domenica 25 ottobre 2015

GIOVEDI ' NOTTE E DINTORNI

Se qualcuno troverà le considerazioni che seguono confuse o velleitarie, tenga presente che scrivo di venerdì mattina, dopo una notte insonne. Infatti, ho preso parte, mio malgrado, ai bagordi del giovedì sera che, ignorando imposte e doppi vetri, hanno fatto irruzione nella mia camera da letto che si affaccia sull' antica via Valbona, meglio nota ,oggi, come Via Mazzini.
Non voglio certo mettere in discussione il diritto dei giovani a divertirsi (il solo diritto, peraltro, che venga loro riconosciuto), né mi sfugge l' urgenza di supportare psicologicamente con feste più o meno alcooliche le matricole , improvvisamente sbalzate dal nido materno nell'ignota selva universitaria. Per solidarietà con queste categorie, nonché con i gestori dei vari locali che tengono, pure loro, famiglia, mi sono tappata le orecchie e ho cercato di ignorare le urla , i canti e gli strombazzamenti carnevaleschi che hanno dato un colpo di vita alla sonnolenta Urbino fino alle prime luci del mattino. D' altronde, la fama dei giovedì notte aveva preceduto la mia decisione di trasferirmi nel centro storico della vecchia città ducale e ,dunque, bando alle recriminazioni.
Il fatto è che la nuova giunta, denunciando a ragione l' immobilismo della precedente, ha più volte manifestato l' intenzione di farsi paladina del riscatto di un centro avvilito dall' abbandono dei residenti e dalla trasformazione in parco divertimenti notturno. Sarebbe ragionevole, dunque, attendersi un approccio serio e articolato rispetto all' ormai annoso problema del giovedì notte. Ad un anno di distanza dall'ordinanza di Gambini sul divieto dell' uso di alcoolici nei luoghi pubblici a partire dalle 20,30 si misura tutta l' inefficacia del provvedimento. Non solo: appare palese il suo carattere puramente demagogico, finalizzato a dare in pasto ai cittadini l' impressione di affrontare con decisione un tema molto sentito, anche al di fuori del centro storico.
Sinistra per Urbino, nel corso della campagna elettorale per le elezioni comunali del 2013, aveva posto al centro del proprio programma l'urgenza di luoghi pubblici di aggregazione per gli studenti e i giovani in generale, luoghi dove fosse possibile suonare, scrivere, discutere, fare teatro, nella prospettiva di avviare un processo di trasformazione culturale profondo, capace di invertire ,sul medio- lungo periodo, la tendenza al divertimento massificato ed appiattito su presunte e fin troppo facili trasgressioni, quali quelle costituite dall'uso di droghe ed alcool.
Non siamo degli ingenui: ci sarà sempre chi , a una lettura pubblica di Majakovskij preferirà scolarsi una bottiglia di vodka e può anche darsi che abbia ragione. Il punto non è questo.
La politica, proprio nella sua accezione letterale di arte del governo della città e non di semplice amministrazione, deve indicare una prospettiva, deve dare una visione di largo respiro e trovare i mezzi per realizzarla o per avvicinarvisi. Quanto resta lontano da ciò l' ordinanza proibizionistica del Sindaco! Inadeguata per riqualificare il centro storico, poco rispettosa dell'intelligenza dei cittadini, inutilmente repressiva per i ragazzi che continuano a bere , trovando anche più eccitante la clandestinità cui la nuova normativa pretende di obbligarli. Peggio ancora: si rischia che a pagare per la trasgressione dell'ordinanza sia qualche ragazzo che non può permettersi di tracannare a pagamento all' interno dei locali o nelle loro pertinenze.
Perché non riaprire un dibattito pubblico sui luoghi di aggregazione che sono,innanzitutto,luoghi di cittadinanza per mettere a punto una serie di proposte sulle quali avviare un serrato confronto con l' Amministrazione?

giovedì 22 ottobre 2015

LA COSA IBRIDA: CONSIDERAZIONI SULLA RIFORMA COSTITUZIONALE

Nella Repubblica parlamentare il Governo (potere esecutivo) si regge sulla fiducia del Parlamento (potere legislativo).
Il Parlamento viene eletto a suffragio universale, dunque è l’espressione della sovranità popolare in base all'art 1 della Costituzione. La Costituzione non prevede espressamente il sistema elettorale proporzionale, ma implicitamente sì. Infatti l'art 48/2° comma della Costituzione dice che il voto è libero, uguale e segreto. Solo nel sistema proporzionale il voto è uguale , rispondendo al principio “a ciascuno il suo”; nel sistema maggioritario, invece, conta solo il voto di chi vince: “chi vince vince tutto chi perde perde tutto”
Il Governo è nominato dal Presidente della Repubblica e non, come erroneamente si vuol fare credere, eletto dal popolo.
Una volta nominato, il Governo deve presentarsi alle Camere per ottenere la fiducia.
Nella Repubblica Parlamentare, dunque, il Parlamento svolge un ruolo centrale. La nostra è una repubblica, come prefigurata dai costituenti del 1946/48, “radicalmente” parlamentare.
Il Governo decide, attraverso la sua maggioranza parlamentare, la politica nazionale. Ciò è pacifico, però dirigere la politica nazionale non può significare invadere un potere che non è (né può esserlo sostanzialmente in base alla teoria della divisione dei poteri da Montesquieu in avanti) suo.
Mi riferisco ovviamente al potere legislativo che non appartiene al Governo ma al Parlamento.
Ciò significa, elementarmente, che se il Governo ha la possibilità di orientare/dirigere, senza ombra di dubbio, la sua maggioranza parlamentare, la forma di governo parlamentare si trasforma, di fatto, in un'altra cosa. Non in una Repubblica presidenziale nella quale i poteri del presidente sono fortemente limitati dal Parlamento che può esprimere una maggioranza diversa dal partito del presidente (come accade adesso negli USA), e una Magistratura assolutamente autonoma dagli altri due poteri, ma in una “cosa ibrida”, cioè formalmente parlamentare ma di fatto né parlamentare né presidenziale: di fatto un “premierato assoluto” senza pesi e contrappesi. Vedremo dopo perché.
Il bicameralismo (il potere legislativo appartiene a due Camere elettive – Camera dei deputati e Senato) può essere perfetto o imperfetto.
Nel primo caso le camere svolgono le stesse funzioni. Nel secondo funzioni differenziate. Ciò avviene ad esempio in Germania, dove all’assemblea legislativa “Bundestag” eletta a suffragio universale, con sistema rigorosamente proporzionale, che elegge il cancelliere, è affiancato un Senato “degli stati” (la Germania è una Repubblica federale) – Bundestrat.
Dico subito che il riferimento che fanno i sostenitori della riforma al sistema tedesco appare incongruo, posto che la Germania ha una “forma di stato” diversa dalla nostra, Federale la Germania, Regionale l'Italia.
Il bicameralismo paritario o perfetto è un retaggio delle monarchie costituzionali del 1800 dove la camera bassa, espressione della borghesia, era elettiva (per censo, sesso e cultura) mentre quella alta, espressione della aristocrazia, era di nomina regia. Il Re confliggeva con la borghesia e quindi voleva una camera per sé.
Il Bicameralismo perfetto ha mostrato tutti i suoi difetti e dunque giustamente deve essere superato, facendo però molta attenzione al mantenimento in equilibrio del sistema, cioè ai rapporti tra Parlamento e Governo.
I costituenti fecero propria la teoria del “governo debole” tristemente memori della teoria e pratica del “governo forte” durante il fascismo.
La teoria del “governo debole” deve essere certamente storicizzata, nel senso che, appartenendo il fascismo al passato remoto, oltre ad un Parlamento forte e rappresentativo, anche il Governo, che è la sua derivazione in una repubblica parlamentare,  deve essere forte.
Il problema è che, se analizziamo, come non possiamo non fare, la riforma costituzionale in “combinata” col sistema elettorale, la conclusione è che a fronte di un Governo forte (troppo) avremmo non già un Parlamento debole, ma a-dialettico e dunque asservito al Governo ed al suo capo.
Vediamo perchè.
L'Italicum (così è stata definita la nuova legge elettorale dopo la bocciatura costituzionale della Consulta del ”porcellum”), prevede, esemplificando, che: se la coalizione B prende al primo turno il 40%+ 1 dei voti, al maggior partito, attenzione, della coalizione, non alla coalizione, sia attribuito il premio di maggioranza; in caso di ballottaggio, vince la coalizione che arriva prima tra le due del ballottaggio ed il premio di maggioranza viene assegnato al maggior partito della coalizione che ha vinto. Ciò significa che il partito che vince le elezioni alla Camera dei deputati ottiene la maggioranza di questa (gli alleati, infatti, per via del premio avrebbero di fatto, solo diritto di tribuna), dà la fiducia al Governo il cui presidente sarà, ovviamente, il capo del partito che ha vinto. Dunque, il capo del partito che vince le elezioni è automaticamente il capo del governo che otterrà, senza discussione, la fiducia, essendo la Camera dei deputati in grande maggioranza del suo partito.
Il Senato non dà la fiducia al Governo, né partecipa (se non in via consultiva, senza di fatto contare) alla formazione della maggior parte delle leggi (sono previste eccezioni per le leggi di revisione costituzionale, comunitarie, riguardanti le regioni e le comunità locali).
E' prevista nella riforma una corsia preferenziale per le leggi di iniziativa governativa; rimane invariato il diritto del governo di chiedere, su singole leggi, la fiducia della Camera eccetera. Stando così le cose: a) il partito di maggioranza della coalizione (o che si è presentato da solo) prende il premio; b) il suo capo va a fare il capo del governo; c) la maggioranza alla camera è garantita, grazie al premio, da un parlamento di nominati (100 sono per legge – trattasi dei capilista in 100 collegi); d) il Senato non dà la fiducia e svolge un ruolo marginale non essendo peraltro eletto a suffragio universale.
Cosa manca perchè si profili un “premierato assoluto”, intendendo con ciò un potere assoluto, non nel senso che al termine “assoluto” fu attribuito alle monarchie del 700 (il sovrano è sciolto dalla legge e detiene tutti i poteri dello Stato), ma il fatto che il capo del partito diventa “governante” e, di fatto, “legislatore”?
In sintesi, un sistema costituzionale, come quello della riforma, potrebbe essere accettato (a parte i dettagli tecnici, ampiamente criticabili, sui quali non mi soffermo) se il sistema di elezione della Camera dei deputati fosse rigorosamente proporzionale con sbarramento minimo.
In presenza di un sistema elettorale fortemente maggioritario, peggiore della “legge Acerbo del 1923” e della “legge Truffa” del 1953, non c'è da stare tranquilli.
Ci hanno provato Craxi e Berlusconi a stravolgere la Costituzione, ma sono stati battuti.
Battiamoci perchè anche Renzi, che è rispettivamente il nipote e il figlio dei predetti, lo sia col referendum.
Il tempo che abbiamo davanti non è molto e quindi ci dobbiamo muovere subito.

Marcello Fagioli

lunedì 19 ottobre 2015

A FOSSOMBRONE UN ESPOSTO DEL MOVIMENTO 5 STELLE DAL CONTENUTO LEGHISTA.



A FOSSOMBRONE UN ESPOSTO DEL MOVIMENTO 5 STELLE 
DAL CONTENUTO LEGHISTA.

Vorremmo porre all’attenzione dei visitatori di questa pagina l’esposto che il Movimento 5 stelle di Fossombrone ha inviato al Prefetto, per protestare contro la presenza di immigrati, venditori abusivi, durante la Fiera cittadina di “S. Matteo” del  19 e 20 settembre scorso. Siamo consapevoli che nel Movimento 5 stelle albergano posizioni le più varie, e spesso convivono politiche di destra con quelle di sinistra. Tuttavia, da quanto si evince, a Fossombrone ha prevalso una linea inequivocabilmente di destra, che, ricollegandosi a certe dichiarazioni nazionali e alle proposte espresse dal consigliere comunale di Torino, Vittorio Bertola, sembra fare eco alle posizioni razziste e oltranziste della Lega e della destra estrema. In questo esposto dei 5 stelle fossombronesi, infatti, si invocano misure repressive e si stigmatizza il sindaco per non averle adottate, si impiega un linguaggio offensivo e sprezzante nei confronti degli immigrati, riportando, in maniera simpatetica, una mail di un comune cittadino nella quale si leggono espressioni come queste:
“I venditori abusivi hanno liberamente imperversato in ogni angolo dell’area adibita alla manifestazione”; , “La fiera è stata una invasione di venditori abusivi che hanno “conquistato” Corso Garibaldi e le sue logge con arroganza e strafottenza” ; “Poi il bivacco ai giardini pubblici con tende per la notte” ; “credo si sia scritta una delle più tristi ed amare giornate per Fossombrone ma anche per il Paese (addirittura !!!!);  “Che schifo.”.
Il tipico linguaggio razzista e classista contro chi vive di espedienti per poter sopravvivere, ricorda la famosa scritta appesa all’ingresso dei locali pubblici in Germania e Svizzera negli anni ’50 e ’60: “Vietato l’ingresso ai cani e agli italiani”.
Allora come ora si tratta della stessa pasta, razzismo e disprezzo di classe per i poveri.
L’esposto prosegue invocando l’intervento dei carabinieri “come negli stadi”, quasi che questi immigrati si fossero macchiati di inaudite violenze (ma nessuna testimonianza di violenze viene menzionata). Il gruppo dei 5 Stelle (di Fossombrone) si erge a  interprete e portavoce dei cittadini, dei contribuenti e dei commercianti che avrebbero “percepito un’elevata sensazione di illegalità e, contestualmente, di scarsa sicurezza” e, sentite sentite, lamentano “come gli ambulanti abusivi possano tranquillamente e liberamente vendere prodotti falsi e contraffatti della manifattura italiana, di fronte a quegli esercizi commerciali che vendono gli stessi articoli, ma autentici, con il vantaggio – per i primi – di non pagare il posto occupato, di non emettere lo scontrino fiscale e di vendere a pezzi decisamente inferiori”. Dobbiamo ammetterlo: Salvini, Le Penn  e l’estrema destra razzista e fascista sono più seri: almeno loro mostrano di saper bene che quello dell’evasione fiscale degli ambulanti migranti non è altro che un pretesto per agghindare la propria inclinazione razzista di classe. I 5 stelle di Fossombrone, invece, lo dicono convinti.
Il nostro Paese, compresa la nostra Provincia,  convive da decenni con  un’estesa evasione fiscale, e la nostra manifattura è cresciuta scopiazzando  (attivi anche  diversi mobilieri della provincia)  vari modelli, con la vendita  spesso di vere e proprie paccottiglie, trasferendo poi i capitali in Svizzera: sono costoro a lamentarsi  per la vendita di quattro calzini o borsette di un manipolo di migranti ambulanti ?
Quanto è più facile aggredire il più debole, chi non ha voce e neppure parole per difendersi. Anziché indagare, con la folta presenza di parlamentari e consiglieri, sugli arricchimenti repentini e sospetti che negli ultimi decenni si sono ottenuti grazie alle collusioni con la politica (e non solo), si chiede di reprimere e multare il commercio di qualche cittadino marocchino, senegalese o siriano!!! I voti chiesti a sinistra sono serviti per allestire una caccia agli immigrati? Non bastavano per questo Salvini e Casa Pound?
Siamo consapevoli che nel Movimento 5 stelle tra tante posizioni politiche democratiche e progressiste che abbiamo spesso condiviso, risiede anche uno spirito piccolo borghese, moralistico e leguleio, ma non pensavamo che si arrivasse a tanto.
Si invoca il rigore contro degli esseri umani che a mala pena sopravvivono e sono fuggiti da quelle guerre che le ricche potenze occidentali (Stati Uniti in testa, e con loro Regno Unito, Francia, Italia, e rispettivi vassalli mediorientali come Israele, Arabia Saudita, Qatar e Turchia) hanno portato distruggendo, rovinando, seminando dolore, lutti e disperazione, nei loro Paesi e tra i loro popoli (Iraq, Palestina, Afghanistan,  Libia, Siria).
Dove non arrivano gli  eserciti regolari a portare la morte, viene imposta una politica economica – commerciale, neocoloniale, di sfruttamento e rapina, spesso alimentando conflitti in loco per poter così dominare meglio e vendere le armi, per la maggior parte fabbricate negli Usa e in Europa. Le potenze occidentali dopo decenni di colonialismo, non solo continuano a tenere questi popoli in una condizione di subordinazione e soggezione, ma quando qualche loro capo di Stato mostra un anelito di sovranità nazionale, ne provocano la morte seminando lutti e distruzione.  E si pretende che le popolazioni se ne stiano lì buone, falcidiate dalle bombe delle nostre guerre o dalla fame e carestie varie.
In questo desolato panorama politico, c’è almeno la voce di Papa Bergoglio, che sul problema degli immigrati, è sicuramente più progressista del Movimente 5 stelle di Fossombrone. Ci auguriamo che questa sia una posizione isolata e modificabile, e ci aspettiamo una presa di distanza da parte dei 5 stelle degli altri centri della provincia, a cominciare dal Movimento 5 stelle di  Urbino.
Danilo Alessandroni

mercoledì 14 ottobre 2015

LA CRISI NELLE MARCHE
Eliminare l’articolo 18, totem di un passato che non c’è più, dare all’Italia un mercato del lavoro moderno e funzionale, con regole certe ed inclusive, sono le parole d'ordine di Matteo Renzi.
Cambia di nuovo l’articolo 18, dopo le modifiche già decise dal governo Monti, vengono riformati gli ammortizzatori sociali , i servizi per il lavoro e il riordino delle tipologie contrattuali.
La crisi non è ancora finita, nel primo trimestre dell'anno 1.394 imprese hanno chiuso.
A farne le spese, sono le imprese individuali (-1.363), in particolare nei settori del commercio (-515), dell'edilizia (-355) e dell'agricoltura (-526) mentre quelle industriali hanno avuto un calo di 296 imprese. Le provincie penalizzate sono, in ordine, le seguenti: Macerata (-440), Pesaro (-251),Fermo,(-249), Ancona (-229), Ascoli (-155). Le domande di disoccupazione sono in aumento. Il dato più preoccupante riguarda proprio Urbino e il suo circondario dove si è registrato un aumento del 14,9%. Aumenta la cassa integrazione straordinaria. Stando ai dati Cgil Inps rielaborati da Ires Cgil Marche anche la cassa integrazione straordinaria (Cig) nell’intera provincia è in aumento rispetto al 2013. Preoccupa l’incremento della Cig nel mobile (+80,7%), nella meccanica (+30,7%) e nel settore chimico-plastica (da 115.000 a 408.000 ore). La cassa integrazione in deroga, invece, aumenta del 3,9%.
Le imprese licenziano i lavoratori e poi riassumono col nuovo contratto a tutele crescenti.
Per i nuovi assunti è stato privilegiato questo nuovo contratto, mentre agli altri non resta che adeguarsi alle ben poco consolanti novità. Inoltre, è stato introdotto un nuovo metodo di assunzione nel decreto relativo al riordino dei contratti del Jobs Act: i cosiddetti Voucher che rappresentano un sistema di pagamento utilizzato dai datori di lavoro per remunerare prestazioni di lavoro accessorio, cioè quelle prestazioni svolte in modo discontinuo e saltuario al di fuori di un normale contratto di lavoro .



Una opinione su lupi e cinghiali
Negli ultimi anni le campagne dell’urbinate sono profondamente cambiate:molte abitazioni e i relativi poderi sono stati abbandonati e la coltivazione riservata alle aree più fertili e comode,mentre gran parte degli antichi seminativi collinari si sono progressivamente trasformati in boschi spontanei. La diminuita popolazione delle campagne,l’assenza di custodia dei fondi,hanno indubbiamente favorito una crescente proliferazione di alcuna specie di selvatici,dapprima istrici, cinghiali e caprioli e negli ultimi tempi si osserva anche una discreta presenza di lupi. Mentre l’introduzione di mezzi chimici in agricoltura segnava la definitiva scomparsa da queste zone di specie come la starna ,la quaglia e molti migratori una volta comuni, I pochi agricoltori rimasti sul territorio hanno subito dapprima una crescente proliferazione di cinghiali incrociati con maiali ,irresponsabilmente introdotti negli anni novanta allo scopo di ripopolare di selvaggina le aree più interne e rapidamente diffusi senza alcuna evidente possibilità di controllo, che in breve tempo sono diventati un problema a carico della comunità .Così gli enti preposti,Provincia e Ambiti di caccia ,hanno dovuto rifondere agli agricoltori danni alle coltivazioni sempre più gravi,mentre c’è stato un aumento esponenziale di incidenti stradali causati da cinghiali e caprioli. Tuttavia gli amministratori e i politici tenevano la testa sotto la sabbia mentre squadre di cacciatori si adoperavano a nutrire nei periodi di magra le femmine di cinghiale incrociate ai maiali ,rendendole sempre più prolifiche, e il mercato della carne abusiva e priva delle certificazioni sanitarie consentiva redditi esentasse ad un numero crescente di impavidi bracconieri. In questo far west dominato da bande di interesse politico ed economico ,che hanno supportato la caccia finalizzata alla pura soddisfazione ludica,i primi lupi facevano la comparsa sui monti più alti dell’interno,Paganuccio , Catria e Nerone,via via estendendo il proprio territorio d’azione nelle valli. La comparsa del lupo rappresenta al meglio i cambiamenti in atto nell’ecosistema rurale delle campagne ,è un animale al primo posto nella catena alimentare ed è indubbio che si nutra principalmente di cinghiali e caprioli,come dimostrano evidenti tracce .In alcune zone interne il lupo ha decimato la popolazione di cinghiali riportandola ad una quantità compatibile con la coltivazione agricola. Ovviamente c’è l’altro lato della medaglia ,i primi a farne le spese sono i pochi pastori che eroicamente proseguono la loro attività malgrado lo stato di prostrazione in cui sono costretti .Occorre riconoscere l’importanza vitale di questi allevamenti per l’entroterra , e tutelare i piccoli imprenditori che con caparbietà accettano mille
sacrifici pur di continuare Tuttavia non sono praticabili scorciatoie e dichiarazioni di guerra al lupo che sono illegali : il lupo è animale protetto da specifiche norme di legge,non si può catturare né cacciare .A ben vedere questa è la situazione tipica dove si raccoglie ciò che si è seminato; anni di assenza della politica malgrado segnalazioni sulla presenza eccessiva degli ungulati hanno prodotto soltanto qualche risarcimento insufficiente a coprire i danni ai malcapitati agricoltori .Il mondo politico finora ha scelto di proteggere gli interessi dei cacciatori basandosi sulla popolarità della caccia e sulle vaste platee di potenziali elettori che coinvolgeva.
Occorre interpretare correttamente quanto sta avvenendo senza inutili allarmismi , la presenza del lupo è un indice di alta qualità ambientale e rappresenta un elemento di riequilibrio nella composizione faunistica del nostro territorio che si riflette in un minore impatto degli ungulati sull’ecosistema.
Occorre creare un sistema di maggiore sorveglianza attorno ai pascoli non solo rifondere con prontezza i danni subiti dagli allevatori,ma istituire contributi per recinzioni e cani pastore atti a salvaguardare il grande patrimonio dell’allevamento,magari utilizzando i fondi europei del Piano di Sviluppo Rurale.
Nessuna scorciatoia relativa alla vita dei lupi è percorribile ne auspicabile,se non impegnarsi sul fronte degli aiuti e dell’ assistenza agli allevatori.

martedì 13 ottobre 2015

vive la france

                                                               VIVE LA FRANCE

Confesso: da alcuni giorni sono preda di un'inguaribile invidia nei confronti dei cugini di Oltralpe.
Mi sorprendo a fischiettare la Marsigliese, a fare incetta nel supermercato di confezioni di Camembert che, normalmente, ritengo buone solo per la spazzatura, a meditare seriamente di passare la frontiera. Malgrado la storica disfida sulla produzione vinicola quest'anno si sia conclusa a favore dell' Italia, bisogna riconoscere che questi Francesi restano i primi della classe.
Prendete i loro dirigenti aziendali (P. D. G. : Président Directeur Général) , insuperabili nella corsa ad ostacoli e nel salto in alto e, per di più, così disinvolti nel vestire.
Ve lo immaginate il grassottello Marchionne scavalcare i cancelli di Pomigliano con altrettanta souplesse e nonchalance? O l'elegante Cordero di Montezemolo rinunciare al suo doppiopetto haute couture per esibire democratiche camicie qua e là strappate?
Piccola proposta: perché, nel rispetto della sana competizione che nel mondo globalizzato esalta e promuove il merito, i lavoratori italiani non cominciano a sottoporre i dirigenti delle loro aziende ad un allenamento che li metta in condizione di gareggiare con i loro colleghi francesi e, casomai, di superarli?

domenica 11 ottobre 2015

Trasferimento della sede ASUR 1 da viale Comandino al Sasso


All'incirca un anno fa  la sede, da viale Comandino, è stata trasferita  al Sasso; inizialmente non vi era alcun mezzo pubblico  che raggiungeva la sede,  si doveva prendere  l'autobus che va a Pesaro, fermarsi al Sasso e andare a piedi fino alla sede ASUR. Ora c'è un autobus che   va due volte al giorno: la prima corsa alle 9,10 e la seconda alle 10,10  e non vi fa ritorno per riprendere le persone  che  precedentemente aveva portato. 
Noi di Sinistra per Urbino riteniamo che  non vi sia un servizio pubblico sufficiente  per coprire le corse   che portano  alla sede ASUR.  Facciamo presente che ci sono  persone  invalide , portatori di handicap e anziani  che si recano alla struttura; oltretutto non vi è una   pensilina  alla fermata, per cui  se qualcuno dovesse attendere l'autobus  rischierebbe di dovere stare sotto la pioggia o peggio ancora la neve. 

sabato 10 ottobre 2015

Cronache dalla buona scuola


14 settembre, ore 8. La campanella scandisce il primo giorno della buona scuola, il cui impeto riformatore ha travolto le barriere difensive erette da insegnanti e sindacati impauriti dal nuovo che avanza. Certo, prima che la nuova macchina dispieghi tutta la sua potenza, dovrà passare un po' di tempo e qualche decreto attuativo, ma ,intanto, alcune sue articolazioni periferiche si sono messe in moto e sono pronte a rinvigorire il corpo asfittico della vecchia scuola.
E' partita, infatti, la grande campagna di assunzioni che, finalmente, garantirà un posto di lavoro dignitoso a tanti docenti precari o disoccupati e continuità didattica agli studenti. La prima settimana qualche cattedra risulta ancora scoperta , ma , avendo seguito l'acceso dibattito suscitato dal provvedimento del ministro Giannini di spostare su lunghe distanze gli aspiranti insegnanti, non ho dubbi: trattasi o dei soliti meridionali che preferiscono continuare a godersi la vita di spiaggia , piuttosto che trasferirsi sotto cieli più inclementi, o di qualche docente facinoroso che, pur di mettere i bastoni fra le ruote al governo, è anche capace di rinunciare all'allettante prospettiva della messa in ruolo.
Passati i primi giorni, noto aggirarsi nei corridoi della scuola volti nuovi e giovani e la mia indole di gufo deve piegarsi all'evidenza : il più grande piano di assunzioni che la scuola italiana abbia mai conosciuto è cominciato. Mi avvicino, saluto i nuovi arrivati, mi congratulo con loro; mi rispondono mestamente che resteranno lì fino all' arrivo degli “aventi diritto” , misterioso frutto del tardo autunno che giunge a maturazione ogni anno nelle scuole fra novembre e dicembre e che sostituisce la prima infornata di supplenti, ai quali è stato destinato solo l' assaggino di un piatto su cui altri vantano più consistenti diritti. La successione non è mai indolore e provoca, puntualmente, sconquassi didattici ed anche emotivi (per gli studenti più sensibili) nelle classi, seguita da rituale,nonché inutile, protesta dei genitori .
Francamente, non capisco e continuo a non capire quando il pomeriggio seguente, al Collegio, oltre ai “non aventi diritto”, rivedo diversi precari dell' anno scorso che non sapevano bene che fine avrebbero fatto con la nuova legge, non rientrando nelle graduatorie prese in considerazione. Sono stati riassunti dopo l' inizio delle lezioni e sono ancora precari.
I soliti malpensanti vanno sostenendo che, questo delle assunzioni, è puro illusionismo: non c'è turn over grazie alla riforma dell'età pensionistica più radicale che l' Europa abbia conosciuto, non è stato ridotto il numero di studenti per classe, non è stato aumentato il tempo scuola. Come si possono creare nuovi posti di lavoro? Che siano sempre gli stessi insegnanti che girano sulle stesse cattedre? Qualche immissione in ruolo hanno pur dovuto farla, per evitare al Paese la pesante sanzione economica prevista in sede europea per l' abuso di lavoro precario nella scuola e ha coinvolto chi lavorava già da anni e anni con contratti a tempo determinato.
A questo punto, sento risvegliarsi il vecchio gufo che sonnecchia in me, ma ho deciso di “pensare positivo” e, sopita ogni sterile polemica, mi preparo a discutere sull'organico aggiuntivo per il quale dobbiamo scegliere gli ambiti di potenziamento. Il Miur ci ha inviato una lunghissima circolare, in cui il solito linguaggio che mescola virtuosismi pedagogici e grisaglie burocratiche definisce i 7 campi di potenziamento (linguistico, scientifico, laboratoriale....) sui quali il Collegio esprimerà in ordine crescente le proprie preferenze. Alla nostra scuola , un onnicomprensivo con oltre 700 studenti, spetteranno tre insegnanti in più, sulle cui modalità di intervento ( in classe per sostenere gli studenti più deboli, il pomeriggio per attività di approfondimento, preparazione di progetti, sostituzioni dei colleghi malati...) non si accenna affatto, nonostante la lunghezza del documento.
Di fronte a tanta indeterminatezza, avvertiamo tutti il rischio che i nuovi arrivati vengano utilizzati come docenti tuttofare, ovvero tappabuchi; comunque, compiliamo diligentemente l' elenco dei campi di potenziamento. Mi sembra di capire che i tre dell' organico aggiuntivo siano il primo risultato tangibile della famosa campagna di assunzioni promessa dal governo. Intanto, li aspettiamo...... Abbiamo deciso, come altre scuole, di aspettare pure ad eleggere il Comitato di valutazione che si esprimerà sul riconoscimento economico dei docenti più meritevoli. Aspettiamo che i Sindacati rientrino dalle vacanze e diano indicazioni precise su come muoverci in merito a tanti aspetti confusi e discutibili della nuova legge, uscita dagli emendamenti estivi diversa dal DDL iniziale. Nel frattempo, continuiamo a fare ciò che abbiamo sempre fatto: la scuola.
A seguire.....
P. S. Avevo appena chiuso la mia cronaca spicciola da un Istituto dell'entroterra, quando ho avuto la conferma di non rientrare in quel ristretto gruppo di insegnanti meritevoli che costituiranno il nerbo della scuola riformata . Da una comunicazione inviata per posta elettronica a tutti i docenti, apprendo che viene organizzato un corso di formazione sulla 107 destinato “alle alte professionalità della scuola”, così declinate: docenti collaboratori del Dirigente Scolastico, docenti funzioni strumentali, docenti gruppi POF (Piano Offerta Formativa), docenti RAV ( Autovalutazione di Istituto).
A questo manipolo scelto, poi, il compito di diffondere il Verbo renziano negli strati più bassi dell'ordinamento scolastico. Il premio di produzione bisogna pur cominciare a guadagnarselo.
Fernanda Mazzoli