Il neoassessore della giunta regionale Aguzzi a Talacchio ha usato parole di buon senso e apprezzabili. Lo ammettiamo sebbene rimanga abissale la distanza con lo schieramento politico cui appartiene. Il Pd regionale e provinciale è stato superato a sinistra dalla giunta di destra. Infatti l'assessore denuncia che “il piano regionale dei rifiuti non è mai stato redatto”, le Ata non hanno mai funzionato e che sul Biodigestore di 105 mila tonnellate di MarcheMultiServizi non bisogna lasciar mano libera ai privati. Se le dichiarazioni fossero veritiere bisognerebbe chiedere cosa abbia fatto la Giunta Pd di Ceriscioli in tutti questi anni. In questo vuoto politico e istituzionale si sarebbe inserita MarcheMultiServizi che è partecipata per il 50% circa da Hera, azienda quotata in borsa con la presenza di capitali privati ai cui azionisti ovviamente distribuisce dividendi significativi. Hera si occupa di rifiuti, produzione e distribuzione di energia. Ora MMS gestisce la raccolta dei rifiuti, e con il Biodigestore dovrebbe produrre energia. In mancanza di un controllo pubblico, di una politica di programmazione da parte delle istituzioni sui rifiuti, sulla loro riduzione e qualità differenziata cui sono interessati tutti i residenti che pagano le tariffe, se “si lascia tutto all'iniziativa privata”, chi trasforma i rifiuti organici in metano potrebbe non essere tanto incentivato a promuoverne la riduzione, per alimentare un impianto sovradimensionato che deve sempre funzionare. Inoltre se tutta la provincia produce circa 60 mila tonnellate di rifiuti di organico perchè costruire un mega impianto per smaltirne un volume tanto superiore? Visto che non si prevedono incrementi sensibili di popolazione (anzi la popolazione è in costante calo negli ultimi 10 anni), è evidente che si vuol concentrare nello stabilimento rifiuti non solo della provincia, ma anche da fuori provincia e regione. Fa fa bene l'assessore ad esigere il controllo pubblico e che non sia lasciata mano libera ai privati. La dichiarazione avrà creato sconcerto nella Giunta urbinate, - con cui l'assessore ha particolari contiguità -, che voleva costruire questo grande impianto nella piccola frazione di Canavaccio, trovando la decisa opposizione dei residenti.
Il Biodigestore, una cogente necessità nelle zone ad alta densità abitativa per smaltire l'organico, in attesa che i progressi tecnici trovino di meglio, va costruito sulla costa, in base ad un piano Ata dei rifiuti, secondo i dettami delle pubbliche istituzioni, di dimensioni ridotte alla produzione dell'umido delle popolazioni interessate. Anche se il piano Ata fosse non vincolante per il Biodigestore, si ritiene che una buona politica richieda che si sappia in quale contesto programmatico si debbano stabilire, se non altro, il luogo, le dimensioni, i volumi dei rifiuti e dove vengono reperiti per tale stabilimento. Una delle ragioni dei sostenitori del biodigestore proposto da MMS, - e cioè per evitare l'inquinamento dei camion che portano attualmente i rifiuti fuori dalla provincia -, verrebbe meno in quanto così si richiamano i camion da altre province per saturare la capacità produttiva, con conseguente importazione di quel inquinamento che si vuole eliminare. Un impianto sovradimensionato attirerà sempre più rifiuti di quanto se ne producono, e da strumento di smaltimento di rifiuti diventerà un procacciatore di rifiuti con l'aumento di camion e di polveri sottili.
Sinistra per Urbino propone che il Biodigestore ridotto rispetto a quello proposto, veda la luce, dopo la pubblicazione del piano regionale e provinciale dei rifiuti, là dove viene prodotta la maggior quantità di rifiuti, zona Pesaro. Nell'entroterra, nei piccoli centri e agglomerati, si studi invece l'opportunità di applicare la legge regionale del 18 febbraio 2020, n. 4, in materia di gestione dei rifiuti con compostiere di prossimità, per ridurre la produzione dell'umido da conferire al biodigestore e così anche l'inquinamento dei camion e l'intasamento delle strade. Quindi non il mega biodigestore di MMS a cui si sono opposte le comunità preoccupate di Fano, Canavaccio di Urbino, Borgo S.Maria di Pesaro e ora Tavullia, ma un ridotto impianto per soddisfare le esigenze locali. Il principio che deve valere è quello che ciascun territorio provinciale smaltisca i propri rifiuti, e ne respinga l'importazione. Condividiamo le critiche di tutte le associazioni ambientaliste della provincia e di Art.Uno. Gli ambientalisti, e Sinistra per Urbino con loro, si battono per la riduzione dei rifiuti e per quanto riguarda la produzione di energia, per le rinnovabili, a cominciare dal solare, dall'eolico e dalle innumerevoli tecniche similari che in questi anni hanno incrementato l'energia pulita.
Sinistra per Urbino: "Biodigestore? Prima il Piano Rifiuti" (vivereurbino.it)
Manifestazione dei cittadini di Talacchio
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