martedì 17 novembre 2015

Questa è la nuova antenna Telecom installata di fronte alla scuola di Piansevero in seguito ad autorizzazione   del Comune. Sinistra per Urbino ritiene che i cittadini  avrebbero diritto a  delucidazioni sulle modalità  di installazione della suddetta antenna e ad  esaurienti informazioni  sulle eventuali conseguenze sul lungo periodo per la salute sia dei ragazzi che frequentano la scuola elementare,sia del vicinato.







mercoledì 11 novembre 2015

Perche' scioperare il 13 novembre

Pur condividendone spesso le ragioni, non ho mai aderito agli scioperi indetti dal sindacalismo di base, ritenendoli dispersivi , minoritari e, in sostanza, poco utili. Questa volta, però, di fronte alla posizione rinunciataria e attendista dei Confederali rispetto alla “buona scuola” divenuta legge, ho cambiato idea e il 13 novembre parteciperò allo sciopero indetto da Cobas, Unicobas e diverse altre associazioni di categoria.
Innanzitutto, per una questione di coerenza e assunzione di responsabilità: un anno intero di mobilitazioni contro il progetto governativo di una scuola dai forti connotati aziendalistici non può essere accantonato di fronte al fatto compiuto di una legge imposta nel disprezzo dell’opposizione quasi totale del mondo della scuola. Scioperare venerdì significa ribadire con forza che la partita non è chiusa, che è doveroso continuare a mettere in discussione gli aspetti più deleteri della L. 107.
Significa riportare l’attenzione sul modello di scuola che vogliamo consegnare alle generazioni future: gli insegnanti non si sono battuti per difendere interessi di categoria, ma per la salvaguardia della scuola pubblica, minacciata dalla strisciante privatizzazione introdotta dalla legge e che, a mio avviso, rappresenta solo una tappa di un più radicale disegno di eversione del sistema della formazione pubblica e del ruolo giuridico degli insegnanti.
La posta in gioco è alta e riguarda il Paese tutto. L’attitudine attendista di Confederali e Gilda consegna al disorientamento e alla solitudine i docenti che per l’inizio dell’anno, dopo il successo dello sciopero del 5 maggio e del blocco degli scrutini, si aspettavano indicazioni concrete di mobilitazione . Molte proposte erano emerse da Coordinamenti, gruppi di docenti e RSU (boicottaggio dei Comitati di valutazione,astensione da attività aggiuntive…). Invece, i grandi Sindacati si sono limitati ad indire una manifestazione nazionale del pubblico impiego (non uno sciopero ) per il 28 novembre, relegando in secondo piano la centralità e la specificità della scuola dove, attualmente, si gioca una partita complessa di assoluta rilevanza sociale e culturale.
Sciopererò per il contratto fermo da 6 anni, ma soprattutto per rivendicare la possibilità stessa di avere un contratto. Infatti, uno degli aspetti più distruttivi della L. 107 è che essa tende a sostituirsi alle disposizioni contrattuali precedenti. La proposta di contratto del Governo inserita nella legge di stabilità abilita i Dirigenti scolastici ad assumere, licenziare, punire e premiare i docenti, per i quali si propone un aumento salariale medio sugli 8 euro lordi!!! Evidentemente, per il governo l’elargizione dei 500 bonus per l’aggiornamento (del resto limitata agli insegnanti di ruolo) sostituisce il contratto. Dunque, scioperare venerdì significa ricordare che siamo ancora cittadini che dispongono di diritti garantiti dalla Costituzione e non sudditi riconoscenti per l’elemosina di un benevolo signore. Ancora una volta, è una battaglia di civiltà e democrazia!
Sciopererò per chiedere l’assunzione stabile dei precari abilitati o con 36 mesi di servizio: la realtà dei primi mesi di scuola smaschera le menzogne di Renzi e Giannini che avevano promesso la fine del precariato ed un grande piano di assunzioni .
Sono convinta che questo sciopero sia utile per fare capire al governo che non siamo rassegnati ed addomesticati ed ai grandi Sindacati che sappiamo e possiamo muoverci anche senza di loro, come avvenne 3 anni fa , quando l’allora ministro Profumo se ne uscì con la pazza idea di aumentare l’orario di lavoro a 24 ore di lezione frontale senza corrispettivo aumento salariale. La protesta partì dal basso e solo dopo il sindacato fornì il supporto organizzativo.
Quando- come sta avvenendo in questi giorni- si attacca il diritto di sciopero, invocandone da più parti una rigida regolamentazione che finisce per neutralizzarne la portata conflittuale, allora è sicuramente il momento di scioperare, prima che sia troppo tardi per poterlo ancora fare.
Fernanda Mazzoli

giovedì 5 novembre 2015

IO VARCO, TU PARCHEGGI, EGLI SFRECCIA; NOI INQUINIAMO.....

Agli inizi del XVIII secolo papa Albani, nel suo diario, definiva la contrada di Valbona “forse la più nobile della Città”. Niente è più lontano dalle mie intenzioni che portare argomenti alla miccia della rivalità fra contrade che, per fortuna ,trova pacifica e simpatica composizione in occasione della Festa dell' Aquilone. Semplicemente, voglio ricordare, appoggiandomi su una così rilevante auctoritas , che Valbona, oggi Via Mazzini, è stata concepita ,alla fine del XV secolo, come l'ingresso nobile ad una nobile Città, “percorso primario e di rappresentanza....passaggio obbligato quindi teatro d'ogni avvenimento ufficiale,politico e mondano che comportasse rapporti esterni.” (Franco Mazzini, Urbino) Qualunque visitatore, anche digiuno di storia o di arte, che scenda da Piazza della Repubblica verso Mercatale si rende conto immediatamente di trovarsi di fronte ad uno scenario unico per armonia di colori e forme. Percepisce con emozione quel senso di spaesamento che nasce dall' improvviso affacciarsi su uno spazio altro rispetto a quello in cui si muove di solito , come se entrasse fisicamente in un dipinto del Rinascimento più puro. Anche solo per questa esperienza vale la pena di venire ad Urbino. La realtà di una città gestita sicuramente sottotono rispetto alla sua singolare bellezza ( che nasce da una perfetta compenetrazione fra arte e paesaggio) si impone, però, in modo urtante, quando si passi a considerare i due lati della nobile via,. ingombri ad ogni ora del giorno e della notte di automobili in sosta.
Esiste certamente il diritto dei residenti (fra i quali si annovera la scrivente) di non parcheggiare troppo lontano da casa, esiste pure quello del negoziante che deve scaricare la merce in prossimità del suo negozio. Che dire,poi, del diritto degli invalidi di parcheggiare comodamente ovunque, senza sobbarcarsi salite e ciottolato? E chi va a fare la spesa in centro, non ha ,forse, il sacrosanto diritto di fermare la macchina davanti al negozio prescelto, onde evitare la fatica di portare a spasso borse e scatoloni vari? Il punto è che, di tutti questi diritti,Valbona -ed altre vie entro le mura- muoiono lentamente.
Anche la nuova ordinanza per la mobilità entrata in vigore da poco non si discosta,sostanzialmente, da questa tendenza a moltiplicare i permessi per la sosta e a tollerare il parcheggio in contesti che dalla presenza delle automobili hanno tutto da perdere. Anzi, l'ampliamento dell'orario di apertura dei varchi che consente l'accesso dei non-residenti alla zona ZTL peggiora una situazione già critica ed incoraggia il transito in automobile nel centro, favorendo comportamenti poco virtuosi sotto il profilo della protezione ambientale.
Paradossalmente, le nuove disposizioni sembrano, infatti, favorire chi decidesse di fare un tour completo, e anche ripetuto, della città in macchina e non chi è costretto da esigenze professionali (artigiani addetti alle riparazioni) a sostare per un periodo superiore a quello consentito, con il rischio di incorrere in una multa salata.
I centri storici sono organismi preziosi e delicati che richiedono un equilibrio non facile da mettere a punto tra inderogabile salvaguardia della specificità urbanistico-ambientale (una delle più grandi ricchezze italiane) e altrettanto inderogabile esigenza di fruizione da parte dei residenti. É' questo complesso equilibrio che mantiene vivo un centro storico che non chiede solo di essere preservato come straordinario museo diffuso, ma di rimanere un organo pulsante, anzi il cuore, della vita cittadina.
Serve, allora, una progettualità ben meditata e ad ampio raggio, che parta da una visione coerente ed articolata della città che si vuole consegnare al futuro, mentre ancora una volta ci troviamo davanti ad una serie di misure che vogliono accontentare un poco tutti e che finiscono per trascurare
l'essenziale,cioè la valorizzazione di quanto rende unica Urbino.
La sua bellezza è un privilegio anche difficile da sostenere, per i cittadini, per i turisti, per gli amministratori : esige cura, amore, sacrifici,tempo. Non si può pretendere di arrivare dappertutto in macchina , come se si trattasse di un' anonima cittadina collocata su una grande arteria stradale.
La questione della ZTL è annosa ed ha coinvolto numerose città italiane, sollevando accese discussioni e preoccupati allarmi da parte,soprattutto, dei commercianti. Eppure, là dove le Amministrazioni sono intervenute con decisione, limitando drasticamente il traffico, i centri storici hanno ripreso a vivere: sono diventati il luogo per eccellenza delle uscite pomeridiane e del fine settimana, con una ricaduta positiva proprio per quei commercianti che, all' inizio, avevano temuto di chiudere bottega, se si fosse tolta al cliente la possibilità di parcheggiare davanti al negozio.
Insomma, il centro storico è tornato ad essere un centro commerciale naturale, come è nella sua tradizione, che è anche la nostra storia.
Inoltre, Urbino si stende su una superficie che non è certo quella di una grande città : anche tenendo conto delle salite, spostarsi da un quartiere all'altro del centro comporta tempi molto limitati. E' vero che pullula di invalidi, almeno a giudicare dall'abbondanza di permessi esibiti sui cruscotti delle automobili...
Prendendo in considerazione anche interventi sperimentati con successo in altre realtà affini, le proposte per una mobilità sostenibile e rispettosa di una città patrimonio dell' Unesco non mancano e coprono un ampio ventaglio che va da misure di spicciola amministrazione come un più rigoroso controllo dei permessi o il divieto di accesso a moto e motorini strombazzanti, ad interventi strutturali che ridisegnerebbero l'organizzazione dei trasporti su quattro ruote.
Anni fa, all' interno di una Giunta cittadina, era stata discussa una proposta molto interessante che prevedeva la presenza , al di fuori delle mura, di un centro logistico cui avrebbero fatto capo camion e furgoni per gli approvvigionamenti e dal quale sarebbe ripartita un'autovettura elettrica per la distribuzione nei singoli esercizi commerciali. Proposta informata a sensibilità ecologica e a rispetto per l' integrità del centro storico che è stata realizzata in altre città ( Lucca, per esempio) e che , a Urbino, è sparita persino dal dibattito pubblico.
Ancora : il rafforzamento della ZTL deve andare di pari passo con il potenziamento dei mezzi pubblici e la creazione di navette che colleghino Urbino con i borghi della campagna circostante, capaci di offrire un servizio efficiente ai numerosi residenti delle frazioni e di creare un suggestivo itinerario naturalistico per i turisti.
Se non si mette mano ad un progetto complessivo e coraggioso che sappia coniugare difesa del patrimonio artistico e vivibilità per i cittadini, restano soltanto gli aggiustamenti sui tempi di ingresso e di sosta , rivelatori dell' inadeguatezza dell' Amministrazione a farsi carico di una questione centrale per Urbino.








martedì 3 novembre 2015

DOVE VA LA SANITA' URBINATE ?



SINISTRA PER URBINO


Dove va la sanità urbinate ?


Incontro con il Direttore U.O. complessa di Medicina e Lungodegenza presso l’Ospedale di Cagli

Dott  PIERO BENEDETTI
che risponderà alle domande dei presenti


LUNEDI’ 9 NOVEMBRE,  ORE 21.00
Presso la sede dell’ISTITUTO DELLA RESISTENZA
in via ODDI, Urbino

domenica 1 novembre 2015

LA CRISI NELLE MARCHE NEL 2015
Le ore di cassa integrazione dei  primi sette mesi del 2015 nelle Marche confermano l'assenza di attività produttiva per oltre 16.000 lavoratrici  e lavoratori. Continua la crisi e continua a calare il reddito per migliaia di famiglie  marchigiane. É' solo di pochi giorni fa l'annuncio del probabile fallimento della Ferretti Componenti, un'azienda nautica che da' lavoro a diverse famiglie e ad altre piccole imprese artigianali
Eliminare l’articolo 18, totem di un passato che non c’è più, per dare all’Italia un mercato del lavoro moderno e funzionale, con regole certe ed inclusive è il ritornello di Matteo Renzi.
Alla dichiarazione di Renzi ribadiamo , affermando che non serve fare nuove  leggi sul lavoro o addirittura  eliminare l’articolo 18, operazione che non ha prodotto nessun posto di lavoro aggiuntivo ma solo regali per le imprese. Servono progetti industriali e interventi strutturali e infrastrutturali finalizzati ad investimenti produttivi.