Le prossime elezioni per il Comune di Urbino si terranno dunque con la legge elettorale dei piccoli Comuni. Il declino della città, manifestatosi già con la precedente amministrazione è proseguito infatti in maniera accelerata con l’ancor più scellerata amministrazione Gambini e si è tradotto in un irrecuperabile calo demografico. Eletto come esponente degli interessi economici prevalenti del circondario - i quali hanno pensato di “fare da sé” e prendersi la città, spodestando i vecchi partiti usati sino a quel momento come tram -, alla fine della fiera Gambini ha ridotto Urbino a un noioso borgo di provincia che vive di economia parassitaria e dal quale i giovani e le famiglie sono costretti a fuggire. La sua Giunta si è distinta soltanto per qualche asfaltatura preelettorale di alcune strade (che è già qualcosa ma del tutto insufficiente) e per il fumo negli occhi gettato da un personaggio televisivo dal gusto discutibile, usato come paravento mediatico.
Lo scenario ora cambia. Con la nuova legge elettorale, integralmente maggioritaria e a un turno secco, chi prende anche un solo voto in più vince e si porta dietro 2/3 del Consiglio comunale. E’ chiaro, a questo punto, che non si presenteranno i singoli partiti ma ci sarà una forte spinta alla formazione di due sole liste civiche: due grandi contenitori che cercheranno di accontentare tutti e di candidare persone capaci di raccogliere voti.
In queste condizioni, si capisce che ogni singolo voto avrà un peso molto maggiore che in passato: ogni voto guadagnato sarà importante, ogni voto perso potrebbe essere decisivo.
Sinistra per Urbino è consapevole di questo scenario e intende fare di tutto per scongiurare una nuova vittoria delle destre, che per la città sarebbe il colpo di grazia. I voti da recuperare sono moltissimi e l’unità di uno schieramento democratico e progressista sarà indispensabile per non cedere la città a chi nel centrodestra rappresenterà probabilmente gli eredi dei fascisti e sarà comunque interprete di una politica reazionaria sia sui temi economico-sociali che su quelli
culturali e legati ai diritti.
Proprio per questo, riteniamo necessario e urgente aprire sin d’ora una discussione pubblica e confrontarci con le forze politiche del centrosinistra. Per capire in tempo utile cosa queste forze pensino del declino della città, della sua genesi e di come contrastarlo, per capire in sostanza se esiste o può essere costruita una proposta che ridefinisca il modello di sviluppo locale in grado di rilanciare Urbino.
Il PD e il centrosinistra hanno riflettuto sulle sconfitte o sono ancora legati alle politiche liberiste, che hanno voluto a tutti i costi nel passato grandi opere inutili (come S. Lucia) destinate a gravare ancora a lungo sul bilancio comunale? Cosa pensano del ripristino della ferrovia, ovvero di una viabilità sostenibile ed efficiente che colleghi la città alla costa e ai principali centri della Provincia e delle regioni confinanti? Cosa pensano di politiche finalizzate all'eliminazione degli sprechi idrici, per l'acqua pubblica, per ridurre i conferimenti dei rifiuti in discarica e aumentarne invece il riciclo, per favorire la pedonalizzazione del centro storico eliminando il caos delle auto, moralizzando e verificando i troppi permessi concessi spesso per favoritismo, gestendo e riducendo in modo razionale l'ingresso di camion e mezzi che portano merci attraverso la realizzazione di un centro di smistamento lontano dal centro? Quando si potranno vedere ciclabili e camminamenti in sicurezza? Il rapporto con gli studenti lo si continuerà a intendere in modo strumentale, consumistico e monetario senza offrire loro spazi autogestiti, iniziative culturali e ricreative apprezzabili? E i rapporti con l’Università? Potrà mai l’Università, da monocoltura che è adesso, diventare volano di diversificazione funzionale dell’economia locale? Ci si impegnerà a calmierare il mercato degli affitti e a combattere l'abusivismo in nero? E si rilancerà una programmazione culturale permanente, di alto livello, che coinvolga il tessuto associazionistico della città chiudendo per sempre la deleteria era-Sgarbi? Il PD e il centrosinistra che cosa propongono per fermare il declino della sanità urbinate che anno dopo anno sembra sempre più inarrestabile? Che cosa pensano delle frazioni, ridotte a dormitori, isolate e prive dei servizi minimi che hanno subito in modo amplificato la decadenza della città? E di Ponte Armellina? A quando il sempre promesso e mai cominciato risanamento? Infine, ma non per ultimo, quali politiche si pensa di adottare per accogliere e favorire il processo immigratorio, senza discriminazioni, unico fattore attualmente in grado di rilanciare l'economia e il numero dei residenti?
Non è presto per confrontarsi su questi argomenti. Così come non è presto cominciare a individuare fin dalle prossime settimane una figura in grado di garantire una discontinuità con il passato (considerato che i vecchi dinosauri hanno ormai fatto il loro tempo) e di guidare in maniera ragionevole una coalizione che, pur comprendendo posizioni politiche fra loro anche distanti, potrà essere particolarmente operativa nella realizzazione di preziosi obiettivi comuni. È necessario individuare esponenti politici nuovi, all'altezza di un rilancio della città.
Sinistra per Urbino ha rappresentato in questi anni una piccola trincea di resistenza. Con tanti limiti e fra numerose difficoltà, abbiamo conservato la nostra autonomia e garantito la presenza anche simbolica di una sinistra sociale che, rifiutando ogni forma di subalternità al PD, ha cercato di rappresentare le istanze, i bisogni e i valori del mondo del lavoro, della multiculturalità e dell'ambientalismo.
Noi adesso siamo disponibili a far convergere queste nostre forze, che potrebbero essere decisive, se esisteranno le condizioni programmatiche. In caso contrario, presenteremo senza troppi indugi la nostra lista come nelle ultime due tornate elettorali. Se vogliamo liberare la città, ponendo fine all’era Gambini e alla sua triste decadenza, è necessario cominciare a ragionare ed è necessario farlo presto, perché non accetteremo nessun fatto compiuto e nessun percorso che fin dal principio non sia stato apertamente condiviso.
14 settembre 2021