Il sig Aromatico Andrea, esponente nella compagine della candidata del Pd Maria Clara Muci alle ultime
elezioni amministrative, e ora ahimè per loro, nell’area del Movimento Democratico e Progressista (Art.1-MDP) – Bersani Speranza – di
Urbino, ha pubblicato sul Resto del Carlino del 6 luglio un delirante intervento
in risposta al nostro dissenso per la cittadinanza onoraria all’ing. Moretti
Presidente della Benelli Armi e Amministratore della holding Beretta, in cui paragona
l’ing. a Federico da Montefeltro e auspica la sua nomina addirittura a sindaco
a vita. Non poteva mancare questa
puntuale replica, redatta da Ermanno Torrico, membro del Pci e di Sinistra per
Urbino che ne condivide il contenuto.
Finché
c’è guerra c’è speranza
Andrea
Aromatico “ scrittore ed esperto di armi e del mondo venatorio”, ci offre una
lezione da manuale sul Rinascimento e uno scoop sui “capitani di ventura”:
l’ing.Luigi Moretti, presidente della Benelli Armi e consigliere della Berretta
Holding spa, è il nuovo Federico da
Montefeltro. Una boutade? No,secondo l’autore
di questo blasfemo paragone. Non una parola, invece, sui privilegi concessi
alla Benelli-Berretta, i progressivi ampliamenti con danni al paesaggio e al
ripristino della ferrovia da tutti, Gambini in testa, richiesto a gran voce.
Inutile fingere di non sapere che quantomeno pezzi importanti di armi da guerra
venduti in tutto il mondo, sono prodotti dalla Benelli e assemblati poi da
Berretta. E’ risaputo che negli anni duemila la Benelli-Berretta abbia vinto
l’appalto per la fornitura all’esercito USA dell’ M4 Super 90 calibro 12 e che
rifornisca i corpi militari di Gran Bretagna e Francia (Intervista rilasciata a
“Il Ducato il 18 giugno 2016 dall’ing. Paolo Viti, direttore dello
stabilimento). Inoltre la Berretta Holding spa possiede, tra l’altro, lo
storico sito di Accokeek nel Maryland, in procinto di trasferirsi o già
trasferito in Tennesse, e in Canada una commerciale “focalizzata nel segmento
della polizia militare” (“Il Sole 24 Ore, 11 giugno 2015).
Ma
qui voglio sollevare il problema connesso al conferimento della cittadinanza
onoraria all’ing. Moretti. Si deve
sapere che Urbino ormai è uno dei pochi comuni a non avere un regolamento specifico
per il conferimento della cittadinanza onoraria. Dal 2002 al 2015 ne sono state
conferite nove e tutte, come le precedenti, per alti meriti culturali e
importanti valori nei quali il Comune di Urbino si riconosce. I nomi? Franco
Pacini, Rita Levi Montalcini, Paolo Del Poggetto, Antonio Paolucci, G. Carlo De
Carlo, Giovanni Nistri, generale dei Carabinieri del Nucleo tutela del
patrimonio culturale, Mons. Francesco Marinelli, arcivescovo di Urbino, Maria Rosaria Valazzi.
A Carlo Bo la cittadinanza onoraria è stata conferita nel 1959. Quali sono i
meriti dell’ing. Moretti? Cosa ha fatto
di tanto importante per la nostra città, patrimonio dell’Unesco, per tutelarne
la bellezza e l’identità culturale? Il 30 giugno il Consiglio comunale,
presenti solo i consiglieri di maggioranza, ha deliberato – perdurando
l’Aventino delle opposizioni, con qualche mal di pancia da parte del PD che
condivide la proposta della Giunta – il conferimento della cittadinanza
onoraria a Moretti con queste motivazioni: “riconoscimento dovuto”, secondo Foschi,
una scelta “appropriata – ha detto il sindaco – per tutta la sua storia
imprenditoriale”, “per avere ventuplicato il fatturato in venti anni”,
“riconoscimento all’impresa italiana, lui è il fiore all’occhiello della
capacità di fare impresa”, “uomo di poche parole, ma concrete, un sinonimo [sic!]
di qualità della persona”. Parole riprese dai consiglieri Rossi, Sirotti e
dall’assessore Cioppi che ha definito l’azienda una “famiglia” e di essere rimasto colpito da un “ambiente di
lavoro estremamente tranquillo, quasi rilassato, pur avendo una attività
frenetica di produzione. Non sono molti gli ambienti di lavoro che hanno queste
caratteristiche” e ha aggiunto che Moretti cura anche “l’aspetto culturale
supportando l’attività di giovani artisti”. Ci rendiamo conto che la
Benelli-Berretta costituisce l’unica vera industria presente in Urbino, che i
posti di lavoro sono un bene prezioso per l’intera comunità. Ma che bisogno
c’era di conferire la cittadinanza onoraria all’ing. Moretti che fa il suo
mestiere di mercante di armi? Non era bastevole il titolo di cavaliere del
lavoro di cui era stato insignito dal presidente della Repubblica Napolitano
nel 2011? Ricordate il film con Alberto Sordi Finché c’è guerra c’è speranza ? Si sapeva cosa accadeva nel mondo
del traffico d’armi ma, come il protagonista del film, si fa finta di non
vedere. Noi, invece, le cose le vediamo, le analizziamo e, a buon diritto, se è
il caso, le critichiamo, perché Moretti non meritava la cittadinanza onoraria
di Urbino, ma la riconoscenza di Confindustria. Da vero padrone delle ferriere,
infine, pretende, anche che
l’onorificenza gli sia conferita non in uno degli abituali luoghi istituzionali
del Comune, ma nella sua fabbrica perché, sostiene, vuole condividere la
soddisfazione personale con tutte le maestranze. Un atteggiamento
paternalistico che sarà soddisfatto.
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