Contraddizioni e inefficienze gestionali
nel provvedimento di chiusura
dell’Oasi della Badia
Sinistra per Urbino ha seguito il
dibattito sull’eventuale chiusura del Oasi della Badia con attesa di
giustificazioni tecniche e scientifiche adeguate all’importanza che l’argomento
riveste, non solo come determinazioni dell’amministrazione pubblica sulla
gestione presente del territorio di caccia ma sul rapporto esistente tra uomo e ambiente
naturale .
Sensibilità e attenzione all’ambiente caratterizzano l’approccio dei
popoli evoluti ad una coscienza capace di riconoscere i problemi globali e
declinarli in politiche locali. Invece da noi sembrano non interrompere il pensiero corto e sbrigativo,che
divide gli animali in prede e predatori, ignorando le necessità di un
ecosistema delicato e singolare come quello dell’Oasi della Badia.
Si dovrebbe dunque interrompere una
scelta di tutela che ha caratterizzato la gestione di quell’area per alcuni
decenni,causando a detta dell’ATC la proliferazione incontrollata dei
cinghiali,sperando così di arginare il fenomeno a schioppettate.
Diciamolo subito,il problema dei
cinghiali ha proporzioni ben più vaste di quelle dell’Oasi e non si risolverà
con un approccio improntato esclusivamente
alla caccia .La caccia al cinghiale nell’oasi aprirà la caccia illegale
alle specie protette,non ci sono ne uomini ne soldi per fare i controlli
necessari. Controlli che andrebbero estesi a tutto il territorio
dell’entroterra per individuare i molti comportamenti furbeschi da parte di
alcuni cacciatori disonesti,come il foraggiamento dei cinghiali e la diffusione
di femmine gravide.
Oppure su vuole destinare un
territorio cosiddetto vergine alle smanie venatorie per soddisfarne la sete?La tutela
di specie migratorie rare ,la rara
biodiversità degli ambienti ricchi di
acque dell’Oasi della Badia non sono argomento secondario e risibile ,sono
l’essenza di un ritrovato rapporto tra cittadini del Mondo e Ambiente naturale.
Oggi più che mai di fronte agli enormi problemi del riscaldamento globale e dei
cambiamenti climatici siamo chiamati a ponderare attentamente i nostri passi e
allargare il pensiero alle conseguenze generali che anche scelte apparentemente
di esclusivo interesse locale hanno sia in termini di protezione dell’ambiente
che nei risvolti educativi connessi.
Di fronte alla questione
dell’apertura della caccia all’Oasi della Badia
sollevata dall’Atc, abbiamo
assistito al silenzio imbarazzante della
Giunta Comunale, del Pd, del sindaco Gambini, di Rosati e Londei, che in
campagna elettorale si erano spesi in fiumi di parole a difesa dell’ambiente. E
preoccupa soprattutto il silenzio del governatore regionale Ceriscioli. Non
vorremmo che per i ricorrenti motivi elettorali, il governo regionale, dopo
aver dimostrato incapacità e incompetenza nel saper gestire il problema della
caccia e la tutela degli agricoltori, - purtroppo l’incapacità non si limita
solo a questo - pensasse alla solita
regalia a favore della lobby e di quelle associazioni venatorie meno permeabili
alle esigenze ambientali, a scapito della salvaguardia del territorio e della
sua biodiversità. Ancora una volta il governo regionale si piegherebbe agli
interessi di pochi a scapito di tutta la collettività.
Urbino,11 luglio 19
Nessun commento:
Posta un commento