ANCORA UNA CATTIVA NOTIZIA....
E' un'estate, questa, destinata a
essere ricordata dalla memoria collettiva come una stagione funesta:
crisi della giunta Gambini, scricchiolii di quell'armonico edificio
meglio noto come U. E. ad opera della perfida Albione, insorgenza del
terrorismo fai-da -te. Come se tutto ciò non bastasse, è di pochi
giorni fa la notizia che l'assessore Sgarbi non intende più
partecipare ai Consigli Comunali.
Fosse l'improvvisa decisione frutto
della stanchezza che accompagna i primi caldi estivi, o dello stress
da eccessivo impegno istituzionale, non ce ne preoccuperemmo.
Trattasi di crisi passeggere, si sa. Purtroppo, il problema è più
serio: l'assessore, proprio partecipando all'ultimo Consiglio, è
stato colpito da una rivelazione che ha scosso il suo animo
sensibile: a Urbino non è amato e, dunque, da signore quale è non
intende imporre la sua presenza in città.
Delicatezza che gli fa onore, tanto più
se si considera che, da quando è stato eletto, ha sempre mantenuto
una certa distanza dai luoghi che hanno visto dispiegarsi la sua
rivoluzione.
Egli è, infatti, uno dei più
accreditati esponenti di una nuova dottrina politica, meglio nota
come “teoria del governo presbite” per la quale il governo più
efficace è quello che si esercita da lontano, nel lodevole intento
di evitare che la conoscenza del dato empirico, ovvero della realtà
locale, pregiudichi la visione d'insieme del governante.
Il disconoscimento affettivo
costituisce già di per sé motivo di forte turbamento; che dire,
poi, se ad esso si aggiungono atteggiamenti di critica proterva e
persecutoria che minano l'autorevolezza e il prestigio
dell'assessore, insinuando che la sua politica culturale sia, in
realtà, politica autopromozionale? Si può forse chiedere ad un
uomo che ha dedicato la vita al bene pubblico di mantenere la calma e
di non buttarsi nella mischia, lanciando il guanto della sfida
cavalleresca a nemici tanto irriducibili quanto oscuri per censo e
merito?
Non fa certo onore alla nostra città
che proprio qui questo paladino del Bello e del Vero abbia fatto
conoscenza con la malvagità e l'ingratitudine umane. Occorrono
coraggio e franchezza: Urbino non merita che quest'uomo intemerato
sprechi per lei i suoi molteplici talenti.
Per quanto scossi nel profondo da tanta
tragedia, non tentenniamo nel rivolgergli l'invito di mettere
conoscenze e competenze a disposizione di altre città, possibilmente
d'Oltreoceano , in modo da potere sperimentare con maggiore efficacia
la teoria del governo presbite.
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