno dallo stesso Sindaco Gambini. Chi sono i soci privati della società Aurora? Con quanto di capitale hanno originariamente concorso? E' stata una operazione congrua o a vantaggio del privato entrare in tale società? E' possibile che l'A.D. di Aurora sia lo stesso di MMS? 

Dopo le esternazioni nell'ultimo Consiglio Comunale perché le forze di maggioranza che dichiarano di essere contro Riceci non ne traggono le necessarie conseguenze? Perché rimangono abbarbicati alle poltrone se non condividono le posizioni del Sindaco in materia di rifiuti? Gambini aveva vinto le elezioni nel 2014 innalzando la bandiera della chiusura della discarica di Cà Lucio. Quanti anni sono trascorsi prima che se ne vedesse qualche passo? Poi voleva portare il biodigestore a Canavaccio, scelta che ancora difende. Infine Riceci. Le dichiarazioni delle forze di maggioranza, ogni volta mostrano l'ipocrisia e l'opportunismo di chi è interessato ai posti di potere piuttosto che alla salute e all'ambiente di Urbino e dei suoi cittadini.

Quindi la mobilitazione dovrà mantenersi vigile perché gli intrighi e le manovre antipopolari siano sconfitte come lo è stato per questa prima fase su Riceci, e battersi per una gestione pubblica dei rifiuti al di fuori delle alchimie e delle speculazioni di imprenditori senza scrupoli. Bisogna richiedere la gestione pubblica dei beni comuni, a cominciare dalla gestione dell'acqua, dei rifiuti e della sanità. Per sovvertire radicalmente il modello di sviluppo rapace che è stato imposto sul piano nazionale e locale negli ultimi 30 anni è necessario arrestare le privatizzazioni, smantellare questi carrozzoni come MMS, che funzionano da camera di compensazione degli interessi privati e delle consorterie politiche, e affermare una proprietà pubblica e una gestione trasparente dei beni comuni, che per statuto coinvolga la cittadinanza nelle scelte strategiche.  Basta con le speculazioni privatistiche a danno dei cittadini e la monetizzazione della salute. Si perde sia dal punto di vista del controllo della salute che dal punto di vista del controllo tariffario. 

Urbino, 25.7.23


sabato 22 luglio 2023

DISCARICA DI RICECI, E GAMBINI RESTO' DA SOLO

 DISCARICA DI RICECI, E GAMBINI RESTO' DA SOLO 

Ha suscitato sconcerto tra i cittadini l'intervento del Sindaco Gambini nella seduta del Consiglio Comunale. Per il Sindaco, che in evidente deferenza si rivolgeva sempre alla sua destra, probabilmente in ossequio alle autorità di Marche MultiServizi, l'Amministratore Delegato Tiviroli ha fatto bene a presentare il progetto della discarica di Riceci, hanno fatto bene il Consiglio di Amministrazione e l'Assemblea dei delegati dei sindaci ad approvarlo. Ha inoltre reso vano il voto del Consiglio Comunale contro la Discarica di Riceci asserendo che "vale zero",  un voto inutile, ( l'affermazione del sindaco di una città partecipe di una municipalizzata che si esprime delegittimando il voto unanime di un Consiglio Comunale su una discarica deturpante per il paesaggio urbinate e almeno problematica per la salute dei residenti, suona molto strana) e si è profuso in prolungate lodi nei confronti di Marche MultiServizi e dell'A. D. che ha fatto tutto bene, riportando approssimativi dati sulla suddivisione degli utili dell'azienda. Se MMS e il suo A.D. hanno fatto tutto bene non si capisce perché si arriva a Riceci che tutti condannano e su cui anche il Sindaco ha espresso, sebbene in ritardo e tra titubanze, la sua contrarietà. Confusione mentale per il troppo caldo? Opportunismo per non inimicarsi i cittadini ma difendere i legami con Tiviroli? Un colpo alla botte e uno al cerchio, o tenere il piede in due scarpe? Una serataccia per il Sindaco contestato dalla folta platea rumoreggiante di cittadini molto coinvolti.

E tutto ciò mentre le forze politiche che sorreggono la sua maggioranza prendevano le distanze e si esprimevano contro la discarica, come Urbino Città Ideale, La Lega, Forza Italia. A questo punto ci si chiede quale sia la posizione della giunta e della maggioranza sul progetto discarica di Riceci.  I cittadini chiedono che sul mostro di Riceci si sollevi il velo di ipocrisia. Gambini ha ancora la fiducia dei suoi assessori e delle componenti della sua maggioranza? Gambini governa con il consenso delle sue forze politiche o su temi come Riceci esprime il suo parere personale opposto a quello delle forze politiche che sorreggono la sua giunta? Perché il membro del Cda di Urbino non racconta come sono andate veramente le cose? Perché continua a tacere? Ha votato a favore di Riceci su indicazione di Gambini? Gambini e il suo delegato nel Cda ne traggano le conseguenze politiche. E' urgente che si  giunga ad un chiarimento. E siccome Gambini ha dichiarato che MMS, il suo amministratore delegato e il Cda hanno fatto bene ad approvare il progetto mentre le forze politiche che lo sostengono  dicono il contrario, delle due l'una: o si dimettono gli assessori che hanno espresso una posizione contraria, oppure - come riteniamo auspicabile - si dimetta Gambini e si vada prima possibile a nuove elezioni, nelle quali la vicenda di Riceci e di MMS saranno inevitabilmente centrali. 

Il progetto Riceci non ha il consenso dei Comuni che costituiscono la maggioranza dei soci di MMS, della Provincia, della parte pubblica del Cda di MMS che nell'ultima riunione si è espresso contro, delle centinaia di cittadini che hanno protestato in imponenti manifestazioni.

Nel Consiglio Comunale si è discusso poco del perché Riceci non può diventare una discarica e invece molto di come uscire da questo groviglio economico amministrativo. I consiglieri intervenuti erano più preoccupati di come risarcire il socio privato di Aurora, piuttosto che impedire la discarica a Riceci. Non vorremmo che come al solito siano i cittadini tramite l'aumento delle bollette a pagare le scelte sbagliate di MMS, perché sbagliato è stato ipotizzare una nuova discarica al di fuori del piano dei rifiuti, sbagliato è stato entrare nella società Aurora per il 40% con un notevole esborso di capitale pubblico, sbagliato è stato individuare il sito di Riceci per una discarica. Ma sebbene per i cittadini vale il detto chi sbaglia paga, per i cattivi amministratori e gli speculatori privati ciò non vale mai, e gli uni se la cavano con una pacca sulle spalle e anche con le lodi di Gambini, gli altri scappano con il gruzzolo in tasca. Riceci non è solo una bella vallata che verrebbe irrimediabilmente deturpata, ma esprime la politica nella gestione dei rifiuti e la sensibilità verso l'ambiente, i beni comuni, la salute dei cittadini e la salubrità dell'aria e dell'acqua.

Non vorremmo trovarci in situazioni simili al passato, quando il capitalismo ci ha mostrato come i privati con la complicità di partiti amicali e di governo entrano in affari loschi o ambientalmente poco sostenibili per poi abbandonare la partita con cospicui indennizzi pubblici sottratti alle spese per i servizi pubblici e pagati dai contribuenti con le tasse e con l'aumento delle tariffe. Sappiano, affaristi e amministratori che hanno combinato questo pasticcio a danno dei cittadini, che i contribuenti non sono disposti a pagare e nel caso venisse scelta questa ipotesi, sarà inoltrata una class action in difesa dei consumatori. E' necessaria una nuova politica dei rifiuti con una differenziata spinta che miri all'obiettivo "rifiuti zero", con l'opposizione all'importazione di rifiuti da fuori regione e all'inceneritore che già qualcuno comincia a proporre. La vicenda di Riceci ci insegna che solo una gestione pubblica dei beni comuni può salvaguardare i cittadini da pesanti conseguenze sulla salute e sull'inquinamento dell'aria e dell'acqua. Solo attorno a questi principi  potrà nascere un'alleanza politica capace di risollevare la città e rappresentare un'alternativa a Gambini e agli interessi che la sua giunta ha rappresentato.

22.07.23

https://giornalesm.com/sinistra-per-urbino-discarica-di-riceci-e-gambini-resto-da-solo/

https://www.vivereurbino.it/2023/07/23/discarica-di-riceci-e-gambini-rest-da-solo/139333/

https://www.nonsoloflaminia.it/index.php/2023/07/24/sinistra-per-urbino-discarica-di-riceci-e-gambini-resto-da-solo/




sabato 15 luglio 2023

DISCARICA RICECI: NO AL RICATTO, SI AL LAVORO, ALLA SALUTE, ALL'AMBIENTE

 Ha suscitato un certo scalpore la lettera redatta da qualche impiegato di Marche MultiServizi, che conta 610 dipendenti, poi condivisa da circa 400 persone. Interessante che nella corrispondenza giornalistica successiva, tranne l'estensore della lettera, i dipendenti intervistati preferiscano rimanere nell'anonimato ed esprimere preoccupazione e disagio per la mancanza di trasparenza da parte dell'azienda. Evidentemente il problema della pubblicità degli atti è un tema molto sentito non soltanto dai cittadini che protestano contro la discarica a Riceci ma anche dai dipendenti. 

Sinistra per Urbino comprende la preoccupazione dei lavoratori, tuttavia li invitiamo a non separare la questione sociale dalla questione ambientale. E' ormai un gioco consolidato quello di aziende che trovando ostacoli di varia natura nell'attuazione dei loro piani industriali si prodigano in dichiarazioni da cui i lavoratori traggono poi minacce per il loro posto di lavoro. Quando il padrone o chi per lui trova inciampi di natura ambientale e/o di tutela della salute dei dipendenti e della comunità circostante, spuntano la minaccia e il ricatto per il posto di lavoro. Non è la prima volta: ricordiamo i casi della TyssenKrupp, della Montedison di Marghera, dell'Ilva di Taranto, dell'Eternit a Monferrato, ecc. Ma anche Urbino ha conosciuto nel recente passato il suo caso, quando di fronte alle perplessità dell'allargamento del suo magazzino alle porte della città, i lavoratori della Benelli Armi, preoccupati da voci fatte circolare ad arte sulla tenuta occupazionale, si sono precipitati con volantini nella Sala del Consiglio Comunale per premere perché i desiderata aziendali fossero accolti dai consiglieri riuniti. Prosegue così la processione di politici e cariche pubbliche a ringraziare perchè Urbino mantenga il suo monstrum ambientale, alla faccia dell'Unesco, della Pace Universale, delle guerre nel mondo, delle parole del Papa contro i mercanti di morte e dell'impatto ambientale a qualche centinaia di metri dalla la culla del Rinascimento. Bisogna respingere la logica che permette al padronato di fare e disfare ciò che più gli aggrada. Esistono norme, la salute da salvaguardare, l'ambiente da difendere in un mondo sempre più compromesso dai cambiamenti climatici. Il lavoro è un'esigenza essenziale che va pretesa e difesa ma non al prezzo di  perdere e pregiudicare la vita, il lavoro è necessario per vivere, ma non per compromettere la vita. La vita, la salute, l'ambiente non vanno separate dalla lotta per il lavoro e per la sua difesa. Guai a separarli privilegiandone uno a scapito dell'altro. La vita è legata non solo al lavoro, ma anche alla disponibilità di verde a disposizione per ciascuno, al tasso di inquinamento dell'aria che respiriamo e dei corsi di quell'acqua tanto essenziale da comporre il 60% del corpo umano. Su questo tema chiamiamo a una riflessione soprattutto la Cgil, affinché chiarisca la sua posizione – sinora piuttosto ambigua - e non commetta un errore gravissimo che non farebbe che stimolare nella cittadinanza nuovi atteggiamenti antisindacali dei quali nessuno sente il bisogno.

La programmata discarica di Riceci è in contrasto con la ricchezza culturale e ambientale dell'entroterra e di Urbino, che non vogliono diventare una permanente pattumiera dei rifiuti della Provincia, della Regione e provenienti da fuori Regione.

Per quanto riguarda la lettera dell'avv. di MMS, che riassume gli atti che hanno portato al progetto Discarica di Riceci, se questi atti fossero confermati, costringeranno i delegati del Cda di MMS e i delegati dei sindaci nell'Assemblea dei soci, a riflettere sul loro assenso o sulla loro distrazione al momento del voto. Ciò riguarda anche il Comune di Urbino: dov'era il membro di Urbino nel Cda quando si sono prese queste decisioni? Dov'era il sindaco o il suo delegato all'assemblea dei soci di MMS? Chiediamo un'assunzione di responsabilità politica di fronte alla città prima della pubblicazione degli atti e che se ne traggano le dovute conseguenze. Chiediamo trasparenza e la pubblicazione di tutti gli atti  sul sito internet di MMS, chiediamo che il sig. Tiviroli si rassegni a ritirare il progetto discarica Riceci oppure si dimetta, perchè ha l'opposizione di tutti: cittadini, Provincia, consigli e Giunte Comunali, soci di maggioranza dell'azienda. L'ostinarsi in un progetto che la comunità ha già bocciato, come testimonia anche la manifestazione svoltasi venerdì scorso nel sito della futura discarica di Riceci,  può solo allontanare quell'azienda, - che dichiara la "vicinanza al territorio",  "la tutela del territorio una ricchezza da salvaguardare",  - dai cittadini che sono residenti, lavoratori, contadini e bioagricoltori, operatori di strutture turistiche, commercianti, imprenditori, tutti danneggiati da questo nuovo mostro ambientale. L'economia circolare impone una raccolta differenziata intensiva ed un efficiente riciclo per arrivare con oltre il 90% della differenziata vicino al "Zero Rifiuti". Non si devono importare rifiuti da fuori provincia. Rifiuti e servizio idrico integrato devono essere gestiti da un'azienda pubblica controllata dalla Comunità Locale. No, la discarica di Riceci non deve passare.  Riceci deve essere il primo passo per sconfiggere la gestione verticistica e antidemocratica di MMS, invertire la privatizzazione dei servizi pubblici e restituire ai cittadini la proprietà e il controllo dei Beni Comuni; cominciando a elaborare nella nostra città un modello di sviluppo alternativo a quello poco rispettoso del territorio e dell'ambiente che ha caratterizzato anche l’esperienza della Giunta Gambini.

Sinistra  per Urbino 15.7.23.




lunedì 10 luglio 2023

Successo e Partecipazione all' Assemblea cittadina contro la Discarica di Riceci

 Successo e Partecipazione all' Assemblea cittadina contro la Discarica di Riceci  

L'assemblea cittadina contro la discarica di Riceci di Sabato scorso 8 luglio è pienamente riuscita. Circa 150/200 persone si sono riunite in Piazza della Repubblica rispondendo all'appello del Collettivo giovanile Bagolarx e del Comitato No discarica Riceci, nonostante il mese di luglio, il caldo e il sabato pomeriggio, circostanze che di solito rendono la Piazza deserta. L'assemblea è stata condotta con grande maestria dai due attivisti, Francesco Veterani per il Comitato che ha spiegato le motivazioni ambientali e vitali della mobilitazione dei residenti contro la discarica, e Michelangelo Bruno per il Collettivo giovanile che ha denunciato la mercificazione di tutto ciò che ci circonda, fino ad arrivare al rifiuto trattato come merce che diventa un'occasione per fare soldi e speculazione in spregio alla salute, alla vita, alla bellezza. 

Tra gli interventi significativi, quello di Domenico Passeri, ex sindaco di Petriano, che ha ribadito la volontà dei residenti di non cedere alle pressioni e alle lusinghe, siano esse monetarie o politiche, e di difendere la casa e la terra per il bene proprio, dei figli e dei nipoti e di continuare nella lotta fino al ritiro del progetto.  Antonio Santini di Sinistra per Urbino, ha affermato che la vicenda di Riceci ci insegna che i beni di interesse pubblico, come la gestione dei rifiuti, il servizio idrico integrato, ma anche la sanità e l'istruzione, non possono essere lasciati in mano ai privati, i quali alla ricerca del massimo profitto, privilegiano la speculazione finanziaria a scapito dell'interesse e della salute pubblica. E poiché si tratta di beni comuni bisogna rendere pubbliche queste aziende e la parte privata deve avere un ruolo non determinante ma marginale rispetto alla parte pubblica. Il pubblico  deve nominare le cariche dirigenziali, ed essere espressione delle comunità in cui l'azienda opera e a cui deve rispondere. Ha poi preso la parola l'assessora per Forza Italia nel Comune di Urbino, Elisabetta Foschi, che si è detta contraria alla discarica ma non ha chiarito nessuno dei misteri e delle domande che arrovellano la mente dei cittadini che pagano profumatamente le tariffe di acqua, rifiuti e metano ed esigono risposte chiare e persuasive da chi ricopre incarichi istituzionali. 

Eppure tanti sono gli interrogativi: come e da chi è stato scelto il sito di Riceci?

Perché il delegato del sindaco Gambini nella cui Giunta di Destra è assessora Elisabetta Foschi non si è opposto immediatamente alla scelta di Riceci? Perché nel Cda di Marche MultiServizi in cui è presente il Comune di Urbino è stato votato da tutti i membri quell'aumento di capitale finalizzato ad entrare nella costituenda società di Aurora e quindi a predisporre il sito industriale della discarica di Riceci? Perché il sindaco, la Giunta e la maggioranza in Consiglio Comunale ci hanno messo tanto tempo prima di esprimere il proprio No a Riceci? E' del tutto normale che l'Amministratore Delegato di Marche MultiServizi, Tiviroli diventi anche a.d. di Aurora, la società che dovrà gestire la discarica di Riceci, in cui Marche MultiServizi sarà socio di minoranza rispetto alla componente privata? C'è un rapporto tra il voto per l'aumento consistente del compenso all'a.d.Tiviroli e a tutto il Cda (aumento poi rientrato per lo sdegno suscitato nell'opinione pubblica, ma difeso dal Sindaco Gambini), proprio mentre si chiedeva l'aumento di capitale per entrare in Aurora e creare Riceci?

Chi sono i politici che hanno garantito recandosi a casa dell'imprenditore romagnolo Rossini che la discarica si sarebbe prodotta in ogni caso? La Regione ha varato il Piano Rifiuti e Riceci rientra in questo Piano? Quale ruolo ha svolto e quali contatti ha ricevuto il sindaco di Petriano? Chi ha sbagliato è giusto che paghi in proprio senza venire a prendere i soldi dalle tasche dei cittadini.

Queste le domande a cui i cittadini chiedono risposte convincenti e appropriate. Ma non le hanno ricevute sabato pomeriggio e chissà quando e se le riceveranno. In democrazia i partiti che occupano le istituzioni non sono tenuti a rispondere ai cittadini in nome di quella trasparenza tanto reclamizzata e tanto disattesa?

Se non ci fosse stata la mobilitazione di cittadini e giovani, la discarica a Riceci sarebbe stata già un fatto compiuto, e alla faccia della salute, dell'ambiente, del paesaggio e della bellezza delle colline urbinati, i partiti che governano la nostra città, la provincia e la Regione se ne sarebbero presi il vanto e forse anche qualcos'altro. La protesta dei cittadini ha costretto i vari enti e la Giunta di Urbino a fare marcia indietro. Ma ciò dimostra quanta distanza separa le loro menti, i loro disegni e i loro interessi dai bisogni e dalle esigenze dei cittadini, costretti a lottare palmo a palmo per esigere quei diritti che le istituzioni sono invece delegate a difendere.

Viene il sospetto che i partiti di destra stiano cercando di inserirsi e di abbracciare da ultimi la protesta per fare dimenticare e sviare l'attenzione dalle proprie responsabilità e per cogliere l'occasione di scalare Marche Multiservizi scalzando il PD (un partito che, da parte sua, ha più di qualche aspetto da chiarire e da farsi perdonare in tutta la gestione provinciale dei rifiuti).

La lotta non è finita ma continua. Il prossimo appuntamento è la marcia contro la discarica di Riceci per la strada tra Pallino e Montefabbri venerdì 14 luglio. 

https://www.nonsoloflaminia.it/index.php/2023/07/10/successo-e-partecipazione-allassemblea-cittadina-contro-la-discarica-di-riceci/

https://giornalesm.com/caso-discarica-a-riceci-con-socio-a-san-marino-sinistra-per-urbino-successo-e-partecipazione-allassemblea-cittadina-di-sabato/

https://www.vivereurbino.it/2023/07/11/successo-e-partecipazione-allassemblea-cittadina-contro-la-discarica-di-riceci/131344

https://www.ilmetauro.it/a-urbino-una-partecipata-assemblea-contro-la-discarica-di-riceci/






martedì 4 luglio 2023

SINISTRA PER URBINO. IL CASO RICECI CI INSEGNA CHE BISOGNA RENDERE PUBBLICI I SERVIZI ESSENZIALI.

 L'affare Riceci – Aurora – MarcheMultiServizi ha creato un corto circuito di interessi, di transazioni di denaro, di scatole cinesi in cui gli interessi della pubblica utilità sono stati subordinati  all'interesse privato. Ora di fronte alla protesta e l'indignazione dei cittadini riuniti in Comitati, la parte pubblica dentro l'Affare non sa come uscirne in maniera onorevole senza che a pagare siano, come al solito, gli utenti e i cittadini. Basteranno l'uscita ormai improrogabile di MMS da Aurora,  le dimissioni di Tiviroli e un rinnovato Cda per dare una nuova credibilità al  ruolo pubblico di MarcheMultiServizi? E chi ne farà le spese per i soldi già versati in Aurora? E' necessario che i cittadini riuniti autonomamente nei vari Comitati mantengano attiva la vigilanza, perché i responsabili di questo sporco "Affaire" cercheranno di approfittare del clima estivo e dei tempi lunghi per perseguire le loro indegne finalità che non intendono mutare. 

Invitiamo i vari cittadini, le associazioni e i partiti a partecipare all'Assemblea pubblica promossa contro la discarica di Riceci dal Collettivo Bagolarx e dal Comitato No Discarica Riceci-Urbino per Sabato 8 luglio ore 18.00 in piazza della Repubblica ad Urbino.

L'idea di rafforzare la parte pubblica in Marche Multiservizi è certamente  positiva, ma è soltanto un primo passo di un percorso più lungo. Qui non si tratta soltanto di Riceci: Riceci è un esempio di un fenomeno più vasto. Ad esempio l'accordo, di cui ancora si sa troppo poco, tra Comune e Green Power Systems a Cà Guerra è un altro esempio di subordinazione al privato come  Santa Lucia o il Consorzio? La gru che campeggia sul suolo di Urbino che è stato svenduto a Torelli & Dottori rimane lì a monito perenne.

Bisogna invertire 30 anni di privatizzazioni e riportare i servizi locali e i beni comuni sotto il controllo pubblico. Finché si tratta di SPA che perseguono  profitti per i privati, come MMS,  il socio pubblico sarà sempre in un ruolo subordinato e più debole. Non è sufficiente rafforzare il ruolo dei Comuni inserendo nel Cda rappresentanti più competenti.

Bisogna ripubblicizzare e costruire consorzi pubblici degli enti locali. Il privato può certamente essere presente, ma in misura limitata e subordinata gli interessi generali della collettività, dal momento che si tratta di servizi di pubblica utilità : bisogna invertire l'attuale rapporto tra pubblico e privato nelle attuali società dei servizi pubblici essenziali come gestione dei rifiuti, gestione del servizio idrico integrato, energia, 

Al contempo, è chiaro che queste politiche vanno invertite anche al livello nazionale: invece di sottrarre risorse ai comuni proprio al fine di costringerli a privatizzare e di farsi strangolare, come è avvenuto in passato ad opera di tutti i governi, bisogna ricominciare a rifinanziarli.

https://www.ilmetauro.it/caso-discarica-riceci-bisogna-rendere-pubblici-i-servizi-essenziali/?fbclid=IwAR11wwV6lOQNaYC9SMelqz3Z-inJ-u5U1tRT_i-1eV1-Y-gZiWmndZOgtwM

https://www.vivereurbino.it/2023/07/05/necessaria-la-gestione-pubblica-dei-servizi-essenziali/122932/

https://giornalesm.com/sinistra-per-urbino-il-caso-riceci-mms-con-socio-a-san-marino-ci-insegna-che-bisogna-rendere-pubblici-i-servizi-essenziali/

https://www.nonsoloflaminia.it/index.php/2023/07/05/sinistra-per-urbino-il-caso-di-riceci-ci-insegna-che-bisogna-rendere-pubblici-i-servizi-essenziali/?fbclid=IwAR2LWcJO_x7gxSBQ7iBhIJO4dLypuOgnrk3wmJHGuBdBhhaAnXt9PZjX08Y


venerdì 9 giugno 2023

SINISTRA PER URBINO. LA DISCARICA DI RICECI E IL GIOCO DEI PARTITONI.

 A leggere sugli organi della stampa locale le dichiarazioni dei rappresentanti dei partitoni con incarichi istituzionali provinciali e regionali, nessuno è a favore di impiantare una mega discarica di 5 milioni di mq di rifiuti urbani e industriali a Riceci una località di pregio per le coltivazioni e le produzioni biologiche, interessando un'area estesa per 268 metri quadrati. Non solo si dichiarano contrari ma si dicono del tutto estranei. Ma l'azienda MarcheMultiservizi che partecipa con il 40% alla società Aurora che ha presentato l'iter autorizzativo in provincia per la discarica è una società a partecipazione pubblica (Pesaro partecipa per il 25,5% e Urbino per il 3,9%) in cui le decisioni non possono essere avviate senza l'autorizzazione dei sindaci della provincia che sono presenti nel Cda di MarcheMultiservizi. Ma ora nessuno dice di saperne nulla: questa partecipazione di Marchemultiservizi sarebbe stata decisa ad insaputa dei rispettivi sindaci che hanno i loro rappresentanti nel Cda. Non solo ma al vertice di questa società Aurora troviamo lo stesso Tiviroli presidente di Marchemultiservizi. 

In questa controversa vicenda i silenzi pesano più delle pietre. Se il Pd provinciale si è detto contrario e il presidente della Provincia Paolini pure chi ha favorito e indicato ad Aurora il luogo di Riceci per la megadiscarica? E' possibile che il sindaco di Petriano e la Regione non sapessero nulla? Ma perchè MarcheMultiservizi ha deciso di entrare nel dicembre scorso nella società Aurora decidendo tra l'altro un aumento di capitale? I partiti presenti nel Cda di Marchemultiservizi non si sono chiesti per quale fine veniva deciso questo aumento di capitale? Non si sono chiesti per quale fine MarcheMultiservizi entrava nel capitale di Aurora? Fatto tutto all'insaputa dei partitoni? O funziona il gioco delle tre scimmiette? Cosa si nasconde dietro le ambiguità e i tentennamenti del sindaco di Urbino che ha un suo rappresentante nel Cda di MarcheMultiservizi?

Se le dichiarazioni del sig. Ambrogio Rossini, socio di maggioranza della società Aurora, sono veritiere chi si nasconde dietro quell'affermazione "qualche politico è venuta a casa mia a San Marino e mi ha bussato alla porta dicendo: signor Rossini, ci sta a creare una società per costruire una discarica a Riceci? Io ho risposto di sì insieme a MarcheMultiservizi" ? 

In genere i politici dovrebbero rispondere alle comunità di cui sono espressione. Perchè non vengono alla luce? Perchè si nascondono? Oppure questi rappresentanti di partitoni si sentono al di sopra di tutto e di tutti?

In ogni caso, se i partitoni confermano il No alla discarica e al progetto di Aurora su Riceci, è necessario che l'intero Cda e il suo Presidente si dimettano. Lo chiedono i cittadini che esigono dalle società pubbliche trasparenza e azioni in difesa dei beni comuni, la salute, l'ambiente, la correttezza con le comunità locali. 

E' necessario mettere in discussione il ruolo di MarcheMultiservizi e in generale di queste finte partecipate, che in realtà sono vere SPA che producono profitti non per essere reinvestiti nei servizi di pubblica utilità ma per i dividendi privati e condizionano le scelte degli enti pubblici piuttosto che essere controllate da loro.   Sinistra per Urbino è impegnata per farla finita con le politiche ultradecennali di privatizzazione, esternalizzazione e appalti al ribasso e ricostruire una centralità della proprietà e dei servizi pubblici a partire dalla gestione ri-municipalizzata e consortile dell’acqua e dei rifiuti.

dal Resto del Carlino 8.6.23




https://www.vivereurbino.it/2023/06/08/la-discarica-di-riceci-e-il-gioco-dei-partitoni/104605/

https://www.nonsoloflaminia.it/index.php/2023/06/07/sinistra-per-urbino-la-discarica-di-riceci-e-il-gioco-dei-partitoni/

mercoledì 10 maggio 2023

LA POLITICA DEI RIFIUTI IN PROVINCIA TRA CAOS, PROFITTI E SPECULAZIONE



 LA POLITICA DEI RIFIUTI IN PROVINCIA TRA CAOS, PROFITTI E SPECULAZIONE

In un'assemblea di qualche anno fa a Montesoffio, il sindaco Gambini e l'a.d. di Mms annunciarono tronfi che nel giro di brevissimo tempo la nostra Provincia avrebbe dato l'addio alle discariche per una moderna e tecnologica politica dei rifiuti. Ad oggi ci troviamo invece in una situazione di massima confusione.

Il Biodigestore programmato a Talacchio dovrebbe trattare 105mila tonnellate di rifiuti all'anno con un traffico di 14mila autocarri, sconvolgendo la vita, l'ambiente e la salubrità dei residenti della frazione di Vallefoglia. E’ lo stesso  Biodigestore che il sindaco Gambini voleva affibbiare a Canavaccio provocando la ferma reazione dei residenti della frazione. Ma altrettanto dura è stata l'opposizione dei residenti di Talacchio, che ha costretto la Giunta Ucchielli a fermare il progetto e messo in imbarazzo quelle associazioni ambientaliste che l'avevano sostenuto. Più che valide le ragioni della popolazione di Talacchio, visto che il progetto sovrastimato avrebbe trasformato la piccola frazione in un centro di  raccolta dei rifiuti interregionale.

Un altro Biodigestore si vuole imporre nella zona di Barchi, per il trattamento di 50mila tonnellate di rifiuti, provocando anche qui la reazione dei residenti e dei Consigli Comunali della zona.

Ma non è finita. Ora spunta il progetto di una mega discarica a Riceci più grande di quella di Ca΄Asprete e Ca΄ Lucio messe assieme, in un‘area paesaggistica molto bella che venne scelta per lo sponsor di promozione turistica di Dustin Hoffman da parte della Regione Marche.

Anche qui forte e puntale è stata l'opposizione delle popolazioni residenti che nel giro di pochi giorni hanno raccolto l'adesione di più di duemila firme.

Basta  considerare l'entroterra come la pattumiera della provincia! I centri raccolta rifiuti siano ubicati nelle zone di più alta densità di popolazione che producono la quantità maggiore e si avvii una seria politica di raccolta differenziata e di economia circolare, senza continuare a scavare buche o devastare intere vallate.

Intanto, mentre si programmano nuovi centri di rifiuti e le bollette aumentano, il Cda di Marchemultiservizi si vota pingui aumenti di stipendio. Questi aumenti votati da tutti i sindaci, Pd in maggioranza, ma anche col voto dei sindaci della destra e una sola astensione, ha suscitato una generale reazione di protesta nell'opinione pubblica. Anche il sindaco Gambini si è schierato a favore e ha difeso questi aumenti con il rappresentante urbinate nel Consiglio di Mms. Gli stessi partiti dei sindaci di appartenenza membri del CdA che ha votato "pro domo sua", hanno poi smentito questo voto scandaloso chiedendo una nuova riunione e una nuova votazione. Questo tira e molla non è sufficiente. Nel Cda di Mms deve cambiare qualcosa e i rappresentanti dei Comuni devono essere sostituiti perché questa azienda pubblica acquisti un minimo di credibilità. Soprattutto, la gestione dei rifiuti deve tornare interamente in mano pubblica e i profitti dell'azienda devono avere una totale ricaduta sulla diminuzione dei costi delle bollette, oggi insostenibili per i consumatori, e nella migliore qualità dei servizi, non per essere spartiti tra i componenti del Cda.




Il negazionismo antifascista del Sindaco Gambini

 COMUNICATO DI SINISTRA PER URBINO

Il negazionismo antifascista del Sindaco Gambini

Il Consiglio comunale del 27 aprile ha discusso l’odg presentato da Pd e Viva Urbino, sottoscritto anche da Sinistra per Urbino e Anpi, che chiedeva la condanna delle esternazioni del presidente del Senato La Russa che hanno suscitato l’indignazione  di tutti i rappresentanti delle forze politiche democratiche e la richiesta di dimissioni per  mancanza di sensibilità istituzionale, atteggiamenti provocatori e parole insultanti contro l’Antifascismo e la Costituzione.

Nel corso della discussione sono intervenuti i capigruppo della maggioranza e il consigliere aggiunto in rappresentanza dell’Ateneo che di fatto alla razionalità politica e alle verità della storia hanno anteposto l’appartenenza partitica e premiato il dirigismo scomposto del sindaco che si è reso protagonista di dichiarazioni false e vergognose accusando l’Anpi e la Sinistra di “fomentare l’odio e di istigare alla violenza”. Il riferimento era al contenuto dell’intervento  pronunciato nel corso della manifestazione pubblica del 25 aprile dal presidente dell’Anpi Cristiana Nasoni. 

Un comizio quello del primo cittadino in cui era trasparente il livore e una faziosità indegna che un consesso democratico non dovrebbe tollerare. Secondo Gambini, da novello Fukuyama, non solo sono ormai finiti il fascismo e l’antifascismo ma la storia stessa. Oggi - ha detto - è il tempo del fare non delle divisioni anacronistiche fomentate dall’Antifascismo e dalla Sinistra perché la gente  è  stanca di tante discussioni su un episodio come la Resistenza  avvenuto ottant’anni fa. 

Parole in libera uscita che di fatto mettono in discussione la dialettica democratica e i valori del dettato costituzionale. La sua parabola politica successiva all’incontro di  Arcore si è spostata ancora di più a destra. La cifra è quella di una destra reazionaria, nel senso letterale del termine, che si appresta a devastare gli assetti  istituzionali, che propone l’elezione diretta del capo dello Stato e del presidente del Consiglio e la concentrazione dei poteri a favore dell’esecutivo.

Se c’è qualcuno che divide ed eccita all’odio e alla contrapposizione è proprio lui perché come tutti gli “uomini fatti da sé”, che rivendica in ogni occasione, nutre un’autostima ipertrofica e vorrebbe ascoltare solo gli applausi e nessuna critica perdendo i contatti con la realtà. Non sono state da meno la forze politiche della maggioranza che hanno respinto l’odg illustrato dal consigliere del Pd Carolina Borgiani. Si sono ascoltate dichiarazioni fantasiose come quella che non si possono chiedere le dimissioni di La Russa in quanto il Senato è un organo dello Stato e quindi  sarebbero una manica di incompetenti i senatori di Sinistra italiana e Verdi che invece  hanno invitato  La Russa a dimettersi e raccolto centomila firme per chiederne le dimissioni.

Una brutta pagina che arricchisce il già ben fornito zibaldone in materia di questi amministratori.

Pubblichiamo ancora l’intervento del presidente dell’Anpi Cristiana Nasoni pronunciato nel corso della manifestazione del 25 Aprile in Piazza della Repubblica e la registrazione del dibattito sull’odg presentato dalle opposizioni (dal m. 1:38 al m.2:24)

LA RESISTENZA PATRIMONIO COMUNE

Intervento del Presidente dell’Anpi di Urbino, Cristiana Nasoni, nella pubblica manifestazione del 25 Aprile in Piazza della Repubblica

Nel primo governo di destra dalla caduta del nazi-fascismo ci troviamo, oggi 25 aprile 2023, a dover ancora una volta difendere in tutte le piazze i valori dell’antifascismo che improntano la nostra Costituzione democratica e sociale. Nella XII Disposizione transitoria e finale della Costituzione è scritto: «E' vietatala ricostituzione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista». E’ dunque palesemente falsa la presa di posizione del presidente del Senato, Ignazio La Russa il quale ama giocare con le parole. La Costituzione è antifascista dal primo all’ultimo articolo, come antifascisti furono tutti i e tutte le costituenti. Il Presidente del Senato porta avanti un disegno di stravolgimento della Carta, di falsificazione storica e attua un tentativo di divisione degli italiani venendo meno al suo ruolo istituzionale. Non si può che sottoscrivere la richiesta di alcune forze parlamentari e dell’Anpi che hanno chiesto le dimissioni del suddetto da presidente del Senato dopo le sue parole su via Rasella, e bene hanno fatto i vertici dell’Anpi di Milano a chiarire che quest’anno non saranno invitati i presidenti di Camera e Senato sul palco per le celebrazioni del 25 aprile. Nel frattempo la Russa andrà a Praga a commemorare Jan Palach compiendo un salto acrobatico con la colpevole dimenticanza di cosa sia la festa della Liberazione, la nostra Liberazione! 

Noi non dimentichiamo l’oscuro passato di La Russa! Ma ricordiamo a lui e ai membri del suo partito, cominciando dalla Presidente del Consiglio, le tanti stragi nazifasciste consumate in Italia: furono i questori fascisti a fornire ai nazisti le liste degli Ebrei da deportare nei campi di sterminio, fu il Questore fascista di Roma Pietro Caruso a redigere la lista dei prigionieri politici da assassinare alle Fosse Ardeatine. Non dimentichiamo che la lotta contro i partigiani era condotta anche da altri italiani, i fascisti, che guidavano i tedeschi nei rastrellamenti che tanti eccidi hanno provocato. Tanti eccidi di cui le vittime furono non solo i partigiani, ma soprattutto i civili, per lo più anziani, donne e bambini: Per esempio, in Toscana sono morti 4500 civili, in Emilia Romagna 4.800, di cui 830 solo a Marzabotto, di cui molte arse vive, nelle Marche 689, in Lombardia 1239, in Piemonte 3102, nel Veneto 2317, nel Lazio 1239, di cui 335 vittime tra civili e militari italiani, prigionieri politici, Ebrei e detenuti comuni, uccisi per rappresaglia. In totale su tutto il territorio italiano le vittime sono state 24.442. Una scia di morte che l’esercito nazista con la collaborazione dei fascisti della Repubblica Sociale Italiana si lasciava alle spalle durante la ritirata, continuando ad uccide, saccheggiare, incendiare e devastare fino alla fine: gli ultimi episodi sulle Alpi sono del Maggio 1945. Né dobbiamo dimenticare la sorte di tanti partigiani e tante partigiane, imprigionati, torturati e uccisi a volte con l’impiccagione nelle pubbliche piazze, lungo le strade come monito per i civili, come toccò a molti partigiani che operavano nel Forlivese tra cui la combattente partigiana Iris Versari, il cui corpo esanime, assieme a quelli dei suoi compagni, fu appeso dimostrativamente due volte, una prima volta sotto i portici di Castrocaro Terme e successivamente ad un lampione in piazza Aurelio Saffi a Forlì (lei ferita, si era uccisa per non farsi catturare). 

L’antifascismo è l’indiscutibile paradigma costituzionale come è dimostrato dal fatto che proprio la citata XII Disposizione transitoria e finale della Costituzione consente lo scioglimento delle organizzazioni che si ispirano agli ideali fascisti e si pone alla base del divieto di una serie di altri reati d’odio. Reati come la discriminazione razziale e sessuale che sono alla base dell’azione dei fascismi e nazionalismi. Quindi le parole del ministro Lollobrigida (altro notevole esponente di questo governo) suonano altamente sinistre, in odore di suprematismo bianco e apertamente anticostituzionali. Non siamo più disposti a sopportare altro e chiediamo a tutti voi di ritornare a far sì che la politica partecipata e combattiva ritorni ad essere protagonista nella società, contro l’indifferenza e l’apatia che consentirono l’ascesa del fascismo in Italia. 

Prendiamo esempio dai e dalle resistenti, quelli che combattevano sulle montagne, nelle città, da chi organizzava sabotaggi e scioperi, da chi dava protezione a chi era perseguitato, da tutte quelle donne che chiedevano eguali diritti, una volta che la pace fosse stata conquistata. Lidia Menapace, partigiana, femminista, attivista, una donna che ha attraversato il novecento disse: «La Resistenza fu il più grande movimento di presa di coscienza politica che l’Italia abbia mai attraversato». Coscienza politica che dovrebbe essere parte del cammino di vita di tutti e tutte……

E allora buon 25 aprile a tutti e tutte: ai partigiani e alle partigiane che ci hanno resi liberi a tutti coloro che sono stati e sono antifascisti a tutte le persone che patiscono le conseguenze terribili della guerra in corso ai confini orientali dell’Europa e di tante altre guerre dimenticate nel mondo.