sabato 13 luglio 2019

SINISTRA PER URBINO E ART.1 MDP, DELUSI E PREOCCUPATI MA NON SCONFITTI.




SINISTRA PER URBINO E ART.1 MDP, 
DELUSI E PREOCCUPATI MA NON SCONFITTI.
Il risultato elettorale di Sinistra per Urbino - Art.1 Mdp è sicuramente inferiore alle aspettative, ha deluso le speranze di attivisti e nostri elettori, ma non è una sconfitta, né tantomeno una catastrofe. In una fase politica dominata dalle destre più oltranziste in Europa e soprattutto in Italia, dove la Lega ha superato il 34%, e in Urbino Gambini vince al primo turno con i voti della Lega, la nostra lista perde appena lo 0,47% confermando uno zoccolo duro non scalfibile.
Mentre la Lega diventa primo partito in Italia e in tanti centri grandi e piccoli ad Urbino, unico grande centro della provincia, rimane al secondo posto anche grazie alla campagna della nostra Lista. Grande è stata la sproporzione dei mezzi finanziari messi in campo da Gambini in primo luogo, ma anche da Londei e Rosati, rispetto alle scarse risorse frutto dell’autofinanziamento della nostra lista, e ciò ha avuto ovviamente un peso anche nel risultato finale.
Sinistra per Urbino e Art.1 Mdp rivendicano i valori della storia della Sinistra italiana, dei valori dei comunisti, dei socialisti e dei cattolici progressisti che  portarono l’Italia migliore al riscatto nella Resistenza e alla scrittura della nostra Carta Costituzionale. A questi  valori, Sinistra per Urbino e Art.1 Mdp uniscono i temi dei diritti dei lavoratori, dei giovani, della difesa dell’ambiente, della solidarietà e dell’accoglienza. Siamo convinti che la nostra sia una battaglia di lunga durata per questi valori e  queste politiche, e il momento elettorale è stato un’occasione per ribadirli con maggior efficacia. 
Il nostro impegno politico proseguirà perché la città di Urbino ha bisogno di una forza che si batta per i valori della sinistra: lo richiede la deriva a destra di un “gambinismo” sempre più demagogico. Il risultato elettorale ci preoccupa molto e temiamo rischi per la tenuta democratica. Riteniamo che questa sia la peggior coalizione di governo della città, una miscela che unisce l’estrema destra razzista e antieuropea e il trasformismo politico: diversi i personaggi transitati nel giro di poco tempo dal Pd a fianco dell’estrema destra leghista.
 Altri, invece, devono parlare di sconfitta. Innanzitutto Londei che raggiunge appena il 10% mentre sperava e si è speso tanto per il ballottaggio, e due liste della sua coalizione che raggiungono percentuali inferiori alla nostra. Poi il M5S che nella stessa domenica passa dal 16,64% delle europee al 5,34% delle comunali. Ciò significa che oltre il 10% del suo elettorato, più di 1.000 votanti,  ha preferito Gambini e  la coalizione di destra, frutto forse di uno scambio sorprendente di complimenti, tra il sindaco uscente e Lauricella in campagna elettorale. Che i 2/3 del suo elettorale abbia fatto una scelta di destra dovrebbe preoccupare il M5S locale.
Infine il Pd ha affrontato la campagna elettorale diviso in due liste che hanno indebolito entrambe, determinando la vittoria della destra e perdendo per strada oltre 700 voti dalle europee alle comunali. Cut ha perso 800 voti rispetto al 2014 e non sarà più rappresentata in Consiglio comunale. Urbino al Centro, che costituiva una scissione dalla coalizione Gambini, ha registrato un autentico flop fermandosi all’1,4%.  Ma anche Forza Italia, ridotta ai minimi termini, ha poco da festeggiare. Il risultato elettorale segna inoltre la sconfitta delle liste civiche che hanno nascosto dietro il cosiddetto civismo e apoliticismo un effettivo schieramento partitico  a cominciare da Liberi per Cambiare che ha fatto il pieno con i voti  della Lega.
 Sinistra per Urbino e Art.1 Mdp intendono infine rivolgersi a quel 26,71% di elettorato che non si è recato alle urne non identificandosi nelle formazioni politiche, 3284 elettori, il primo partito urbinate,  215 in più rispetto a cinque anni fa, a cui vanno aggiunti altri 215 votanti che hanno annullato la scheda o votato scheda bianca. L’astensionismo rappresenta un fenomeno diffuso e in crescita, una forma di protesta nei confronti di chi governa la città e l’ha governata fino a ieri. 
Urbino, 29.5.19

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