domenica 16 maggio 2021

A FIANCO DEL POPOLO PALESTINESE

Sinistra per Urbino esprime solidarietà al popolo palestinese, ancora una volta vittima della colonizzazione e del regime di apartheid voluto dalla destra al governo di Israele. Esprimiamo anche sdegno per le manipolazioni dell’informazione, schierata unilateralmente in favore degli aggressori e impegnata a minimizzare le sofferenze delle vittime. Nemmeno l’assassinio di 14 bambini è riuscito a rompere il muro di omertà e menzogna dei giornali e delle tv.

Al tempo stesso, dobbiamo amaramente constatare quanto fosse vero quanto avevamo detto in occasione delle celebrazioni del 25 aprile a Urbino. La storia non insegna nulla, tanto che anche molte delle forze quel giorno presenti, invece di sostenere la legittima resistenza dei palestinesi, si schierano dalla parte dei carnefici o si nascondono dietro una ipocrita equidistanza.

Se nulla di diverso ci si poteva aspettare dal partito di Renzi, pronto in ogni momento a saltare il fosso, disgusta in particolare l’immagine del segretario del PD Enrico Letta, che su un palco dal quale sventola la bandiera israeliana applaude oscenamente le parole di Salvini e della destra più razzista.

I partigiani che hanno liberato il nostro paese, traditi anche in questa circostanza, non avrebbero avuto dubbi e si sarebbero schierati senza se e senza ma dalla parte del più debole e dell’aggredito e  cioè dei palestinesi.

Invitiamo la sinistra che conserva un minimo di dignità a manifestare con noi oggi pomeriggio a Pesaro e nei prossimi giorni anche a Urbino.

Urbino 16.5.2021




mercoledì 12 maggio 2021

I CINGHIALI SONO ARRIVATI IN CITTA'. LE PROPOSTE DI SINISTRA PER URBINO

I cinghiali sono arrivati in Città, ad  Urbino come in  tante altri grandi e piccoli centri da Nord a Sud, razzolano nella prima periferia, causando preoccupazione e disagio nei residenti che temono ciò che c’è da aspettarsi: collisioni pericolose con veicoli, piccole e grandi devastazioni di orti e giardini, anche potenziali aggressioni di scrofe allarmate per la sicurezza dei loro piccoli. Tutte ipotesi realistiche a ben vedere. 

Da quando i cinghiali sono stati inseriti nel nostro territorio, oltre vent’anni fa, a farne le spese (letteralmente) sono stati in primo luogo gli agricoltori e i residenti fuori le mura. Con la pandemia, approfittando di una maggior libertà di movimento e della tranquillità causata dalle misure anti-covid, che ha costretto tutti ad una vita molto ritirata, hanno avuto via libera e ne hanno approfittato per appropriarsi di spazi limitrofi alle abitazioni.

Dunque occorre fare qualcosa, ma quali sono gli interventi possibili e quelli irrinunciabili? Sgombriamo il campo da equivoci, innanzitutto ci sarebbero moltissimi elementi di polemica sulla mancanza di gestione del fenomeno fino ad oggi, che è alla fonte del problema e che è scaduto in grave trascuratezza, con risvolti da Far West, dove la canna del fucile conta più del ragionamento e del rispetto della legalità. 

Ci interessa entrare nel dibattito per avere seguito in questi vent’anni tutti gli sviluppi del fenomeno e averne dovuto assorbire l’urto nella gestione agricola. Qualcuno la chiamerebbe resilienza ma  si traduce “ fregatura”, in termini di impossibilità di coltivare la maggior parte delle colture pregiate di legumi, girasole, cereali biologici, che possono subire danni talvolta di molto superiori ai costi di coltivazione. Con il risultato ulteriore di spingere l’agricoltore alla rinuncia e alla rabbia, che sfociano spesso  in disperazione. Inoltre fatta la domanda per danni, non potrà che attendere per anni le infinite diatribe interne all’Ambito Territoriale  di Caccia, sperando  di venire liquidato prima o poi, oppure mai. 

Comunque veniamo alle misure di contenimento possibili ed auspicabili. Bisogna utilizzare i recinti di cattura per i gruppi di cinghiali vicino alle case senza lasciarne nessuno, altrimenti quelli rimasti torneranno a riprodursi nella stessa zona. Bisogna diminuire drasticamente il numero di cinghiali nelle campagne limitrofe, allargando la stagione di caccia  e introducendo una liberalizzazione delle forme di abbattimento limitatamente a questa specie. Bisogna estendere il controllo alle zone parco: qui si fa prezioso il ricorso al recinto di cattura come metodo; in rete è pieno di esempi su come utilizzare questo strumento che consente di catturare animali vivi per poi decidere la loro destinazione con il non trascurabile vantaggio di poter analizzare lo stato di salute dell’animale e prevenire l’eventuale diffusione di malattie di cui è portatore. 

A questo riguardo, si potrebbe mutare il problema in una risorsa dando l’opportunità a cooperative di giovani che possano finanziarsi con frutti della commercializzazione delle carni, che a  loro volta sul mercato avrebbero l’indiscutibile vantaggio di una provenienza sicura e del controllo veterinario. Insomma occorre mettersi all’ opera immediatamente, sapendo che sarà necessario un lavoro di lunga durata e che l’unica certezza è che il problema è difficile da risolvere e che non c’è spazio per strumentalizzazioni di parte, ma solo un approccio basato sulle esperienze praticate altrove e sulla evidenza scientifica può essere la chiave per la sua risoluzione

10.5.21

Cinghiali, le proposte di Sinistra per Urbino, "non c'è spazio per le strumentalizzazioni" (vivereurbino.it)



lunedì 10 maggio 2021

IL PD E LE RESPONSABILITA' PER LO STOP ALLA CICLOVIA.

 Apprendiamo con soddisfazione che la Regione ha giustamente posto fine a tutti quei giochetti sulla ciclabile sopra il tracciato della ferrovia. Il Pd attribuisce la responsabilità della perdita del finanziamento cui il progetto era legato alla Regione, in realtà la responsabilità è la propria e viene così allo scoperto il maldestro tentativo di affossare il ripristino della ferrovia. Il progetto sbagliato nelle finalità e nella sostanza – con la ciclabile si sarebbero affossati definitivamente i binari, l'impegno e la speranza del ripristino della ferrovia,  - presentava anche macroscopici errori tecnici. E' così sembrato che proponenti abbiano prestato più cura nel cercare di far morire il progetto di ripristino del treno rispetto al prestare attenzione al percorso della ciclovia.  Invece di ostinarsi nel disegno di asfaltare i binari, sarebbe stato più utile proporre un percorso alternativo vicino o meno alla strada ferrata, senza interferire su di essa. Invece per disegni che a prima vista sembrano oscuri e miopi, ma probabilmente per interessi sostanziosi che si possono supporre, si è continuato a perorare il disegno dell'affossamento della ferrovia, e si è finito per affossarlo con la magra figura dei proponenti. Ecco cosa porta a perseguire interessi corporativi di parte e di piccoli gruppi di potere. Una volta che vengono smascherati si rimane con un pugno di mosche in mano. A rimetterci per questa linea perdente  è ora tutta la collettività e con essa anche gli appassionati della bicicletta che sono sì interessati alla ciclabile, ma non hanno mai mostrato astio nei confronti della ferrovia e avrebbero volentieri fatto a meno di questa diatriba insulsa e sciocca che ora rischia di creare danni di sostanza e di immagine. Un partito popolare deve interpretare e perseguire gli interessi di tutto il territorio e di tutta la collettività, compreso l'entroterra privato di infrastrutture senza emarginarlo, e non creare antagonismi fittizi e irrazionali, cercando il facile e demagogico consenso di gruppi o categorie. Chi si è sempre battuto per il ripristino della ferrovia e Sinistra per Urbino con gli amici dell AFVM, hanno sempre sostenuto che treno e bicicletta sono complementari per una mobilità ecologica e sostenibile, e hanno sempre auspicato la loro convivenza e integrazione. Ma ciò non poteva avvenire a scapito della ferrovia. Se il Pd non cambia in fretta linea e dirigenti – quegli stessi che su questi temi lo hanno portato alla clamorosa sconfitta delle regionali e in numerose realtà locali – rischia nuove catastrofiche sconfitte alle prossime elezioni e di accentuare quel fossato di delusioni, incomprensioni e frustrazioni con gli elettori dell'entroterra che chiedono interventi pubblici per la viabilità (a cominciare dalla ferrovia) e una sanità territoriale con presidi sanitari, riesame della chiusura degli ospedali ceduti ai privati, potenziamento del nosocomio di Urbino.

l'annuncio sulla stampa locale della chiusura della ferrovia il 31 gennaio 1987


https://www.vivereurbino.it/2021/05/10/fano-urbino-il-pd-e-le-responsabilit-per-lo-stop-alla-ciclovia/956105/