SINISTRA
PER URBINO – LEU ART.UNO M.D.P.
Proibire
per non offrire.
L'ordinanza Gambini segno del
declino amministrativo
Con la nuova ordinanza che stabilisce la chiusura dei locali e di ogni
attività commerciale entro le 2 di notte il sindaco Gambini rivela ancora una
volta la propria inadeguatezza amministrativa. Del tutto privo di una visione
d'insieme, egli in piena campagna elettorale fa sfoggio di quella logica che lo
ha caratterizzato: incentrata interamente sul divieto e la proibizione, mai sulla
proposta.
Di fronte all'attrito di lunga data tra i bisogni degli studenti di
avere spazi ricreativi a disposizione e le richieste dei residenti del centro
storico di poter dormire sonni tranquilli (non interrotti dagli schiamazzi e
dalle grida notturne) come si è comportato il nostro primo cittadino? Ha
organizzato un tavolo di discussione in cui entrambe le parti potessero
confrontarsi per cercare soluzioni comuni? No, ha preferito procedere secondo
una tipica logica elettorale e leghista, che consiste nel compattare l'identità
comunitaria dei residenti e incanalare l'astio verso l'elemento estraneo.
Non essendovi nel centro una massa di immigrati contro cui scagliarsi,
l'elemento estraneo all'identità comunitaria è stato individuato nello
studente. Naturalmente non votante, che se potesse votare avrebbe ricevuto da
tempo tutt'altro trattamento.
Nessuna reale volontà, a dispetto delle parole, di risolvere il
problema. Che cosa succederà infatti una volta chiusi i battenti secondo quanto
previsto dalla nuova ordinanza? Si crede forse realmente che la fiumana di
studenti uscita dai locali se ne andrà a dormire senza batter ciglio? Essa si
riverserà piuttosto nelle piazze e nelle strade. Si intende allora
militarizzare l'intero centro storico per impedire anche i raduni notturni? Ma
quand'anche venissero cacciati dalle piazze (e ciò non è scontato che avvenga
senza incidenti) la marea studentesca si riverserà nelle abitazioni private
dove non cesseranno né musica né rumore. Manderà a quel punto il sindaco la polizia
anche negli appartamenti? La logica di Gambini è la stessa di quella Lega con
cui si presenterà alle prossime comunali. Un partito che non ha alcuna
intenzione di risolvere i problemi di cui parla e che interpreta il motto
"aiuta chi ha paura" come "amplifica la paura e fai in modo che
essa vi sia sempre cosicché io possa fare sfoggio del mio aiuto".
Nel momento in cui lo studente non ha diritto di voto nelle elezioni
comunali per questa giunta si riduce ad una nullità, o meglio ad una esclusiva
fonte di denaro. Gambini vorrebbe che gli studenti pagassero soltanto
l'affitto, spendessero e consumassero, ma che per il resto non esistessero; non
reclamassero quindi diritti, spazi e tanto meno voce in capitolo. E a tutto
questo clima di divieto e proibizione il sindaco ha dato il nome di
"Rivoluzione culturale".
La vera "Rivoluzione
culturale" sarebbe stata, in realtà, quella incentrata su una vasta gamma
di
proposte da offrire ai giovani come alternativa alla loro persistenza
nel centro storico fino a tarda notte. Questa gamma di proposte, invece, non
v'è mai stata. Eppure lo sceriffo parla di Rivoluzione, solo perché nella sua
ottica ha colpito i banditi. Ma noi che crediamo nei valori della modernità e
non in quelli dei Cowboys, noi che crediamo occorra evitare di affrontare ogni
problema con modi criminalizzanti e repressivi, ci domandiamo: quali sono
esattamente le politiche culturali che la giunta Gambini ha promosso per quel
mondo giovanile col cuore in subbuglio e carico di energie da spendere? Quali
sono gli spazi alternativi e le iniziative che gli ha offerto (oltre al circo e
alla cioccolata si intende)?
Qualche anno fa un gruppo di volenterosi ha tentato di portare una
ventata di cambiamento dando vita all'Urbino Jazz Club. Il loro impegno ha fatto
conoscere alla città artisti di fama internazionale e fatto assaggiare agli
studenti un clima spirituale diverso. Ci si sarebbe aspettato, da parte
dell'amministrazione, un sostegno duraturo. Ci si sarebbe aspettata una
collaborazione continuata nel tempo che desse respiro alle iniziative. Ci si
sarebbe aspettato un incentivo a sviluppare ulteriormente quanto iniziato,
offrendo anche nuovi spazi (magari fuori dalle mura) in cui ospitare concerti e
musica di qualità. Dopo i primi contributi, invece, sono presto seguiti
l'abbandono e un certo disinteresse da parte dei vertici politici. Nessuna
attenzione per le dinamiche gestionali di un'organizzazione che avrebbe
riportato nella città un po' di linfa vitale. Al contrario, sotto la pressione
della polizia questa organizzazione si è vista costretta a interrompere o
limitare fortemente le iniziative in programma. Che essa prolifichi o muoia
sembra non interessare al nostro primo cittadino, non certo più di quanto gli
interessi mostrare il pugno di ferro contro gli schiamazzi della “marmaglia
extracomunale”.
Confermiamo dunque che a questa amministrazione manca completamente una
visione di lungo periodo. Siamo quantomai lontani da quell'esperienza
governativa di Mascioli, De Carlo e Sichirollo che aveva reso grande questa
città, perché aveva inserito le proprie politiche in una idea di futuro. Qui
l'unico futuro a cui guarda Gambini sembra essere soltanto il proprio mandato
elettorale, da conquistare a suon di promesse irrealizzate, anatemi ad effetto
e bollori bellici che nulla a che vedere hanno con un progetto di città nel
quale si cerchi di trasformare la varietà delle sue componenti in una fonte di
nutrimento anziché di un conflitto su cui sperperare per ragioni
propagandistiche.
Sinistra per Urbino
Leu Art.Uno Movimento Democratico Progressista