mercoledì 14 ottobre 2015

Una opinione su lupi e cinghiali
Negli ultimi anni le campagne dell’urbinate sono profondamente cambiate:molte abitazioni e i relativi poderi sono stati abbandonati e la coltivazione riservata alle aree più fertili e comode,mentre gran parte degli antichi seminativi collinari si sono progressivamente trasformati in boschi spontanei. La diminuita popolazione delle campagne,l’assenza di custodia dei fondi,hanno indubbiamente favorito una crescente proliferazione di alcuna specie di selvatici,dapprima istrici, cinghiali e caprioli e negli ultimi tempi si osserva anche una discreta presenza di lupi. Mentre l’introduzione di mezzi chimici in agricoltura segnava la definitiva scomparsa da queste zone di specie come la starna ,la quaglia e molti migratori una volta comuni, I pochi agricoltori rimasti sul territorio hanno subito dapprima una crescente proliferazione di cinghiali incrociati con maiali ,irresponsabilmente introdotti negli anni novanta allo scopo di ripopolare di selvaggina le aree più interne e rapidamente diffusi senza alcuna evidente possibilità di controllo, che in breve tempo sono diventati un problema a carico della comunità .Così gli enti preposti,Provincia e Ambiti di caccia ,hanno dovuto rifondere agli agricoltori danni alle coltivazioni sempre più gravi,mentre c’è stato un aumento esponenziale di incidenti stradali causati da cinghiali e caprioli. Tuttavia gli amministratori e i politici tenevano la testa sotto la sabbia mentre squadre di cacciatori si adoperavano a nutrire nei periodi di magra le femmine di cinghiale incrociate ai maiali ,rendendole sempre più prolifiche, e il mercato della carne abusiva e priva delle certificazioni sanitarie consentiva redditi esentasse ad un numero crescente di impavidi bracconieri. In questo far west dominato da bande di interesse politico ed economico ,che hanno supportato la caccia finalizzata alla pura soddisfazione ludica,i primi lupi facevano la comparsa sui monti più alti dell’interno,Paganuccio , Catria e Nerone,via via estendendo il proprio territorio d’azione nelle valli. La comparsa del lupo rappresenta al meglio i cambiamenti in atto nell’ecosistema rurale delle campagne ,è un animale al primo posto nella catena alimentare ed è indubbio che si nutra principalmente di cinghiali e caprioli,come dimostrano evidenti tracce .In alcune zone interne il lupo ha decimato la popolazione di cinghiali riportandola ad una quantità compatibile con la coltivazione agricola. Ovviamente c’è l’altro lato della medaglia ,i primi a farne le spese sono i pochi pastori che eroicamente proseguono la loro attività malgrado lo stato di prostrazione in cui sono costretti .Occorre riconoscere l’importanza vitale di questi allevamenti per l’entroterra , e tutelare i piccoli imprenditori che con caparbietà accettano mille
sacrifici pur di continuare Tuttavia non sono praticabili scorciatoie e dichiarazioni di guerra al lupo che sono illegali : il lupo è animale protetto da specifiche norme di legge,non si può catturare né cacciare .A ben vedere questa è la situazione tipica dove si raccoglie ciò che si è seminato; anni di assenza della politica malgrado segnalazioni sulla presenza eccessiva degli ungulati hanno prodotto soltanto qualche risarcimento insufficiente a coprire i danni ai malcapitati agricoltori .Il mondo politico finora ha scelto di proteggere gli interessi dei cacciatori basandosi sulla popolarità della caccia e sulle vaste platee di potenziali elettori che coinvolgeva.
Occorre interpretare correttamente quanto sta avvenendo senza inutili allarmismi , la presenza del lupo è un indice di alta qualità ambientale e rappresenta un elemento di riequilibrio nella composizione faunistica del nostro territorio che si riflette in un minore impatto degli ungulati sull’ecosistema.
Occorre creare un sistema di maggiore sorveglianza attorno ai pascoli non solo rifondere con prontezza i danni subiti dagli allevatori,ma istituire contributi per recinzioni e cani pastore atti a salvaguardare il grande patrimonio dell’allevamento,magari utilizzando i fondi europei del Piano di Sviluppo Rurale.
Nessuna scorciatoia relativa alla vita dei lupi è percorribile ne auspicabile,se non impegnarsi sul fronte degli aiuti e dell’ assistenza agli allevatori.

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