martedì 29 dicembre 2015

                                                  GRANDI INTERROGATIVI
Una domanda circola insistente per Urbino, rimbalza dai bar e dalla piazza alle case , alimentando appassionate conversazioni fra amici e familiari e finisce per insinuarsi persino nelle valigie dei turisti, fra i souvenirs dei Torricini e la confezione di cresce:

CHE COSA CI STANNO A FARE LE 2 ENORMI GRU AL CENTRO COMMERCIALE DI SANTA LUCIA?

Di seguito le diverse ipotesi emerse dopo mesi e mesi di discussioni e meditazioni di cittadini di ogni orientamento politico, religioso e sessuale:

  • il Centro commerciale non è ancora finito, malgrado il trionfale taglio del nastro l' 8 maggio 2014, cui convennero in pompa magna i vari candidati sindaci, con la sola lodevole eccezione di Gualtiero De Santi per Sinistra per Urbino (impegnato a volantinare contro l'ecomostro) e di Emilia Forti per i 5 Stelle;
  • l'impresa costruttrice non è ancora stata pagata e, quindi, tiene in ostaggio la sua creatura sotto la minaccia delle due gru;
  • l'impresa costruttrice non ha più un soldo e aspetta l'arrivo di qualche profugo per fargli rimuovere gratuitamente le gru;
  • l'attuale Giunta, miracolata sulla via del Bello da una sua nota Vestale televisiva- assessore/collaboratore della Giunta stessa a tempo perso- vuole fare ammenda del passato non proprio limpido di alcuni suoi componenti rispetto all'approvazione del progetto e tiene le gru a disposizione per demolire la “cosa”;
  • le gru sono parte integrante della struttura, cui conferiscono quel tocco di post-postmoderno che finalmente riscatta Urbino dal suo conservatorismo architettonico così provinciale;
  • le gru sono efficaci dissuasori nei confronti di eventuali attacchi dalla costa ( Saraceni, bande del P.D. balneare in lotta contro quello dell'entroterra, agenti di commercio i cui marchi non sono rappresentati a Santa Lucia....);
  • le gru sono destinate a divenire i Torricini del XXI secolo , nuovo simbolo della potenza e della dinamicità di una città che, lungi dall'adagiarsi sulle glorie passate, sa rinnovarsi e stupire per le ardite soluzioni urbanistiche che propone, di fronte alle quali interventi come quelli del Beaubourg e delle Halles nel centro di Parigi si configurano come tentativi dilettanteschi.

Ci scusiamo se non abbiamo dato conto di tutte le ipotesi: per esigenze di spazio, ci siamo limitati ad accogliere le più credibili. Ci accorgiamo ora che tutte , invece di fornire la sospirata risposta, rinviano ad un'altra domanda, la fondamentale:

MA COSA CI STA A FARE IL CENTRO COMMERCIALE DI SANTA LUCIA
in una città di 15000 abitanti, già fornita di supermercati e di un altro centro commerciale ( il Consorzio) che non brilla certo per affluenza?


martedì 22 dicembre 2015

NATALE SI', MA CON GIUDIZIO



Bene ha fatto la Giunta ad ampliare e diversificare le iniziative natalizie. Peccato che, come le capita spesso, abbia voluto strafare, finendo per travalicare il confine del buon gusto e del rispetto del decoro urbano. Ci riferiamo, più che all’”albero dello scandalo”, al Mercatale (trasformato in chiassoso e variopinto baraccone).
Il luna park sotto le Mura, in corrispondenza di Porta Valbona, ha un impatto semplicemente devastante. Crea inoltre disagi ai residenti e  intralcia pesantemente la circolazione di auto e corriere nella piazza stessa e nel tratto adiacente di Via Bocca Trabaria.
Per accorgersi di tutto questo non c’è bisogno del parere di un presentatore televisivo che ha fatto esporre in città una probabile crosta. Né denunciare queste brutture significa assecondare le strumentalizzazioni a orologeria dei Verdi, un gruppo i cui obiettivi nulla hanno a che fare con l’ambientalismo ma che Gambini ben conosceva quando ha scelto di metterseli in casa (chi è causa del proprio mal pianga se stesso). Qualunque cittadino può infatti constatare che gli amministratori di questa come della passata Giunta targata PD (responsabile, non va mai dimenticato, di una dissennata cementificazione di aree a ridosso del centro storico), sembrano inconsapevoli della straordinaria specificità ambientale ed artistica di Urbino. E sono soprattutto privi di quello spessore culturale, di quella capacità di programmazione e di quella passione per un tessuto urbano di inestimabile valore che, soli, permetterebbero di mettere a punto interventi compatibili con questo delicato  e prezioso contesto ambientale.

mercoledì 9 dicembre 2015

SALVATAGGIO DI BANCA MARCHE: AGLI EX VERTICI LA CASSA, AI RISPARMIATORI SOLO CARTA STRACCIA.



SALVATAGGIO DI BANCA MARCHE: AGLI EX VERTICI LA CASSA, AI RISPARMIATORI SOLO CARTA STRACCIA.

La vicenda del salvataggio di Banca delle Marche, la principale banca del territorio e della Regione, la banca dove generazioni di urbinati hanno portato i loro risparmi (prima sotto il nome di  Cassa di Risparmio), ci induce ad alcune considerazioni. Cerchiamo di riassumere brevemente la vicenda: i vertici della Banca, esponenti di primo e secondo piano del vecchio mondo democristiano, avviano procedure finanziarie molto disinvolte accordando prestiti e mutui a costruttori e imprenditori, amici e amici degli amici, per somme consistenti. “Tra Casale e Degennaro gli affidamenti erogati da Banca Marche hanno toccato i 70 milioni di euro. In un contesto di prestiti mai rientrati che hanno contribuito in modo decisivo al dissesto della banca marchigiana. Gruppo Lanari esposto per 200 milioni, gruppo Santarelli per 110 milioni, gruppo Ciccolella: 80 milioni, gruppo Minardi 130 milioni” (il sole 24 ore del 7.11.15). i tanti crediti accordati con generosità  e mai rientrati ammontano ad una cifra tanto consistente da coprire un terzo dell’intero patrimonio bancario. Per far fronte a questa situazione, la Banca d’Italia  azzera i vertici della banca che viene commissariata il 27 agosto 2013: ma prima autorizza inspiegabilmente un aumento di capitale di 180 milioni di €, che di fatto erode  il valore delle azioni dei piccoli risparmiatori . Il risanamento con i classici strumenti finanziari,  si presenta impresa estremamente difficile se non impossibile anche per i commissari. Così si arriva a questi giorni, quando il governo, di domenica emette un decreto che consente il salvataggio della Banca, creando la Nuova Banca delle Marche e sottraendo alla vecchia Banca i debiti, cioè crediti inesigibili e gran parte dei crediti deteriorati, frutto delle politiche complici e bancarottiere degli ex banchieri. Con questo decreto chi ci rimette sono gli azionisti della Banca, e quelli che detenevano obbligazioni subordinate, cioè gran parte dei piccoli risparmiatori che per strappare clausole e condizioni più favorevoli per i loro conti correnti, nel corso degli anni si sono fatti convincere da solerti e ignari impiegati della Banca a sottoscrivere piccoli pacchetti di azioni, con la speranza, risultata poi vana, che il prezzo delle azioni sarebbe inevitabilmente cresciuto col tempo. Così, con una manovra amministrativa che somiglia ad un golpe, varata di domenica, quando gli sportelli delle filiali sono chiusi, il governo ha sanzionato il salvataggio della banca,, che segna la perdita dei piccoli azionisti per 400 milioni di €, e dei possessori di obbligazioni subordinate per altrettanti 400 milioni, con un’operazione giudicata il male minore: azioni e obbligazioni subordinate diventano per decreto carta straccia. Considerando che c’ è anche la perdita delle Fondazioni Casse di Risparmio per altri 500 milioni, e che l’intera operazione ripulisce il debito della Nuova Banca dell’80%, l’ammontare dei crediti inesigibili e deteriorati si aggira sopra i 4,7 miliardi di € (( Resto del carlino 2.12.15). Ora il decreto viene presentato  dai partiti di governo, dal Presidente di Regione Ceriscioli e dal Pd locale come il male minore, e necessario per salvare i correntisti.
Così i 43000 piccoli risparmiatori della Banca diventano i capri espiatori e gli unici a pagare il fallimento provocato dai vecchi amministratori che per produrre questo crac finanziario hanno ricevuto, invece, buonuscite milionarie . Scriveva Bertolt Brecht “Che cos’è rapinare una banca, in confronto al fondarla? “. Bianconi ha ricevuto 1milione e mezzo di euro con le dimissioni del 31 luglio 2011, per poi essere riassunto dai vertici della banca il 22 agosto dello stesso anno: evidentemente i complici al vertice della banca si erano accorti che non aveva ancora pienamente completato tutti i danni prefissati . Tra il 2011 e il 2012 il Bianconi ha ricevuto 7,1 milioni di euro tra bonus, tfr e retribuzioni, mentre il suo compenso ammontava a 1,6 milioni di euro l’anno: in 8 anni ha incassato 17 milioni di €.  Buonuscite e retribuzioni milionarie hanno ricevuto anche gli altri al vertice della banca. Ma se l’ex direttore generale Bianconi se ne andato con compensi milionari nonostante il fallimento , l’ex presidente e vice presidente della Banca, il maceratese Lauro Costa veniva insignito dell’onorificenza al merito della Repubblica dal prefetto di Macerata in una solenne cerimonia nel dicembre del 2013 quando già si conoscevano i conti del dissesto finanziario e alla sede centrale della Banca Marche operavano i commissari inviati dalla Banca d’Italia.
Perche la Banca d’Italia e la Consob, che sono organi di controllo, non sono intervenuti prima, non hanno vigilato a dovere  e addirittura a crac finanziario conclamato, la Banca d’Italia ha autorizzato un aumento di capitale della Banca ?
Perché il governo, così sollecito a colpire i piccoli risparmiatori, non vara provvedimenti per mettere sotto sequestro i beni degli ex vertici inquisiti e le autorità inquirenti non arrestano i responsabili di un così grave dissesto, uno dei più gravi a detta dei commissari dallo scandalo Sindona e Banco Ambrosiano ?
 Come mai la Banca Monte dei Paschi di Siena è stata salvata con un prestito dello Stato, quindi di tutti i contribuenti, che ha coperto il malaffare di dirigenti e amministratori legati al Pd, mentre il governo ha scaricato gli effetti dello scandalo sui risparmiatori della Banca ?
Quali manovre finanziarie e di potere si nascondono dietro la vicenda di Banca Marche, chi ha lavorato e manovrato per il suo fallimento per poi, tra breve, acquistarla per pochi spiccioli ?
Perche banche tedesche in sofferenza, come HSH Nordbank , hanno  beneficiato di una ricapitalizzazione di 3 miliardi di euro  e  una garanzia di rischio di 10 miliardi di euro concessa dai Länder di Amburgo e dello Schleswig-Holstein e di una garanzia di liquidità di 17 miliardi di euro, concessa dal fondo speciale tedesco per la stabilizzazione dei mercati finanziari, e la Commissione Europea ha ammesso che il salvataggio, pur configurandosi come aiuto di Stato, è compatibile con il mercato interno, mentre il salvataggio di Banca delle Marche con il Fondo interbancario, secondo il governo che ha escluso questo percorso,  avrebbe rischiato la bocciatura dalla Commissione Europea , in quanto si configurava come aiuto di Stato?
Tutta questa vicenda, come altre precedenti di dimensioni ben più ampie, dimostra che il sistema capitalistico non garantisce ai piccoli risparmiatori e imprenditori onesti, il  rispetto di quelle regole di mercato e libera concorrenza che sulla carta istituisce nel nome della libertà d’impresa;   il governo costituito da partiti chiamati a gestire gli interessi monopolistici, che ci sia il Pd o il Berlusconi di turno, si rivela ossequioso e rispettoso non dei piccoli risparmiatori che dice di proteggere, bensì dei grandi potentati economici, svolgendo la funzione di “comitato di affari della borghesia”.  In queste condizioni il mercato, anziché essere libero, indipendente e regolatore dell’imprenditoria, si rivela un mercato drogato, corrotto e manovrato dai grandi potentati economico – finanziari interni e internazionali, assistiti dal governo, che si rivela così strumento per favorire la rapina nei confronti dei cittadini,  dei piccoli risparmiatori,  dei piccoli imprenditori.