Sinistra per Urbino, appresa la scomparsa di Giovina Jannello Volponi, ne ricorda la curiosità intellettuale, la grande cultura e il forte legame con Urbino, dove ha trascorso la sua vita dopo la morte del marito Paolo, e porge alla figlia Caterina le più sentite condoglianze.
In suo ricordo pubblichiamo una parte di una sua recente intervista concessa alla giornalista Sandra Amurri, pubblicata il 12 febbraio 2014 su "Il Fatto Quotidiano".
“RENZI GETTA VIA I DIRITTI COME MELE MARCE”
Il premier cita
Adriano, ma va a braccetto con l’opposto, Marchionne. Lui lascia chiudere le
fabbriche e nella sua squadra c’è incompetenza.
“Ripristiniamo la
regola di un grande italiano, Adriano Olivetti, un esempio per l’Italia di
oggi, al quale sono affezionato: il manager non può guadagnare più di dieci
volte il salario di chi, in quell’azienda, prende meno di tutti”. Scatta
l’applauso. Citazione renziana per vincere facile onde poi elogiare e andare a
braccetto con Sergio Marchionne, l’anti Olivetti per antonomasia. La signora
Giovina Jannello in Volponi, donna colta, delicata e discreta, una vita tra
Adriano Olivetti – di cui è stata assistente personale – e Paolo Volponi – di
cui è stata moglie e da cui ha avuto due figli – si dice indignata.
“Questa, poi, mi
era sfuggita. Ma come si fa a mettere a confronto due persone di questo genere,
non lo trovo giusto, è un’assurdità! (ride tra il serio e il faceto, ndr) Renzi
mi sembra un fiorentino di quelli supponenti. Io mi baso sulla prima
impressione visiva, sulla fisiognomica, quel suo musetto da uccellino che becca
di qua e di là non mi convince affatto e il suo comportamento è coerente con
questa sua apparenza. Mi sembra che abbia il senso del comico, ma non del
ridicolo. Posso sbagliarmi, posso peccare io di supponenza, ma lo trovo
insopportabile. Mi indigna profondamente. Dovrebbero spiegargli chi era Adriano
Olivetti, la sua idea di profitto intelligente non come fine ma come mezzo per
arricchire la collettività. L’incontro tra cultura e impresa, indispensabile
per sostenere il progresso industriale e per trasformare la fabbrica in luogo
di elevazione materiale, culturale e sociale di quanti vi lavorano, che sente
sulle spalle la responsabilità di mettere a disposizione del territorio lavoro,
servizi, cultura, Adriano si dedicava agli asili, alle colonie, alle case, alla
mensa, all’assistenza medica. Se non sbaglio Renzi le fabbriche lascia che
vengano chiuse gettando in strada migliaia di famiglie, snobba i sindacati,
getta via i diritti come fossero mele marce, va a braccetto con Marchionne che
io trovo repellente. Adriano era un unicum molto particolare. Di lui ho un
ricordo intenso e nitido, della sua applicazione del capitalismo umano. I suoi
collaboratori, dirigenti o operai, erano parte dello stesso progetto. Renzi
dice di ispirarsi a Olivetti, non mi sembra che lui si sia scelto collaboratori
forti, equipaggiati, ma piuttosto che si astengano dalla critica per evitare
complicazioni e mantenere la poltrona. Penso che questa sia una crisi aggravata
dall’assenza di competenze e merito”.
Però ha svecchiato
la politica e ha portato molte donne al governo.
“Magari fosse un
problema di età. Andrebbe benissimo se ci fosse un allevamento di giovani fatto
con serietà e giudizio. C’è una incompetenza, una sottocultura dominante, è
evidente a chiunque, basta ascoltare certi discorsi. Pensi solo a chi siede in
Parlamento, sembra incredibile, persone che mai avresti immaginato potessero
rappresentarti, incolte, volgari e pure disoneste. Come è stato possibile che
un Paese di antica civiltà e cultura sia caduto così in basso, che sia prevalsa
la furbizia sull’intelligenza? Donne, ma che donne! Non giudico se sono belle o
brutte ma ti domandi che ci stanno a fare. Il guaio è che vengono mischiate ad
altre superficialità e vanità. Ricoprono ruoli vitali per la vita democratica
senza averne i titoli. Le ascolti e capisci che sono esperte di generiche
banalità”.
Nessun commento:
Posta un commento