ANCORA
SUL GIOVEDI' NOTTE
Il riaccendersi delle polemiche
sul giovedì notte a Urbino ,con relative denunce dei residenti
sull'invivibilità di alcune zone del centro storico, durante tutta
la settimana, a causa degli schiamazzi e della sporcizia segnano il
definitivo fallimento delle politiche proibizionistiche dell'attuale
Giunta, da subito denunciate da Sinistra per Urbino come inefficaci
ed ipocrite.
Non siamo per nulla contenti di
avere avuto ragione, perché la salvaguardia e la valorizzazione del
centro storico costituiscono uno dei capisaldi del nostro programma e
constatare quotidianamente il degrado di quest'area straordinaria ci
preoccupa e ci rattrista, ben oltre ogni polemica politica.
Il punto, però, è che si è
cercato di dare una soluzione semplicistica e repressiva ad un
problema di notevole entità che concerne ormai molti centri
storici italiani e non solo.
I sociologi urbani parlano di
gentrificazione per indicare quegli interventi di
riqualificazione dei quartieri centrali con conseguente aumento del
prezzo degli immobili e inevitabile mutamento della composizione
sociale: i ceti popolari, che abitavano tradizionalmente i centri
storici, vengono allontanati verso le periferie disumanizzate e i
vecchi quartieri ristrutturati divengono una sorta di enclave
appannaggio di pochi ricchissimi, trincerati in appartamenti di
lusso, di molti uffici e negozi dell'effimero (solitamente marchi
internazionali) e di ritrovi per ogni gusto volti a soddisfare un
bisogno di intrattenimento ampiamente sollecitato dalle mode del
momento.
Probabilmente, Urbino non
risponde interamente a questo modello all'opera in diverse , grandi
città italiane, ma la tendenza in atto è la stessa, con una
peculiarità tutta locale: la presenza massiccia, fra i residenti del
centro, di universitari, di gran lunga eccedente rispetto a quella
degli "autoctoni". Non si può dimenticare, quando si
grida allo scandalo, che gli studenti rappresentano una fonte di
reddito non indifferente per molti Urbinati che affittano loro
appartamenti rimessi a posto alla bell'e meglio.
Non solo: pizzerie, pub,
birrerie, bar e locali di ogni genere senza gli studenti vedrebbero
il loro giro d'affari crollare miseramente: è per questo che non ci
piaccciono l'ipocrisia e la malafede che si sono create attorno a
questa questione. Molti ne hanno approfittato economicamente, altri
hanno pensato di ritagliarsi un ruolo pubblico, come promotori di
politiche giovanili ossequienti alle mode ( e agli interessi di una
fetta di commercianti).
Anno dopo anno la situazione è
divenuta insostenibile e la soluzione sempre più lontana e sempre
più difficile trovare la necessaria mediazione tra sacrosanti
diritti dei residenti al decoro delle vie in cui abitano e le
esigenze dei giovani a disporre di luoghi di incontro e svago.
Siamo convinti che la
riqualificazione autentica del centro passa per politiche di segno
opposto alla gentrificazione e alla trasformazione dell'area
in enclave turistica: occorre ricreare un tessuto sociale
autentico, attirando in centro ( per esempio con facilitazioni
all'acquisto della casa in sinergia con gli istituti bancari)
giovani coppie.
Naturalmente, le problematiche
legate al giovedì notte non spingono certo in questa direzione, anzi
tendono verso la trasformazione del centro in un "divertimentificio"
che ne sancisce la fine come nucleo vitale della città.
Pur nella consapevolezza che la
questione ha implicazioni culturali molto forti, non risolvibili
nell'immediato ( e che hanno a che vedere con le dinamiche della
società di massa e del peso sempre crescente al suo interno
dell'intrattenimento), alcune strade potrebbero essere percorse:
oltre al rispetto effettivo dei regolamenti vigenti in materia di
limiti all'inquinamento acustico, si potrebbero convertire spazi
comunali ( per esempio nell'area del Consorzio) in luoghi di
aggregazione giovanile cogestiti, secondo un patto di reciproca
responsabilità, da ente locale ed associazioni studentesche .
Pazienza se qualche locale smercia meno birre...
Sarà opportuno che la Giunta
attivi quanto prima un tavolo di discussione con residenti, gestori
dei locali, associazioni studentesche per arrivare a un qualche
provvedimento concreto, se non vuole incorrere nella condanna subita
di recente dal Comune di Brescia che si è visto comminare una
salata multa di 50.000 euro in seguito alla denuncia di due
cittadini esaperati per gli schiamazzi notturni nel loro quartiere.
Nella sentenza, riportata dall'Eco di Bergamo, si legge che “ è
innegabile che l'ente proprietario delle strade da cui provengono le
immissioni denunciate debba provvedere ad adottare le misure idonee a
farle cessare”. Non avendo l'ente ottemperato ai propri obblighi,
il tribunale civile di Brescia lo ha condannato per “carenza di
diligenza” nel “fare cessare le immissioni di rumore o a
riportarle entro la soglia di tollerabilità”.
Ad
Urbino basta gia' il debito contratto con la costruzione del Centro
Commerciale di Santa Lucia....