La prospettiva di alcune centinaia di milioni da assegnare alla Regione Marche dal Recovery Plan ha messo in moto gli appetiti speculativi di coloro che usano le proprie vicinanze politiche per procurarsi ingenti profitti.
Così stiamo assistendo ad un tourbillon di proposte. C'è chi vuole un grande invaso da 14 milioni di metri cubi, da farsi, ovvio, nell'entroterra per placare la sete soprattutto della costa nel periodo estivo e turistico. Il costo da preventivo si aggira sui 150 milioni di euro, che poi avrà il suo fisiologico aumento in corso d'opera. Nessun cenno invece a politiche di lotta agli sprechi, a interventi per ridurre le perdite della nostra rete di distribuzione, oltre il 30%, per pulire gli invasi esistenti, per sanzionare gli sversamenti o le captazioni incontrollate, per prendersi cura dei corsi d'acqua, o per incentivare l'uso differenziato dell'acqua nelle residenze private, per vasche e cisterne d'acqua per uso non alimentare. Su tutto rimane il vulnus della volontà popolare del referendum del 2011 che ha sancito l'acqua pubblica e la sua erogazione senza profitti privati. Risultato referendario tradito e disatteso dal Pd e dalla Destra i cui esponenti pontificano tutte le sere sui media di democrazia, rispetto della volontà popolare, diritti umani, principi validi a corrente alternata, non quando coinvolgono gli interessi del sistema liberista.
Poi c'è chi si inventa una metropolitana leggera circolare che colleghi Urbino- Fano – Pesaro – ValleFoglia. Nessuno è contrario che si moltiplichino i tratti ferroviari, ma oggi la priorità è riattivare il tratto Fano-Urbino, per la cui opera si frappongono non poche resistenze da parte del Pd della costa: quello stesso partito di cui è uno dei leader proprio chi chiede la metropolitana circolare, in realtà non vuole nemmeno riattivare un solo km del percorso ferroviario esistente. Se qualcuno del Pd vuol fare una cosa utile, cerchi di convincere nel suo partito coloro che si oppongono o stanno sabotando la Fano – Urbino, che ha già i binari, un tracciato, un suo sedime senza bisogno di ulteriori passi giuridico-burocratici. Una volta attivato questo tratto, saremo al suo fianco per completare l'anello circolare. Ma ora, come prima tappa, sia lui a mettersi a fianco di chi si batte da anni per il suo ripristino immediato, senza proporre altro dall'effetto fuorviante.
Pure il sindaco di Urbino, interviene forse preoccupato di lasciare scarse tracce di sé dopo i due mandati. In un incontro con il sindaco di Pesaro propone una nuova strada per Pesaro. Sinistra per Urbino non è contro collegamenti veloci con la costa, ma ci poniamo il problema delle priorità. Tutti sanno che nuove strade e più asfalto richiamano nuovi mezzi di trasporto privati, con tutto ciò che può comportare in materia di inquinamento e produzione di polveri sottili. Ora se c'è una cosa che questa pandemia ci ha insegnato è quella di prestare maggior attenzione nel preservare l'ambiente riducendo l'inquinamento e il consumo di suolo. Quindi bisogna prima concentrarsi sulla Ferrovia Fano – Urbino, un'opera che consentirà di ridurre inquinamento, costi, tempi, stress nei collegamenti con la costa. Favorire i mezzi di trasporto pubblici e collettivi, ridurre l'inquinamento e il consumo di suolo: queste sono le sfide dello sviluppo sostenibile in tempi di pandemia.
Gli incentivi europei fanno gola a molti. Ecco allora il proliferare di addirittura 5 progetti di biodigestori per la nostra Regione, per un trattamento totale di 429 mila tonnellate di rifiuti organici, quando la Regione Marche ne esporta per lo smaltimento in altre Regioni circa 71 mila. La gestione privatistica dei rifiuti e la ricerca di profitti attingendo ai corposi incentivi rischiano così di rendere la nostra Regione la pattumiera del centro Italia. I fondi europei - sempre soldi dei lavoratori e dei contribuenti - sono condizionati a finanziare progetti per ridurre l'inquinamento da fonti fossili; siano, quindi, impiegati bene, per progetti di salvaguardia ambientale e in primo luogo per la metropolitana leggera Fano - Urbino, si eviti invece la realizzazione di progetti che possano arrecare danni all'ambiente dell'entroterra, accentuando lo sfruttamento e la colonizzazione dei suoi territori.
1 marzo 2021