Nel nostro paese stiamo assistendo ad
una presa di coscienza di numerosi amministratori locali, sindaci di importanti
città appartenenti a diverse formazioni politiche, da Palermo a Napoli, a
Firenze, a Milano, a Pescara, a Livorno, a Parma e ad altri centri minori che
hanno deciso di sospendere l’applicazione delle parti del Decreto Sicurezza del
governo Salvini – Di Maio, che sono in modo evidente discriminatorie nei confronti
degli immigrati richiedenti asilo, e/o di attendere chiarimenti sulle parti più
controverse. Questi aspetti, come sottolineato da eminenti giuristi, con la
perdita del diritto alla residenza, comporterebbero il rischio della perdita di
alcuni servizi fondamentali per garantire quei diritti sanciti dalla
Dichiarazione Universale dell’Uomo e dalla nostra Costituzione, come il diritto
all’istruzione per i minori, all’assistenza sanitaria, un tetto sotto cui
ripararsi con la famiglia, il diritto ad un lavoro. L’espulsione dagli Sprar di
centinaia di richiedenti asilo per motivi umanitari, comporterà la perdita dei servizi di integrazione
sociale per queste persone con la conseguenza di aumentare il numero dei
clandestini, senza fissa dimora, in giro per le città o nelle baraccopoli sotto
i ponti, preda del malaffare, della piccola e grande criminalità. Ecco perché
il Decreto sicurezza provocherà
insicurezza e l’aumento dei
reati. Anziché rafforzare il servizio dell’accoglienza e dell’integrazione, lo
si depotenzia, buttando in strada centinaia di persone senza un domicilio, un
lavoro, senza assistenza. Difficilmente il Decreto supererà i ricorsi che si
stanno approntando presso la Corte Costituzionale. Nel 2001 ad Urbino, alla
presenza di eminenti autorità, fu presentata la Carta della Terra che riafferma
e sancisce l’inviolabilità dei diritti fondamentali dell’uomo che il Decreto
Sicurezza di Salvini oggi nega, e la Città di Urbino vi aderì, allora con la
partecipazione del suo Sindaco.
Sinistra per Urbino, memore dei
principi di civiltà, democrazia e accoglienza che ha sempre caratterizzato la convivenza
della nostra città, chiede che anche il sindaco Gambini e la sua Giunta si
uniscano ai Sindaci d’Italia che hanno deciso la sospensione di quelle parti del
Decreto Salvini più discriminatorie nei confronti dei richiedenti asilo. Questa
richiesta va ovviamente estesa anche a tutto il Consiglio Comunale, alle sue componenti e ai sindaci della nostra
provincia. Non vorremmo che Gambini si iscriva nella storia della nostra città
come il sindaco che applicò le leggi discriminatorie razziste del ministro
Salvini (il decreto sicurezza è stato definito “razzista” “criminogeno e
disumano” dai sindaci di Napoli, De Magistris, e di Palermo, Orlando). La
nostra città, che ha scritto pagine memorabili nella protezione dei cittadini
di origine ebraica dalle leggi e persecuzioni razziali del fascismo e nella
lotta partigiana, non lo meriterebbe..
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