La revoca
dell’assessore Crespini evidenzia un profondo stato di malessere della Giunta.
Il successo nelle elezioni del 2014 delle Liste Civiche della Crespini e di
Gambini aveva illuso numerosi cittadini che fosse tramontata un’epoca, quella
dei partiti che si fondano su un pensiero politico. Ogni lista civica ha
impostato il proprio discorso elettorale sul superamento delle categorie di
“destra” e “sinistra” nonché sulla fine delle distinzioni ideologiche. Si è
diffusa l’idea che inseguendo un astratto interesse della città si potesse
prescindere da una strategia, da un programma e da un patrimonio di
valori. Le responsabilità maggiori di
questa deriva ricadono proprio sul Pd, che ha cessato di distinguere, fin dal linguaggio,
gli interessi popolari da quelli dei poteri forti e dei ceti più abbienti. I
risultati di questa verve postmoderna sono stati la sconfitta delle elezioni
amministrative, la proclamazione renziana del “partito della nazione”,
l’esaltazione di Marchionne come campione dell’imprenditoria italiana, il
progetto di stravolgere la Costituzione. Ma se il PD da tempo è oramai un
partito di destra, ora siamo alla crisi delle liste civiche che proclamavano la
messa al bando della politica e l’esaltazione del saper fare.
Questa
Giunta prosegue sulla strada precedente: difficoltà a conciliare interessi di
gruppi diversi, rissosità, scarsa attenzione ai veri interessi popolari, del
lavoro, dei giovani - disoccupati o
costretti all’emigrazione -, dell’ambiente, dello sviluppo. Sinistra per Urbino
aveva da tempo denunciato il limite di una politica basata su eventi sporadici
e la mancanza di una programmazione a breve, medio e lungo termine che ridesse
respiro ad una città in declino, vittima di decenni di amministrazioni malsane.
Ora alcune delle nostre critiche vengono rilanciate dalle associazioni del commercio
che tuttavia avevano taciuto sulla proliferazione dei Centri Commerciali, causa
della prevedibile depressione dei piccoli esercizi dentro e intorno al centro
storico.
I nodi
stanno venendo al pettine, ma si tenta di parlarne il meno possibile. Così si
tace, ad esempio, sul buco finanziario,
che grava sul Comune, relativo al mutuo per il Parcheggio–Centro commerciale di
S.Lucia.
Sarà di
nuovo la collettività cittadina ad essere chiamata a pagare le scelte avventate degli amministratori? Non
sarebbe più opportuno chiedere il risarcimento ai componenti le trascorse
amministrazioni responsabili di questo debito, che allora per un
imperscrutabile motivo se ne fecero vanto ?
Ci auguriamo,
per il bene della città, che questa crisi di giunta possa costituire
l’occasione per un ripensamento di una strategia complessiva e che si possano
portare ad attuazione quelle promesse –finora disattese - sventolate al momento
della competizione elettorale, tra cui il rilancio di quell’associazionismo
storico, che anziché andare incontro allo promesso sviluppo, ha visto
accrescere le proprie difficoltà rispetto al passato. I cittadini non hanno
assistito finora a nessuno sviluppo del territorio, ma solo a giochi politici,
escalation di interessi personali e
intrichi nell’amministrazione cittadina. Speriamo in un radicale cambiamento di
rotta.
Nessun commento:
Posta un commento