La
diffusione del “coronavirus” nella nostra regione e in particolare in provincia
rappresenta un evento epocale che supera ogni più pessimistica previsione.
Soluzioni semplici e considerazioni circa la risposta che il sistema sanitario
è in grado di fornire sono materia
tecnica sulla quale non possiamo
districarci con faciloneria o vittimismo. Siamo consapevoli che i comportamenti individuali e la
collaborazione di tutti sono indispensabili a limitare l’estensione del
contagio e che ciascuno deve seguire le
disposizioni che limitano la circolazione e la vita sociale per sconfiggere il
virus.
La
salute è un diritto fondamentale costituzionalmente tutelato e come tale va considerata
al di là degli interessi individuali e delle speculazioni politiche ed
economiche. Questa crisi, così grave, ha evidenziato il totale fallimento del
Piano sanitario regionale. I cittadini, i pazienti, il personale sanitario
hanno vissuto sulla propria pelle la sua inadeguatezza. Ciò che noi, insieme a
tanti, avevamo paventato, si è dimostrato dalla drammaticità della situazione.
La
chiusura degli ospedali dell’interno senza sostituirli con adeguati presidi di sanità pubblica, ha
comportato un intasamento dell’ ospedale di Urbino, soprattutto del Pronto
Soccorso. Un affollamento si è registrato nello stesso ospedale di Pesaro e il
118 ha dirottato i ricoverati, anche sospetti Covid 19, all’ospedale di Urbino.
Gli ospedali dell’entroterra, chiusi e consegnati ad attività private,
avrebbero invece potuto essere trasformati
in presidi sanitari pubblici, pronti in questa emergenza ad alleggerire
la pressione sul nostro nosocomio.
Di
qui siamo arrivati all’assurdo: il primario del Pronto soccorso di Urbino
esortava a non andare nel suo reparto perché in condizioni drammatiche e saturo
di malati No Covid 19 e positivi al Covid che mettevano a rischio la vita di
pazienti e personale sanitario. Una situazione tragica che ha fatto naufragare
le direttive del Piano sanitario regionale
in difficoltà a gestire la situazione in tempi normali e incapace di
fronteggiare una situazione epidemiologica. Ceriscioli si è intestardito su un Piano
sanitario che ha creato difficoltà alle popolazioni dell’entroterra fin
dall’inizio e alla prima prova dei fatti ne è stato travolto. Questa politica
di destra con tagli al servizio pubblico e incremento della sanità privata ha
avuto infine la sua rappresentazione mediatica con la nomina enigmatica di
Bertolaso.
Speriamo
che questo sia l’occasione per un ripensamento delle politiche di
privatizzazione del Sistema sanitario regionale, privatizzazioni che come al
solito vengono pagate e sovvenzionate con denaro pubblico a spese dei contribuenti.
La
salute dei cittadini non può essere terreno di profitti e speculazioni. Il Pd
ne è stato travolto e non basta cassare Ceriscioli dalla candidatura a “governatore”
della regione. Sono necessarie profonde inversioni e revisioni delle politiche
fin qui perseguite. La destra ha sempre cavalcato le politiche di
privatizzazione della sanità come si può ben vedere in Lombardia.
La
difesa di Ceriscioli da parte di Gambini significa non solo assolvere chi ha
perseguito testardamente questo Piano, ma anche sposarne le logiche che per
Urbino e l’entroterra significano una pesante iattura gravida di conseguenze
per il futuro della sanità urbinate e dell’entroterra.
Siamo
preoccupati per il destino dell’ospedale di Urbino che dopo la chiusura di
Cagli, Fossombrone e Sassocorvaro è di fatto il principale presidio sanitario dell’entroterra.
La mancata diffusione sul territorio delle “case della salute”, di presidi
sanitari, ha causato un affollamento
sull’ospedale di Urbino molto prima della diffusione del Covid 19 e le
strutture e il personale sono risultati insufficienti a coprire l’aumento
scontato delle prestazioni richieste.
Bisogna
infine diffidare e smascherare i tentativi di quei politici e candidati della
destra che per raccattare demagogicamente voti cercano di cavalcare il
malcontento delle popolazioni dell’entroterra criticando il Piano sanitario regionale
ma senza offrire soluzioni alternative rispetto alle logiche privatistiche. La
destra è stata sempre e dovunque per le privatizzazioni, per socializzare le
perdite e privatizzare i profitti. Non ci hanno incantato nel passato, né ci
incanteranno in futuro.
Sinistra per Urbino
Urbino, 26 marzo 2020
https://www.vivereurbino.it/2020/03/28/piano-sanitario-regionale-fallimento-del-pd-e-demagogia-della-destra/778182/