UN MINISTERO NON SI NEGA A NESSUNO
A Urbino si è tenuto qualche giorno fa un convegno sulla retribuzione dei docenti universitari e l'impegno del governo a sostegno del sistema universitario che ha registrato, a fianco di numerosi rettori, la presenza del ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Valeria Fedeli, nota per avere millantato , all'indomani della prestigiosa nomina, un diploma e una laurea di cui non è in possesso.
D'altronde, il ministro non è nuovo ad affermazioni azzardate: l'anno scorso, nel pieno della campagna referendaria, dichiarò in un 'intervista televisiva che , nel caso improbabile di vittoria del no, avrebbe lasciato la politica, in cui peraltro nessuno si era mai accorto della sua presenza. Siffatte competenze culturali e l'adamantina coerenza non le hanno impedito di mettere mano ai decreti attuativi della legge 107, la riforma della scuola varata dal governo Renzi e scritta da Confindustria e fondazioni bancarie, riuscendo persino a peggiorare una legge che ha segnato il punto più basso in materia di interventi politici sul sistema dell'istruzione. Basti pensare che uno dei decreti attuativi ha innalzato il numero di studenti presenti nelle classi dove sono inseriti alunni con disabilità, naturalmente in nome dell'inclusione!
L'intervento del ministro nel corso del convegno, nella sua assoluta genericità e nella stanca, rituale e vuota riproposizione del ruolo centrale dell'istruzione sempre sbandierato dai nostri politici e poi smentito nelle concrete azioni legislative e di governo, conferma l'insignificanza politica, culturale e morale del personaggio. Meriterebbe, dunque, di essere consegnato all'oblio, se non fosse per un'improvvisa impennata che dovrebbe suonare come un campanello d'allarme per chi, ancora, in questo Paese si batte per il rispetto dei diritti sanciti dalla Costituzione.
Il ministro, in riferimento al ventilato blocco delle attività accademiche deciso da docenti e ricercatori per protesta contro il mancato rinnovo degli scatti stipendiali, ha ammonito gli stessi a non "rideterminare un altro elemento di discredito su questo sistema" e a fare attenzione a portare avanti le loro rivendicazioni "senza considerare le reali condizioni del Paese". (cfr. Carlino 11/07/17)
Questo monito, se si aggiunge ai recenti interventi dei ministri Franceschini e Poletti sull'opportunità di una stretta sugli scioperi per evitare disagi agli utenti ( per costoro, evidentemente, lo sciopero deve essere un atto di autolesionismo dei lavoratori), suscita legittimamente la preoccupazione che questo governo e il PD di cui è espressione abbiano nella propria agenda qualche intervento in materia di ulteriori regolamentazioni del diritto di sciopero , spuntando, così, un'arma ancora efficace a disposizione delle maestranze per difendere le proprie condizioni di vita e la dignità del lavoro.
Che, poi, a mettere in guardia dal generare discredito sul sistema universitario, sia un'esponente di una classe politica fortemente discreditata agli occhi dei cittadini e che, come se non bastasse, è stata oggetto per mesi di sberleffi sulla stampa e in rete per le sue menzognere dichiarazioni in merito al suo curriculum trasforma la faccenda in una farsa che potrebbe fornire materia a volontà a Crozza.
Certo, per un ministro che ha costruito la sua carriera politica nella CGIL ( Valeria Fedeli ha ricoperto dagli anni '80 diverse funzioni importanti in questo Sindacato), è davvero un bel passo nell'acquisizione di quei comportamenti "corretti e responsabili" che tanto piacciono ai circoli confindustriali .Il ministro , laurea o non laurea, ci sa fare, dobbiamo ammetterlo, a riprova che "la cultura non serve a mangiare" , come dichiarò qualche anno fa un suo collega , anche lui seduto alla buona tavola degli incarichi ministeriali.
venerdì 14 luglio 2017
domenica 9 luglio 2017
INCIDENTE SUL LAVORO AD URBINO: UN OPERAIO PERDE LA VITA IN UN CANTIERE
Ad Urbino si è registrato venerdì 7 luglio un grave incidente sul lavoro che ha causato
la morte di un giovane operaio edile di Mercatello sul Metauro, Gianluca Lani
di 43 anni, che lavorava nel cantiere
del Sasso. Si deve registrare l’ennesima tragedia: si muore per portare il pane
a casa. Non si conoscono le cause e le dinamiche dell’incidente, ma sono troppi
in Italia gli incidenti sul lavoro che creano menomazioni e spesso la morte: 351
le “morti bianche” nei primi 6 mesi del 2017, 9 nelle Marche di cui 5 nella
nostra provincia , 641 nel 20016 di cui
11 nelle Marche e 2 in provincia, 678 nel 2015, di cui 19 nelle Marche e 3
nella provincia (dati tratti dall’Osservatorio Indipendente di Bologna).Si
muore troppo nel lavoro, anche se il lavoro manca e aumenta la disoccupazione. Oltre
il 20% degli incidenti riguarda gli addetti al settore dell’edilizia,come quest’ultimo,
e oltre il 10% i lavoratori immigrati. Numeri
da bolletino di guerra, che ci inducono alla conclusione che il più delle volte
non di fatalità si tratta, ma di incidenti causati da ritmi elevati di
sfruttamento per la ricerca del massimo profitto. Solo in queste circostanze
l’Italia si accorge degli operai e dei lavoratori, di coloro che creano la
ricchezza e il benessere del Paese, con buona pace dei teorici della fine della
classe operaia e di altre simili amenità. Sinistra per Urbino di fronte a
questa immane tragedia, esprime le condoglianze ai familiari di questa nuova
vittima del lavoro, chiede che siano intensificate le misure di sicurezza sui
posti di lavoro per evitare che simili tragedie si ripetano,- nella nostra
società capitalista la ricerca del profitto avviene troppo spesso a scapito
della sicurezza - , invita i lavoratori
a premere e denunciare presso le organizzazioni sindacali e operaie eventuali
carenze in termini di sicurezza personale. Sinistra per Urbino si rivolge ai
lavoratori per costruire insieme un’organizzazione che difenda diritti,
salario, tenore di vita e sicurezza sul lavoro.
venerdì 7 luglio 2017
FINCHE' C'E' GUERRA C'E' SPERANZA
Il sig Aromatico Andrea, esponente nella compagine della candidata del Pd Maria Clara Muci alle ultime
elezioni amministrative, e ora ahimè per loro, nell’area del Movimento Democratico e Progressista (Art.1-MDP) – Bersani Speranza – di
Urbino, ha pubblicato sul Resto del Carlino del 6 luglio un delirante intervento
in risposta al nostro dissenso per la cittadinanza onoraria all’ing. Moretti
Presidente della Benelli Armi e Amministratore della holding Beretta, in cui paragona
l’ing. a Federico da Montefeltro e auspica la sua nomina addirittura a sindaco
a vita. Non poteva mancare questa
puntuale replica, redatta da Ermanno Torrico, membro del Pci e di Sinistra per
Urbino che ne condivide il contenuto.
Finché
c’è guerra c’è speranza
Andrea
Aromatico “ scrittore ed esperto di armi e del mondo venatorio”, ci offre una
lezione da manuale sul Rinascimento e uno scoop sui “capitani di ventura”:
l’ing.Luigi Moretti, presidente della Benelli Armi e consigliere della Berretta
Holding spa, è il nuovo Federico da
Montefeltro. Una boutade? No,secondo l’autore
di questo blasfemo paragone. Non una parola, invece, sui privilegi concessi
alla Benelli-Berretta, i progressivi ampliamenti con danni al paesaggio e al
ripristino della ferrovia da tutti, Gambini in testa, richiesto a gran voce.
Inutile fingere di non sapere che quantomeno pezzi importanti di armi da guerra
venduti in tutto il mondo, sono prodotti dalla Benelli e assemblati poi da
Berretta. E’ risaputo che negli anni duemila la Benelli-Berretta abbia vinto
l’appalto per la fornitura all’esercito USA dell’ M4 Super 90 calibro 12 e che
rifornisca i corpi militari di Gran Bretagna e Francia (Intervista rilasciata a
“Il Ducato il 18 giugno 2016 dall’ing. Paolo Viti, direttore dello
stabilimento). Inoltre la Berretta Holding spa possiede, tra l’altro, lo
storico sito di Accokeek nel Maryland, in procinto di trasferirsi o già
trasferito in Tennesse, e in Canada una commerciale “focalizzata nel segmento
della polizia militare” (“Il Sole 24 Ore, 11 giugno 2015).
Ma
qui voglio sollevare il problema connesso al conferimento della cittadinanza
onoraria all’ing. Moretti. Si deve
sapere che Urbino ormai è uno dei pochi comuni a non avere un regolamento specifico
per il conferimento della cittadinanza onoraria. Dal 2002 al 2015 ne sono state
conferite nove e tutte, come le precedenti, per alti meriti culturali e
importanti valori nei quali il Comune di Urbino si riconosce. I nomi? Franco
Pacini, Rita Levi Montalcini, Paolo Del Poggetto, Antonio Paolucci, G. Carlo De
Carlo, Giovanni Nistri, generale dei Carabinieri del Nucleo tutela del
patrimonio culturale, Mons. Francesco Marinelli, arcivescovo di Urbino, Maria Rosaria Valazzi.
A Carlo Bo la cittadinanza onoraria è stata conferita nel 1959. Quali sono i
meriti dell’ing. Moretti? Cosa ha fatto
di tanto importante per la nostra città, patrimonio dell’Unesco, per tutelarne
la bellezza e l’identità culturale? Il 30 giugno il Consiglio comunale,
presenti solo i consiglieri di maggioranza, ha deliberato – perdurando
l’Aventino delle opposizioni, con qualche mal di pancia da parte del PD che
condivide la proposta della Giunta – il conferimento della cittadinanza
onoraria a Moretti con queste motivazioni: “riconoscimento dovuto”, secondo Foschi,
una scelta “appropriata – ha detto il sindaco – per tutta la sua storia
imprenditoriale”, “per avere ventuplicato il fatturato in venti anni”,
“riconoscimento all’impresa italiana, lui è il fiore all’occhiello della
capacità di fare impresa”, “uomo di poche parole, ma concrete, un sinonimo [sic!]
di qualità della persona”. Parole riprese dai consiglieri Rossi, Sirotti e
dall’assessore Cioppi che ha definito l’azienda una “famiglia” e di essere rimasto colpito da un “ambiente di
lavoro estremamente tranquillo, quasi rilassato, pur avendo una attività
frenetica di produzione. Non sono molti gli ambienti di lavoro che hanno queste
caratteristiche” e ha aggiunto che Moretti cura anche “l’aspetto culturale
supportando l’attività di giovani artisti”. Ci rendiamo conto che la
Benelli-Berretta costituisce l’unica vera industria presente in Urbino, che i
posti di lavoro sono un bene prezioso per l’intera comunità. Ma che bisogno
c’era di conferire la cittadinanza onoraria all’ing. Moretti che fa il suo
mestiere di mercante di armi? Non era bastevole il titolo di cavaliere del
lavoro di cui era stato insignito dal presidente della Repubblica Napolitano
nel 2011? Ricordate il film con Alberto Sordi Finché c’è guerra c’è speranza ? Si sapeva cosa accadeva nel mondo
del traffico d’armi ma, come il protagonista del film, si fa finta di non
vedere. Noi, invece, le cose le vediamo, le analizziamo e, a buon diritto, se è
il caso, le critichiamo, perché Moretti non meritava la cittadinanza onoraria
di Urbino, ma la riconoscenza di Confindustria. Da vero padrone delle ferriere,
infine, pretende, anche che
l’onorificenza gli sia conferita non in uno degli abituali luoghi istituzionali
del Comune, ma nella sua fabbrica perché, sostiene, vuole condividere la
soddisfazione personale con tutte le maestranze. Un atteggiamento
paternalistico che sarà soddisfatto.
domenica 2 luglio 2017
URBINO, DA CITTA’ DELLA PACE A CITTA’ D’ARMI. Benelli Armi: “Finchè c’è guerra c’è speranza”
Numerosi sono i meriti di chi dirige la Benelli Armi, motivo
principe dell’attribuzione della cittadinanza all’ing. Moretti conferita dal
Consiglio comunale venerdì 30 giugno. Tra i tanti Sinistra per Urbino ne vuol
ricordare alcuni. Ad es. aver costruito prima una, poi una seconda torre di
13,40 metri (la richiesta per il primo magazzino raggiungeva quasi i 17
metri) a poca distanza dalle mura del
centro storico, devastando da un punto di vista paesaggistico una vallata e
l’immagine di Urbino con autentici ecomostri. Aver rifiutato la proposta delle
trascorse amministrazioni per il trasferimento della fabbrica in una zona
industriale nonostante le facilitazioni per la scelta e l’acquisizione del
terreno, dimostrando così disprezzo nei
confronti della cittadinanza. Essersi allargata a dismisura nell’area della
ferrovia pregiudicandone la possibilità del ripristino (Gambini, Foschi, Forza
Italia, Pd, Verdi sia in Giunta che all’opposizione tutti pronti a giurare e
dichiararsi per il ripristino del treno, ma poi tutti a votare per lo
smantellamento dell’area della ferrovia cui era interessata la Benelli Armi. Tipico
esempio di acquiescenza ai poteri forti e uso spregiudicato della demagogia.)
Aver venduto armi da guerra che hanno insanguinato conflitti e massacri nel
mondo. Eppure Papa Francesco insiste contro i “fabbricanti di armi” e “i
mercanti di morte” (“i fabbricanti di armi
che sono mercanti di morte dovranno rendere conto a Dio”). L’aggravante
consiste nel fatto che le forniture sono assegnate agli Stati Uniti, che è
presente con le sue truppe in vari scenari di guerra, che fornisce armi a
diverse paesi che sono stati, o lo sono
tutt’ora, sostenitori dei gruppi terroristici più sanguinari, gli stessi che
poi incitano e organizzano attentati nelle città europee. il Papa lo ha spiegato
bene: il terrorismo usa quelle armi che vengono fabbricate in Occidente e che
sono le protagoniste nelle varie guerre nel mondo. Nonostante che i nostri
rappresentanti politici si dichiarino fedeli della Chiesa cattolica, invochino
l’identità cristiana del nostro paese, tutti a genuflettersi per celebrare la
Benelli Armi. Tra l’osservanza alla propria fede e la sudditanza ai potentati
economici, partiti in giunta e all’opposizione sono unanimi nella scelta. Ma il
Pd non si definisce partito pacifista ? Si propone un cambiamento alla dizione
della città: anziché Città della Pace, che si chiami da oggi “Città D’Armi”.
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