Sinistra per Urbino che si è sempre battuta per il ripristino della Fano-Urbino utilizzando l'attuale tracciato, è certamente felice che la stazione di Urbino riceva l'ambizioso premio Eurofer in quanto considerata ad "alta valenza storica, turistica, ambientale e archeologica". Tuttavia la manifestazione non può ridursi ad una parodia, oppure che i meriti si riducano alla valenza storica e archeologica, cioè un qualcosa più simile ad reperto del passato che ad un servizio efficiente ed attuale di mobilità per il presente.
Infatti, dopo decenni di battaglie per il suo ripristino seguiti alla chiusura nel gennaio del 1987, non si è più visto né un treno né un impegno serio da parte delle autorità.
Quando le Istituzioni locali e nazionali, Comune, Regione, Governo, erano in mano al Pd, era gioco facile da parte della Destra, allora all'opposizione, attribuire la mancata realizzazione del collegamento ferroviario all'ottusità e alla pervicacia ostilità del partito di governo, che utilizzava anche il disegno della ciclovia all'unico scopo di seppellire definitivamente il progetto del ripristino ferroviario. Ma ora che da anni gli scranni del Comune, della Regione e da più di un anno del governo nazionale, sono occupati dalla Destra, e addirittura uno dei suoi principale esponenti, Salvini, siede al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e si è impegnato a far partire entro il prossimo anno l'opera faraonica, dannosa e dispendiosa del Ponte sullo Stretto, si assiste allo stesso tran tran, ai tanti convegni e premi, senza che si faccia un passo concreto in avanti perché il treno possa tornare a correre tra la costa ed Urbino.
Ora il tempo è scaduto. Non ci sono più scuse. Non servono pretesti da accampare per rinvii sine die. Se si vuol far ripartire il treno bisogna farlo da ora e da subito. Diversamente la Destra che ne ha fatto un'arma della propaganda per le sue campagne elettorali, dovrà risponderne ai cittadini ed essere sbugiardata per utilizzare argomenti falsi al fine di ingannare i cittadini, carpirne la fiducia e il consenso. E questa non è democrazia, ma populismo a buon mercato.
L'amore che nutriamo per Urbino ci rende orgogliosi ogniqualvolta la città riceve un premio. Tuttavia questo premio alla stazione di Urbino ci fa sorridere o meglio piangere alla vista del disastro ambientale che si è procurato alla Comunità e all'intera umanità, visto che Urbino è un sito Unesco. Gli spazi della Stazione del Treno, simbolo di un mezzo di mobilità ecologico, strumento della tanto declamata transizione ambientale, che sa unire passato, presente e futuro, un pezzo di arredamento di una bellissima vallata, da valorizzare e da inserire in ogni illustrazione della città, sono stati fagocitati da una fabbrica di armi, da una fabbrica che produce morte e alimenta quelle guerre che devastano il mondo, alterando con il fossile il clima del pianeta. Dov'è finita la stazione? Sindaco e Giunta come avete permesso un simile disastro? Ma che premio va dato al governo di una città che favorisce la devastazione di un luogo come la stazione ferroviaria che dovrebbe costituire la premessa per ogni rinascita della città?
Abbiamo apprezzato la marcia del nostro Arcivescovo in difesa di Riceci e contro la discarica. E' stato un gesto molto significativo che certamente è servito ad avvicinare i cittadini ad una Chiesa che per troppi anni è stata silente di fronte ai drammi delle nostre Comunità. Sarebbe auspicabile un pari interessamento per il ripristino del nostro caro Treno, per la salvaguardia ambientale della vallata, per un ammonimento che faccia seguito alle parole di Papa Francesco nei confronti dei fabbricanti di armi: "fabbricano la morte, sono mercanti di morte, che fanno questa mercanzia di morte. Che il timore di Dio faccia loro comprendere che un giorno tutto finisce e che dovranno rendere conto a Dio”.
https://www.vivereurbino.it/2023/12/04/sinistra-per-urbino-basta-chiacchiere-ora-si-faccia-ripartire-il-treno/218990/
https://www.nonsoloflaminia.it/index.php/2023/12/04/sinistra-per-urbino-basta-chiacchiere-ora-si-faccia-ripartire-il-
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