Una opinione su lupi e cinghiali
Negli
ultimi anni le campagne dell’urbinate sono profondamente
cambiate:molte abitazioni e i relativi poderi sono stati abbandonati e
la coltivazione riservata alle aree più fertili e comode,mentre gran
parte degli antichi seminativi collinari si sono progressivamente
trasformati in boschi spontanei. La diminuita popolazione delle
campagne,l’assenza di custodia dei fondi,hanno indubbiamente favorito
una crescente proliferazione di alcuna specie di selvatici,dapprima
istrici, cinghiali e caprioli e negli ultimi tempi si osserva anche una
discreta presenza di lupi. Mentre l’introduzione di mezzi chimici in
agricoltura segnava la definitiva scomparsa da queste zone di specie
come la starna ,la quaglia e molti migratori una volta comuni, I
pochi agricoltori rimasti sul territorio hanno subito dapprima una
crescente proliferazione di cinghiali incrociati con maiali
,irresponsabilmente introdotti negli anni novanta allo scopo di
ripopolare di selvaggina le aree più interne e rapidamente diffusi senza
alcuna evidente possibilità di controllo, che in breve tempo sono
diventati un problema a carico della comunità .Così gli enti
preposti,Provincia e Ambiti di caccia ,hanno dovuto rifondere agli
agricoltori danni alle coltivazioni sempre più gravi,mentre c’è stato
un aumento esponenziale di incidenti stradali causati da cinghiali e
caprioli. Tuttavia gli amministratori e i politici tenevano la testa
sotto la sabbia mentre squadre di cacciatori si adoperavano a nutrire
nei periodi di magra le femmine di cinghiale incrociate ai maiali
,rendendole sempre più prolifiche, e il mercato della carne abusiva e
priva delle certificazioni sanitarie consentiva redditi esentasse ad un
numero crescente di impavidi bracconieri. In questo far west dominato
da bande di interesse politico ed economico ,che hanno supportato la
caccia finalizzata alla pura soddisfazione ludica,i primi lupi
facevano la comparsa sui monti più alti dell’interno,Paganuccio ,
Catria e Nerone,via via estendendo il proprio territorio d’azione nelle
valli. La comparsa del lupo rappresenta al meglio i cambiamenti in atto
nell’ecosistema rurale delle campagne ,è un animale al primo posto
nella catena alimentare ed è indubbio che si nutra principalmente di
cinghiali e caprioli,come dimostrano evidenti tracce .In alcune zone
interne il lupo ha decimato la popolazione di cinghiali riportandola ad
una quantità compatibile con la coltivazione agricola. Ovviamente c’è
l’altro lato della medaglia ,i primi a farne le spese sono i pochi
pastori che eroicamente proseguono la loro attività malgrado lo stato
di prostrazione in cui sono costretti .Occorre riconoscere l’importanza
vitale di questi allevamenti per l’entroterra , e tutelare i piccoli
imprenditori che con caparbietà accettano mille
sacrifici pur di
continuare Tuttavia non sono praticabili scorciatoie e dichiarazioni di
guerra al lupo che sono illegali : il lupo è animale protetto da
specifiche norme di legge,non si può catturare né cacciare .A ben vedere
questa è la situazione tipica dove si raccoglie ciò che si è seminato;
anni di assenza della politica malgrado segnalazioni sulla presenza
eccessiva degli ungulati hanno prodotto soltanto qualche risarcimento
insufficiente a coprire i danni ai malcapitati agricoltori .Il mondo
politico finora ha scelto di proteggere gli interessi dei cacciatori
basandosi sulla popolarità della caccia e sulle vaste platee di
potenziali elettori che coinvolgeva.
Occorre interpretare
correttamente quanto sta avvenendo senza inutili allarmismi , la
presenza del lupo è un indice di alta qualità ambientale e rappresenta
un elemento di riequilibrio nella composizione faunistica del nostro
territorio che si riflette in un minore impatto degli ungulati
sull’ecosistema.
Occorre creare un sistema di maggiore
sorveglianza attorno ai pascoli non solo rifondere con prontezza i danni
subiti dagli allevatori,ma istituire contributi per recinzioni e cani
pastore atti a salvaguardare il grande patrimonio
dell’allevamento,magari utilizzando i fondi europei del Piano di
Sviluppo Rurale.
Nessuna scorciatoia relativa alla vita dei lupi
è percorribile ne auspicabile,se non impegnarsi sul fronte degli aiuti e
dell’ assistenza agli allevatori.
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