Ogni giorno che passa con la Giunta Gambini nelle stanze del Comune è un ulteriore colpo di piccone al futuro di Urbino e alla qualità della vita dei suoi cittadini di oggi e di domani.
Il sindaco ha annunciato la fusione degli istituti “Pascoli” e “Volponi”, presentandola come una grande innovazione e promettendo ciò che non può garantire, e cioè che non verranno tagliati i plessi dei due Istituti Comprensivi.
Le cose stanno molto diversamente e sono molto più semplici. Gambini ubbidisce agli ordini della Destra al governo, che – come ha denunciato la FLC-CGIL – con la Legge di Bilancio ha imposto un piano di “dimensionamento” della rete scolastica al fine di ridurre i costi e trovare i soldi che le mancano per mantenere le cambiali elettorali.
Dando vita a un braccio di ferro con le Regioni (persino quelle “amiche”), il governo ha decretato un massiccio taglio dei finanziamenti che porterà un maggiore affollamento delle classi, una riduzione delle scuole e il taglio del personale scolastico.
“Gli effetti del decreto”, avvisa la CGIL – “incideranno su più livelli, dal numero di scuole presenti sul territorio fino alla qualità di insegnamento che le stesse potranno ancora offrire”, perché avremo una riduzione graduale del numero delle istituzioni scolastiche: se il numero minimo per evitare accorpamenti sarà di 938 studenti, è possibile prevedere il taglio del 9% delle sedi esistenti, con numerose perdite di organico tra il personale ATA e tra i docenti ma soprattutto con effetti devastanti sulla vita scolastica degli alunni e sul loro percorso formativo.
Il sindaco aveva già incassato il parere contrario dei collegi docenti del "Volponi" e del "Pascoli", ma – com' è nel suo stile decisionista, va avanti per la sua strada senza ascoltare nessuno.
I territori di competenza di questi Istituti sono molto vasti e accorparli in un’unica istituzione significherebbe renderne complessa e inefficiente la gestione, alterando un equilibrio delicatissimo. In questo momento, se guardiamo ad esempio alla scuola primaria, vediamo numeri molto equilibrati, capaci di sostenere relazioni educative di qualità e un rapporto didattica/apprendimento che accompagna tutti e ciascuno nel raggiungimento degli obiettivi formativi.
Il “dimensionamento” porterà invece all'accorpamento delle classi, perché i plessi minori verrebbero inevitabilmente soppressi e questo, oltre all' evidente penalizzazione delle piccole frazioni (Canavaccio o Gadana, che perderanno con la scuola primaria il nucleo fondante della vita culturale delle comunità), comporterà la necessità di portare i bambini e le bambine in altre sedi distanti anche chilometri e in classi molto più numerose. Una città che offre già così poco all' infanzia e agli adolescenti poteva evitare di escogitare questo ulteriore sopruso, contrario al volere dei docenti e delle famiglie e contrario a ogni logica pedagogica.
Se c' è una cosa che è stata chiara in questi anni è che il modello privatistico della “scuola- azienda” è fallimentare, perché svilisce la vocazione dell' istituzione scolastica: con i conti costantemente alla mano e l’ossessione di fare quadrare il bilancio senza guardare a nient’altro (mentre dall’altra parte si tagliano le tasse ai ricchi e si consente loro di evadere), si sacrifica l’obiettivo primario della formazione umana e culturale dei cittadini di domani.
Inoltre, questa scelta distrugge le identità pedagogiche di plessi storici che hanno fatto la storia culturale della nostra città e mette a rischio numerosi posti di lavoro.
Un ultima parola sull’argomento demagogico usato dal sindaco: l’accorpamento, a suo dire, servirebbe a superare le differenza tra l’offerta formativa per i bambini del Centro storico, che sarebbero privilegiati, e quella per le frazioni, più trascurate. Qui si tocca il fondo. In sostanza, invece di affrontare queste eventuali differenze rilanciando un progetto pedagogico di ampio respiro e dando finalmente a chi ha di meno le stesse opportunità di chi ha di più, si pensa di risolvere il problema tagliando di netto le risorse e dando a tutti il minimo indispensabile per sopravvivere, secondo le classiche ricette reazionarie della Destra.
Invitiamo il Consiglio comunale a contestare questa decisione inaccettabile e invitiamo il sindaco a rendere conto alla cittadinanza, alle famiglie agli operatori della scuola in un dibattito pubblico.
Sinistra per Urbino 30.11.23
https://www.nonsoloflaminia.it/index.php/2023/12/01/sinistra-per-urbino-no-alla-fusione-degli-istituti-scolastici-pascoli-e-volponi/
https://www.vivereurbino.it/2023/12/02/no-allaccorpamento-degli-istituti-pascoli-e-volponi/217724
Dal Resto del Carlino 1.12.23
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