mercoledì 14 dicembre 2016


                                                     SENZA   VERGOGNA

Per quanto  inequivocabile e netto sia il nostro giudizio sul PD, dobbiamo confessare che questa volta è riuscito a sorprenderci: partito neoliberista e scassinatore di Costituzioni d'accordo, ma pensavamo mantenesse un fondo di decenza,  anche strumentale, in vista di un recupero dei consensi nei prossimi mesi.
Ci siamo sbagliati: a una settimana dal chiaro responso delle urne, con una sfrontatezza che sembra eccessiva persino nel panorama politico italiano, ripropone, su regia di Renzi che sta preparando il suo ritorno in grande stile e con il beneplacito del presidente Mattarella, un governo di sostanziale continuità con il precedente, sonoramente bocciato da quasi venti milioni di elettori.
 Il disprezzo per i cittadini non ha mai toccato punte così alte, la democrazia non è mai stata così svilita e svuotata di significato come ora, in cui davvero appare un involucro vuoto, utile solo a gettare fumo negli occhi degli ingenui : ancora un governo privo di legittimazione popolare, ancora la negazione di quella sovranità popolare per salvaguardare la quale milioni di Italiani hanno votato contro la riforma costituzionale.
Questo ceto politico, pur di autoriprodursi,  non esita ad allargare il già profondo solco che separa i cittadini dalle istituzioni, salvo, poi, demonizzare qualsiasi dissenso sotto il nome di "populismo" che, in bocca a costoro, manifesta ormai soltanto un viscerale disprezzo per il popolo, di cui avvertono l'ostilità e l'estraneità crescenti.
Il mancato riconoscimento da parte del PD della sconfitta della politica delle "riforme" ( ovvero dei provvedimenti antipololari dettati al governo Renzi dalle lobbies economico-finanaziarie e di cui la modifica della Costituzione rappresentava il necessario supporto istituzionale) autorizza le peggiori previsioni in merito al nuovo governo.
Un nome tra tutti: Giuliano Poletti riconfermato al ministero del lavoro, malgrado il job acts,  il proliferare dei vauchers,  la precarizzazione e la flessibilità dei contratti come unico orizzonte lavorativo. Non a caso , i giovani, soggetto privilegiato delle nuove forme di sfruttamento, hanno votato in massa contro le modifiche costituzionali e il governo che ha cercato di imporle.  E che dire del ministro Boschi, promossa  a nuovi e prestigiosi incarichi dopo che gli elettori hanno bocciato senza possibilità di appello la sua riforma?
Nella scelta della continuità arroganza e cecità politica si mescolano in una miscela pericolosa dagli esiti imprevedibili. Quel che è certo è che il blocco di interessi attorno al Pd è ancora forte e  ben deciso a determinare gli assetti futuri del Paese.
Ossequioso di fronte alle esigenze del mercato, smanioso di essere il primo della classe nell'adempimento dei compiti  imposti dalle élites sovranazionali, questo partito ha perso il contatto con la realtà  e con le classi popolari, ormai da tempo prive di rappresentanza politica.  Il voto del 4 dicembre, tuttavia, con le sue istanze di partecipazione democratica , di dignità di fronte ai ricatti economici, di consapevolezza del valore fondante della Costituzione  induce a sperare che questa indecente provocazione lanciata dal PD trovi adeguata risposta.


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