lunedì 1 agosto 2016

ANCORA UNA CATTIVA NOTIZIA....

E' un'estate, questa, destinata a essere ricordata dalla memoria collettiva come una stagione funesta: crisi della giunta Gambini, scricchiolii di quell'armonico edificio meglio noto come U. E. ad opera della perfida Albione, insorgenza del terrorismo fai-da -te. Come se tutto ciò non bastasse, è di pochi giorni fa la notizia che l'assessore Sgarbi non intende più partecipare ai Consigli Comunali.
Fosse l'improvvisa decisione frutto della stanchezza che accompagna i primi caldi estivi, o dello stress da eccessivo impegno istituzionale, non ce ne preoccuperemmo. Trattasi di crisi passeggere, si sa. Purtroppo, il problema è più serio: l'assessore, proprio partecipando all'ultimo Consiglio, è stato colpito da una rivelazione che ha scosso il suo animo sensibile: a Urbino non è amato e, dunque, da signore quale è non intende imporre la sua presenza in città.
Delicatezza che gli fa onore, tanto più se si considera che, da quando è stato eletto, ha sempre mantenuto una certa distanza dai luoghi che hanno visto dispiegarsi la sua rivoluzione.
Egli è, infatti, uno dei più accreditati esponenti di una nuova dottrina politica, meglio nota come “teoria del governo presbite” per la quale il governo più efficace è quello che si esercita da lontano, nel lodevole intento di evitare che la conoscenza del dato empirico, ovvero della realtà locale, pregiudichi la visione d'insieme del governante.
Il disconoscimento affettivo costituisce già di per sé motivo di forte turbamento; che dire, poi, se ad esso si aggiungono atteggiamenti di critica proterva e persecutoria che minano l'autorevolezza e il prestigio dell'assessore, insinuando che la sua politica culturale sia, in realtà, politica autopromozionale? Si può forse chiedere ad un uomo che ha dedicato la vita al bene pubblico di mantenere la calma e di non buttarsi nella mischia, lanciando il guanto della sfida cavalleresca a nemici tanto irriducibili quanto oscuri per censo e merito?
Non fa certo onore alla nostra città che proprio qui questo paladino del Bello e del Vero abbia fatto conoscenza con la malvagità e l'ingratitudine umane. Occorrono coraggio e franchezza: Urbino non merita che quest'uomo intemerato sprechi per lei i suoi molteplici talenti.
Per quanto scossi nel profondo da tanta tragedia, non tentenniamo nel rivolgergli l'invito di mettere conoscenze e competenze a disposizione di altre città, possibilmente d'Oltreoceano , in modo da potere sperimentare con maggiore efficacia la teoria del governo presbite.