PER LA
COSTITUZIONE
Ieri sera ad Urbino si è parlato di
Costituzione e della necessità di difenderla, per evitare derive
autoritarie e salvaguardare quegli spazi di agibilità politica che
mettono i cittadini nella condizione di potere adempiere al
diritto-dovere di partecipare alla vita pubblica.
Marcello Fagioli, avvocato, docente di
diritto in un Istituto Superiore della provincia, studioso di diritto
del lavoro, ha illustrato con chiarezza e puntualità i nodi critici
della riforma costituzionale voluta dal governo Renzi, privilegiando
un approccio politico al problema, per evitare di cadere in quei
tecnicismi che rischiano di nascondere l'importanza della posta in
gioco.
La convinzione con cui il relatore ha
insistito, contrariamente alla vulgata corrente, sul carattere
“abrogativo” e non confermativo del referendum rinvia proprio ad
una questione squisitamente politica: letteralmente, questo
referendum è approvativo (infatti, chi è contrario alle modifiche
costituzionali vota NO), ma è , nella sostanza, “abrogativo”
delle modifiche introdotte e del disegno politico che le ha ispirate.
Questo referendum rappresenta di per sé un'anomalia costituzionale:
l'istituto referendario,infatti, è strumento delle opposizioni, non
del governo, mentre Renzi lo ha trasformato in un plebiscito sulla
sua persona e il suo operato.
L'avvocato Fagioli ha sottolineato che
la revisione della Carta ha effetti particolarmente deleteri in
combinazione con la legge elettorale: il combinato disposto realizza,
infatti, uno stravolgimento strisciante della forma di governo
parlamentare, sancita dalla Costituzione, a vantaggio
dell'accentramento del potere nelle mani dell'esecutivo e del partito
che ottiene il cospicuo premio di maggioranza previsto dall'
Italicum. Interessante il confronto con altri Paesi dove vige il
monocameralismo, ma in combinazione con un sistema elettorale
proporzionale , ciò che consente di mantenere quel delicato
equilibrio di pesi e contrappesi di cui necessitano le democrazie e
che, invece, la riforma Boschi cancella.
E' stato posto l'accento sul carattere
unitario della Costituzione e sullo stretto legame fra la prima e la
seconda parte: singoli emendamenti di questa si ripercuotono
sull'impianto complessivo, stravolgendolo e finendo per stravolgere
la stessa forma di governo con l'introduzione di un
“presidenzialismo” tanto più pericoloso in quanto non
dichiarato.
Ampio spazio è stato dato all'articolo
3 che, introducendo il principio dell'eguaglianza sostanziale dei
cittadini, caratterizza in senso fortemente progressivo la nostra
Costituzione rispetto a quelle liberali classiche che si limitano a
sancire l'eguaglianza formale di fronte alla legge. Il concetto di
democrazia partecipativa che ne deriva si collega alla centralità
del Parlamento: venuta meno questa con la “controriforma”
renziana, anche la prima si esaurisce.
Numerosi gli interventi dei
partecipanti che hanno toccato diversi temi: i possibili rischi per
l'indipendenza della magistratura, la relazione tra smantellamento
di una Costituzione molto attenta ai diritti sociali e le attuali
politiche neoliberiste ( con particolare riferimento alla legge
delega sul lavoro, meglio nota come job act), la necessità di
difendere l'impianto istituzionale e ideale di matrice antifascista
di cui la Costituzione è compiuta espressione.
E' emersa con forza la necessità di un
maggiore coinvolgimento dei cittadini in questa battaglia di
democrazia e civiltà che siamo ben decisi a portare avanti nei
prossimi mesi: con l'incontro di ieri abbiamo voluto aprire la
campagna per il NO al referendum di ottobre e prendere i primi
contatti per la formazione di un Comitato per il No nell'entroterra.
Sollecitiamo un contributo in termini di proposte e di impegno in
difesa di una Costituzione che non ha bisogno di essere modificata,
ma solo di essere pienamente attuata.
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