GRANDI INTERROGATIVI
Una domanda circola insistente per
Urbino, rimbalza dai bar e dalla piazza alle case , alimentando
appassionate conversazioni fra amici e familiari e finisce per
insinuarsi persino nelle valigie dei turisti, fra i souvenirs dei
Torricini e la confezione di cresce:
CHE COSA CI STANNO A
FARE LE 2 ENORMI GRU AL CENTRO COMMERCIALE DI SANTA LUCIA?
Di seguito le diverse ipotesi emerse
dopo mesi e mesi di discussioni e meditazioni di cittadini di ogni
orientamento politico, religioso e sessuale:
- il Centro commerciale non è ancora finito, malgrado il trionfale taglio del nastro l' 8 maggio 2014, cui convennero in pompa magna i vari candidati sindaci, con la sola lodevole eccezione di Gualtiero De Santi per Sinistra per Urbino (impegnato a volantinare contro l'ecomostro) e di Emilia Forti per i 5 Stelle;
- l'impresa costruttrice non è ancora stata pagata e, quindi, tiene in ostaggio la sua creatura sotto la minaccia delle due gru;
- l'impresa costruttrice non ha più un soldo e aspetta l'arrivo di qualche profugo per fargli rimuovere gratuitamente le gru;
- l'attuale Giunta, miracolata sulla via del Bello da una sua nota Vestale televisiva- assessore/collaboratore della Giunta stessa a tempo perso- vuole fare ammenda del passato non proprio limpido di alcuni suoi componenti rispetto all'approvazione del progetto e tiene le gru a disposizione per demolire la “cosa”;
- le gru sono parte integrante della struttura, cui conferiscono quel tocco di post-postmoderno che finalmente riscatta Urbino dal suo conservatorismo architettonico così provinciale;
- le gru sono efficaci dissuasori nei confronti di eventuali attacchi dalla costa ( Saraceni, bande del P.D. balneare in lotta contro quello dell'entroterra, agenti di commercio i cui marchi non sono rappresentati a Santa Lucia....);
- le gru sono destinate a divenire i Torricini del XXI secolo , nuovo simbolo della potenza e della dinamicità di una città che, lungi dall'adagiarsi sulle glorie passate, sa rinnovarsi e stupire per le ardite soluzioni urbanistiche che propone, di fronte alle quali interventi come quelli del Beaubourg e delle Halles nel centro di Parigi si configurano come tentativi dilettanteschi.
Ci scusiamo se non abbiamo dato conto
di tutte le ipotesi: per esigenze di spazio, ci siamo limitati ad
accogliere le più credibili. Ci accorgiamo ora che tutte , invece di
fornire la sospirata risposta, rinviano ad un'altra domanda, la
fondamentale:
MA COSA CI STA A FARE IL
CENTRO COMMERCIALE DI SANTA LUCIA
in una città di 15000
abitanti, già fornita di supermercati e di un altro centro
commerciale ( il Consorzio) che non brilla certo per affluenza?
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