CI ERAVAMO SBAGLIATI
Ad
un anno dalla vittoria del No al referendum costituzionale, per il
quale tanto ci siamo impegnati, dobbiamo riconoscerlo: abbiamo
peccato di ingenuità e impreparazione , vuoi per carenza
nell'analisi degli scenari politici globali, colpa tutto sommato
perdonabile ad una piccola forza come la nostra, vuoi per
inesperienza nell'individuare a colpo sicuro le fake
news
che di questi tempi mietono vittime quotidiane.
Di fronte all'intervento a
favore della riforma costituzionale da parte dell'ambasciatore
statunitense in Italia, un anno fa abbiamo gridato all'ingerenza
americana nella politica interna del nostro Paese e con altrettanta
forza abbiamo denunciato le pressioni della stampa economica
d'oltreoceano e della banca J.P. Morgan che sottolineavano
l'improrogabile necessità per l'Italia di cambiare la propria
Costituzione e prospettavano scenari politico-economici apocalittici
in caso di vittoria del No con l'evidente scopo di impaurire e
ricattare l'elettorato.
Ebbene,
non da quella parte provenivano le indebite intromissioni: da fonte
autorevolissima- l'ex vicepresidente degli USA- apprendiamo sgomenti
che dietro la vittoria del No non ci stavano l'attaccamento degli
Italiani alla Costituzione uscita dalla Resistenza, né una certa
antipatia nei confronti di un premier
sbruffone,
né
il rifiuto della sua politica sul lavoro, la scuola,l'ambiente, ma la
longa
manus
di Vladimir Putin.
Se avessimo conosciuto un po'
meglio la storia del dopoguerra, non dovremmo ora rammaricarci di
tanta credulità : avremmo, infatti, dovuto sapere che , dal 45 ad
oggi, il governo degli Stati Uniti è sempre stato estremamente
rispettoso delle scelte politiche degli Stati sovrani in ogni angolo
del mondo, dall'Europa all'America Latina, dal Medio-Oriente alla
Penisola indocinese. Anche di recente, abbiamo potuto constatare la
sua assoluta neutralità in Ucraina e Siria. Perché mai avrebbe
dovuto interessarsi alla nostra Costituzione e al cambiamento del
quadro istituzionale che le modifiche studiate dal duo Renzi- Boschi
avrebbero introdotto?
Abbiamo sbagliato, siamo umani,
ma non vogliamo diventare, per parafrasare sant'Agostino, diabolici e
dunque faremo molta attenzione nei mesi che ci separano dal voto a
non cadere nella rete tesa dal Grande Vecchio moscovita che, secondo
l'autorevolissima fonte, sta studiando le mosse per condizionare
anche la prossima scadenza elettorale a tutto vantaggio delle oscure
forze populiste del Male pronte ad accogliere i cosacchi in San
Pietro. Dunque, a decretare la probabile sconfitta del partito di
governo non sarà la crescente insofferenza per la sua politica
antipopolare, per la sua incapacità di fare fronte alla
disoccupazione e al disagio sociale, per lo scandalo di banca
Etruria, per l'inettitudine e l'arroganza della classe politica che
ha espresso, ma un complotto su scala mondiale (tanto è vero che è
arrivato persino a insediare una sua creatura alla Casa Bianca...)
che si avvale di quinte colonne nostrane.
Insomma,
se Putin non ci fosse, come avrebbe detto Voltaire, bisognerebbe
inventarlo, per chiamare tutti all'union
sacrée
contro i barbari in difesa della civiltà.
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