martedì 6 dicembre 2016


                                                      VINCE LA COSTITUZIONE

Contenti e quasi increduli per la schiacciante vittoria del NO, sottoponiamo all'attenzione dei nostri lettori alcune prime considerazioni.
Gli Italiani , al di là di diverse collocazioni politiche e ideali, sono indiscutibilmente legati alla Costituzione, riconoscono in essa il principio costitutivo inalienabile del proprio vivere associato , la fonte e il fondamento della propria identità nazionale. Considerato che le radici della Carta del'48  affondano nell'antifascismo e  e nella Resistenza, non possiamo che rallegrarcene.
Ci conforta anche constatare che , malgrado la corruzione e il degrado civile e morale di cui troppo spesso il nostro Paese è teatro, i cittadini non si sono fatti comperare dalle mancette a profusione di Renzi, né intimorire dai ricatti messi in atto dai centri di potere economico-finanziario nazionali e sovranazionali che hanno scatenato una vera e propria campagna terroristica per condizionare il voto del 4 dicembre.  La risposta data a questo trattamento di impronta neo-coloniale è stata un'espressione di dignità e di orgoglio .
 Non solo: è segno anche di un distacco e di una ripulsa nei confronti delle élites dominanti che ha trovato nella difesa della Costituzione la via  maestra per manifestarsi e che dovrebbe, ora,  trovare coesione politica ed organizzativa  in un blocco sociale capace di riportare il discorso pubblico sulla centralità dei diritti sociali e del alvoro.  
A essere rifiutata  non è stata solo la controriforma costituzionale , ma la politica complessiva del governo Renzi che di questa riforma aveva bisogno per istituire un contesto istituzionale favorevole a un indisturbato dispiegamento di quelle politiche neoliberiste di cui il job act , la buona scuola e i tagli alla sanità hanno rappresentato i primi bocconi avvelenati.
Chiunque succeda nei prossimi giorni a Renzi, sempre che tenga fede alla sua promessa di andarsene, si troverà confrontato a un segnale inequivocabile  di cui non potrà non tenere conto:  gli Italiani non sono ancora pronti per quell'operazione di distruzione della sovranità popolare  in nome delle leggi del mercato che  sottostava alla riforma. Ancora: hanno dimostrato, attraverso la creazione di tanti Comitati e la massiccia presenza ai seggi, una grande volontà di partecipazione democratica e di mobilitazione dal basso ,  un segnale forte per chi fosse tentato di proseguire sulla via del disprezzo e della demonizzazione nei confronti delle istanze popolari. Altro che vittoria dei populisti, come continua  a ripetere certa stampa asservita: il vero , e  pericolosisssimo, populista è stato sconfitto ieri.
Naturalmente, la strada che ci attende ora è tutta in salita, ma è stato messo a segno un punto importante contro l'arroganza del potere.

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