domenica 12 giugno 2016

C'ERANO UNA VOLTA I CORTILI...

Che l'Università trovi spazi adeguati per i propri laboratori di Restauro è notizia che ci rallegra, un po' meno se a farne le spese è il progetto di fare del Cortile del Collegio Raffaello una Piazza nella Piazza, luogo di sosta per i turisti e di incontro per gli Urbinati, per tutti vetrina delle eccellenze artigianali e gastronomiche . Se, poi, i locali vengono ceduti all'Ateneo per un prezzo notevolmente inferiore a quello versato dagli esercizi commerciali che li hanno occupati fino a poco tempo fa, le perplessità aumentano. Se a ciò si aggiunge l'investimento effettuato per gli arredi del Cortile , balza agli occhi di chiunque che il danno è doppio: erariale e d'immagine.
E' comprensibile che il Legato Albani abbia preferito una soluzione di compromesso, piuttosto che rischiare di ritrovarsi senza locatari .
Il punto è proprio questo: come è possibile che uno spazio così prestigioso, incastonato in un contesto di grande bellezza e, per di più ,centrale, non sia riuscito ad imporsi come centro commerciale naturale ? Il suo fallimento chiama in causa la gestione più complessiva della città e del suo straordinario centro storico, nonché le politiche del turismo.
Anni di abbandono di quest'ultimo da parte delle amministrazioni comunali e la progressiva desertificazione che ne è seguita presentano adesso il conto, piuttosto salato se si considera che le botteghe e le gallerie chiuse del Cortile Raffaello sono solo le ultime in ordine di tempo di un fenomeno che ha investito diverse attività commerciali ed artigianali in ogni via del centro.
Ancora più grave appare, in questo quadro, la scelta di aprire ad Urbino, appena fuori dalle mura, ben due Centri commerciali che disputano i loro pochi clienti ai negozi cittadini.
I tentativi, spesso discutibili e improvvisati, dell'ultima amministrazione di sanare questa situazione si stanno rivelando inadeguati, privi di una visione d'insieme e viziati da un attivismo disordinato che moltiplica gli “eventi” ,non di rado insignificanti, fino all'implosione.
Restituire vita al centro storico richiede un progetto coerente e di lunga durata che si prefigga di riportare le famiglie ad abitare entro la cerchia muraria, attraverso sostegni ai mutui ed alle ristrutturazioni, creazione di spazi per i bambini (ludoteche, giardini con giochi e attrezzature sportive) e gli adulti ( biblioteca), agevolazioni per i parcheggi sotterranei, risoluzione dell'annoso problema del “giovedì sera” che le politiche proibizionistiche della giunta Gambini non hanno minimamente scalfito.
L'altra questione da affrontare è la messa a punto di un piano per il turismo stanziale: scommessa che vede impegnate numerose città, in quanto si tratta di contrastare l'attuale tendenza, che non riguarda certamente la sola Urbino, a un turismo frettoloso, con soste brevi e rigidamente programmate, spesso di impatto negativo sulle realtà coinvolte e che nella nostra città- splendida, ma piccola- può essere affrontato solo nell'ambito di una progettualità che interessi tutto il Montefeltro.
Se non si affrontano questi nodi attraverso interventi strutturali, singole iniziative, anche quando nascono da un'intuizione felice come è stato per il Cortile del Collegio Raffaello, rischiano di finire in un vicolo cieco e di scoraggiare chi volesse tentare di aprire un negozio o una bottega artigianale, sfidando gli affitti esorbitanti richiesti per i locali del centro.
Sembra che ad Urbino ci sia spazio solo per luoghi di ristoro dagli arredi invasivi e dall'offerta gastronomica standardizzata, perfettamente funzionali a quel turismo “mordi e fuggi” che attraversa la città a passo di corsa e che non riesce a trasformarsi in risorsa economica importante.
Ci auguriamo, perlomeno, che il Cortile continui ad essere disponibile per qualche concerto o qualche incontro di pubblico interesse: sono così pochi i luoghi deputati a tale funzione che non possiamo permetterci di perdere anche questo. Anzi, continuiamo a porre con forza l' esigenza di spazi aggregativi per l'associazionismo e per i cittadini, in particolare per i giovani cui si dovrebbe fornire l'opportunità di ritrovarsi per fare musica, teatro, scrittura creativa, fotografia, artigianato artistico.....
O vogliamo lasciare ai ragazzi di Urbino solo la squallida Sala giochi di via Garibaldi?


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