venerdì 10 giugno 2022

BOICOTTARE I REFERENDUM (SOSTENUTI DA LEGA, RADICALI, BERLUSCONIANI E RENZIANI) CHE PREMONO VERSO L'IMPUNITÀ DEL MALAFFARE E LA TUTELA DEI RAPPORTI LOSCHI FRA POLITICA ED ECONOMIA

 Sinistra per Urbino, perché NON andare a votare ai quesiti referendari del 12 giugno

Che la Giustizia in Italia abbia tante lacune e  immensi difetti è come scoprire l’acqua calda. Le leggi e la loro

applicazione hanno un’evidente impronta di classe come suggerisce la composizione sociale dei detenuti nelle carceri in gran parte appartenenti al mondo dell’emigrazione e dell’emarginazione sociale. Una sorta di cartina di tornasole delle diseguaglianze. I referendum, proposti da cinque Consigli regionali di centro-destra, non si propongono, come si vuol far credere, di correggere le storture del nostro sistema giudiziario, ma solo di tutelare  il ceto politico e i cosiddetti “colletti bianchi” dal controllo di legalità. Una prassi sempre esistita fino a diventare clamorosa  con il berlusconismo che  ha provocato decine di leggi ad personam per consentire al cavaliere di Arcore di sottrarsi ai processi ed evitare condanne con scandalose prescrizioni. E non è un caso che oggi siano ancora quelle stesse forze politiche, a cui si  è aggregato il plurinquisito Renzi, a sostenere i quesiti referendari. I referendum proposti mirano dunque ad aggravare gli aspetti più deteriori  del nostro sistema giudiziario a scapito della  moralità pubblica e delle regole di convivenza civile.Il quesito per abolire la Legge Severino vorrebbe, ad esempio, abolire la norma che prescrive l'incandidabilità al Parlamento e a cariche pubbliche per coloro che siano incorsi in condanne giudiziarie. É una misura di tutela e di deterrenza per le istituzioni in un paese dove la corruzione, gli scandali finanziari, la grande evasione fiscale,  la malavita organizzata e le mafie svolgono un’attività criminale che condiziona gli indirizzi delle politiche nazionali e locali. 

Il quesito sulla separazione delle funzioni tra magistratura  inquirente e magistratura giudicante vale a dire tra Pm e giudici, premessa alla separazione delle carriere,  è un vecchio cavallo di battaglia della destra berlusconiana che porta di fatto  ad allontanare il Pm dalla  giurisdizione per schiacciarlo sulle esigenze di polizia e del   governo con un grave vulnus della separazione dei poteri prevista dalla  Costituzione.  Il terzo quesito riguarda l'abolizione delle misure cautelari, che mirano ad impedire la reiterazione del reato. La vittoria di questo quesito comporterebbe quindi un grave rischio per la collettività, permettendo la reiterazione del reato e l'inquinamento delle prove. 

Gli altri due referendum sono inutili e risibili. Uno mira ad abolire la raccolta di firme tra 25 e 50 per candidarsi al Csm. Lo scopo sarebbe quello di eliminare le correnti, additate dopo il caso Palamara, come la causa del marcio in magistratura. In realtà nessuno garantisce che abolire il limite delle firme impedisca la formazione delle correnti. Il male della magistratura non risiede nelle correnti, bensì nel sistema di corruzione e di clientelismo diffuso in tutte le istituzioni italiane, che ha inquinato anche la magistratura. Quindi bisogna intervenire e rafforzare gli organi e gli strumenti di vigilanza che presiedono al corretto funzionamento delle istituzioni, e della magistratura perchè siano preservate da corruzione, clientelismi e giochi di potere. Solo una continua e coerente lotta alla corruzione e al clientelismo può garantire una corretta funzionalità della magistratura. L'ultimo quesito riguarda l’abolizione della norma che prevede la non partecipazione degli avvocati e dei professori universitari nei Consigli giudiziari in merito alle decisioni che riguardano lo status dei magistrati ordinari. In questo caso si vorrebbe colpire il corporativismo dei magistrati, ma in realtà si rischia di introdurre un ulteriore sistema di clientelismo e favoritismo per la presenza dell'avvocato di un dibattimento nella commissione valutativa che potrebbe condizionare il giudice nella  sentenza in vista di una propria promozione retributiva.

Per tutti questi motivi Sinistra per Urbino, per lanciare un chiaro segnale contro le mafie, la corruzione, l'illegalità delle classi privilegiate, invita gli elettori ad esercitare il diritto di NON andare a votare per non raggiungere il quorum e invalidare i quesiti referendari, oppure, per chi volesse recarsi al seggio, a votare NO a tutti e cinque i quesiti.




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