giovedì 15 giugno 2017

LA SANITA’ DI CERISCIOLI: TAGLI, CHIUSURE, CARENZE DI SERVIZI E CLINICHE PRIVATE



Le aspettative per la riunione del Consiglio comunale sulla sanità con la presenza del presidente di Regione sono state completamente disattese. Ceriscioli, arrivato con una valigia piena di buoni propositi, di “faremo”, di riconoscimenti per l’Ospedale di Urbino, ha concluso che comunque non ci sono soldi. Quindi difficoltà a coprire i vuoti di personale, carenza di strutture, di posti letto, liste d’attesa chilometriche.  I cittadini, in sostanza, devono subire e pazientare per le carenze che si presentano. Non solo, ma siccome il servizio pubblico non può coprire le esigenze dei cittadini si aprirà,  alla sanità privata. Chi si oppone a questa – sentenzia – assume una posizione ideologica, vecchia di vent’anni. Ma il presidente della Regione non ha spiegato - perché non può -  per quale motivo è stata avviata una riforma sanitaria che ha comportato la chiusura di piccoli ospedali, senza prevedere che l’utenza dell’entroterra si sarebbe affollata nell’Ospedale di Urbino, il quale,  diventato unico punto di riferimento dell’entroterra,  avrebbe dovuto essere potenziato nei servizi e nel personale: diversamente non di riforma si tratta, ma di soli tagli chirurgici. Invece, si sono operati solo tagli e chiusure senza organizzare servizi sostitutivi ed efficienti e senza potenziare i servizi dell’Ospedale di Urbino. Questa è cattiva amministrazione. Una programmazione che taglia i servizi senza sostituirli con una nuova organizzazione funzionante è una programmazione fallimentare e penalizzante per i cittadini, e non basta accampare pretesti  e ritardi di vario genere. Chi ha provocato così gravi disagi alle popolazioni dell’entroterra dovrebbe riconoscere la sua incapacità. D’altra parte l’ingresso delle cliniche private nella nostra provincia, è un danno per la salute dei cittadini in quanto questa non può essere legata a profitti e interessi privati. La salute è un bene comune, un tema troppo importante per delegarla e abbandonarla a condizionamenti e interessi particolari. Troppi del resto sono anche gli esempi negativi di recente venuti alla luce nella cronaca giornalistica. Il governo regionale del Pd chiude alcuni servizi sanitari territoriali in nome della razionalità, ma apre, al loro posto, a cliniche private perché ve n'è bisogno. Una contraddizione difficilmente spiegabile se non col fatto che il PD costituisce ormai il partito dei grandi interessi privati agevolati e favoriti con i contributi dei cittadini. Non è un caso che probabilmente la sanità privata utilizzerà quelle strutture pubbliche che sono state chiuse o che stanno per esserlo, e sarà convenzionata con il servizio pubblico. Quindi un semplice esborso di soldi pubblici a favore del privato. Contro un simile baratro “Sinistra per Urbino” rivendica con orgoglio quella posizione che Ceriscioli definisce “ideologica” e “vecchia di vent’anni”: abbiamo infatti una posizione legata soprattutto alla nostra Costituzione - “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” - , e ci battiamo quindi, in ogni ambito, per la sua attuazione e contro ogni suo stravolgimento.

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