SALVATAGGIO DI BANCA MARCHE: AGLI EX VERTICI LA CASSA, AI
RISPARMIATORI SOLO CARTA STRACCIA.
La vicenda
del salvataggio di Banca delle Marche, la principale banca del territorio e della
Regione, la banca dove generazioni di urbinati hanno portato i loro risparmi
(prima sotto il nome di Cassa di
Risparmio), ci induce ad alcune considerazioni. Cerchiamo di riassumere
brevemente la vicenda: i vertici della Banca, esponenti di primo e secondo
piano del vecchio mondo democristiano, avviano procedure finanziarie molto
disinvolte accordando prestiti e mutui a costruttori e imprenditori, amici e
amici degli amici, per somme consistenti. “Tra Casale e Degennaro gli
affidamenti erogati da Banca Marche hanno toccato i 70 milioni di euro. In un contesto
di prestiti mai rientrati che hanno contribuito in modo decisivo al dissesto
della banca marchigiana. Gruppo Lanari esposto per 200 milioni, gruppo
Santarelli per 110 milioni, gruppo Ciccolella: 80 milioni, gruppo Minardi 130
milioni” (il sole 24 ore del 7.11.15). i tanti crediti accordati con
generosità e mai rientrati ammontano ad
una cifra tanto consistente da coprire un terzo dell’intero patrimonio
bancario. Per far fronte a questa situazione, la Banca d’Italia azzera i vertici della banca che viene
commissariata il 27 agosto 2013: ma prima autorizza inspiegabilmente un aumento
di capitale di 180 milioni di €, che di fatto erode il valore delle azioni dei piccoli
risparmiatori . Il risanamento con i classici strumenti finanziari, si presenta impresa estremamente difficile se
non impossibile anche per i commissari. Così si arriva a questi giorni, quando
il governo, di domenica emette un decreto che consente il salvataggio della
Banca, creando la Nuova Banca delle Marche e sottraendo alla vecchia Banca i
debiti, cioè crediti inesigibili e gran parte dei crediti deteriorati, frutto
delle politiche complici e bancarottiere degli ex banchieri. Con questo decreto
chi ci rimette sono gli azionisti della Banca, e quelli che detenevano
obbligazioni subordinate, cioè gran parte dei piccoli risparmiatori che per
strappare clausole e condizioni più favorevoli per i loro conti correnti, nel
corso degli anni si sono fatti convincere da solerti e ignari impiegati della
Banca a sottoscrivere piccoli pacchetti di azioni, con la speranza, risultata
poi vana, che il prezzo delle azioni sarebbe inevitabilmente cresciuto col
tempo. Così, con una manovra amministrativa che somiglia ad un golpe, varata di
domenica, quando gli sportelli delle filiali sono chiusi, il governo ha
sanzionato il salvataggio della banca,, che segna la perdita dei piccoli
azionisti per 400 milioni di €, e dei possessori di obbligazioni subordinate
per altrettanti 400 milioni, con un’operazione giudicata il male minore: azioni
e obbligazioni subordinate diventano per decreto carta straccia. Considerando
che c’ è anche la perdita delle Fondazioni Casse di Risparmio per altri 500
milioni, e che l’intera operazione ripulisce il debito della Nuova Banca
dell’80%, l’ammontare dei crediti inesigibili e deteriorati si aggira sopra i
4,7 miliardi di € (( Resto del carlino 2.12.15). Ora il decreto viene
presentato dai partiti di governo, dal
Presidente di Regione Ceriscioli e dal Pd locale come il male minore, e
necessario per salvare i correntisti.
Così i 43000
piccoli risparmiatori della Banca diventano i capri espiatori e gli unici a
pagare il fallimento provocato dai vecchi amministratori che per produrre
questo crac finanziario hanno ricevuto, invece, buonuscite milionarie . Scriveva
Bertolt Brecht “Che cos’è rapinare una banca, in confronto al fondarla? “. Bianconi
ha ricevuto 1milione e mezzo di euro con le dimissioni del 31 luglio 2011, per
poi essere riassunto dai vertici della banca il 22 agosto dello stesso anno:
evidentemente i complici al vertice della banca si erano accorti che non aveva ancora
pienamente completato tutti i danni prefissati . Tra il 2011 e il 2012 il
Bianconi ha ricevuto 7,1 milioni di euro tra bonus, tfr e retribuzioni, mentre
il suo compenso ammontava a 1,6 milioni di euro l’anno: in 8 anni ha incassato
17 milioni di €. Buonuscite e
retribuzioni milionarie hanno ricevuto anche gli altri al vertice della banca.
Ma se l’ex direttore generale Bianconi se ne andato con compensi milionari
nonostante il fallimento , l’ex presidente e vice presidente della Banca, il
maceratese Lauro Costa veniva insignito dell’onorificenza al merito della
Repubblica dal prefetto di Macerata in una solenne cerimonia nel dicembre del
2013 quando già si conoscevano i conti del dissesto finanziario e alla sede
centrale della Banca Marche operavano i commissari inviati dalla Banca
d’Italia.
Perche la
Banca d’Italia e la Consob, che sono organi di controllo, non sono intervenuti
prima, non hanno vigilato a dovere e
addirittura a crac finanziario conclamato, la Banca d’Italia ha autorizzato un
aumento di capitale della Banca ?
Perché il
governo, così sollecito a colpire i piccoli risparmiatori, non vara
provvedimenti per mettere sotto sequestro i beni degli ex vertici inquisiti e
le autorità inquirenti non arrestano i responsabili di un così grave dissesto,
uno dei più gravi a detta dei commissari dallo scandalo Sindona e Banco
Ambrosiano ?
Come mai la Banca Monte dei Paschi di Siena è
stata salvata con un prestito dello Stato, quindi di tutti i contribuenti, che
ha coperto il malaffare di dirigenti e amministratori legati al Pd, mentre il
governo ha scaricato gli effetti dello scandalo sui risparmiatori della Banca ?
Quali
manovre finanziarie e di potere si nascondono dietro la vicenda di Banca
Marche, chi ha lavorato e manovrato per il suo fallimento per poi, tra breve,
acquistarla per pochi spiccioli ?
Perche
banche tedesche in sofferenza, come HSH Nordbank , hanno beneficiato di una ricapitalizzazione di 3
miliardi di euro e una garanzia di rischio di 10 miliardi di euro
concessa dai Länder di Amburgo e dello Schleswig-Holstein e di una garanzia di
liquidità di 17 miliardi di euro, concessa dal fondo speciale tedesco per la
stabilizzazione dei mercati finanziari, e la Commissione Europea ha ammesso che
il salvataggio, pur configurandosi come aiuto di Stato, è compatibile con il
mercato interno, mentre il salvataggio di Banca delle Marche con il Fondo
interbancario, secondo il governo che ha escluso questo percorso, avrebbe rischiato la bocciatura dalla
Commissione Europea , in quanto si configurava come aiuto di Stato?
Tutta questa
vicenda, come altre precedenti di dimensioni ben più ampie, dimostra che il
sistema capitalistico non garantisce ai piccoli risparmiatori e imprenditori
onesti, il rispetto di quelle regole di
mercato e libera concorrenza che sulla carta istituisce nel nome della libertà
d’impresa; il governo costituito da partiti chiamati a
gestire gli interessi monopolistici, che ci sia il Pd o il Berlusconi di turno,
si rivela ossequioso e rispettoso non dei piccoli risparmiatori che dice di
proteggere, bensì dei grandi potentati economici, svolgendo la funzione di
“comitato di affari della borghesia”. In
queste condizioni il mercato, anziché essere libero, indipendente e regolatore
dell’imprenditoria, si rivela un mercato drogato, corrotto e manovrato dai
grandi potentati economico – finanziari interni e internazionali, assistiti dal
governo, che si rivela così strumento per favorire la rapina nei confronti dei
cittadini, dei piccoli
risparmiatori, dei piccoli imprenditori.