C'ERANO UNA VOLTA I CORTILI...
Che l'Università trovi spazi adeguati
per i propri laboratori di Restauro è notizia che ci rallegra, un
po' meno se a farne le spese è il progetto di fare del Cortile del
Collegio Raffaello una Piazza nella Piazza, luogo di sosta per i
turisti e di incontro per gli Urbinati, per tutti vetrina delle
eccellenze artigianali e gastronomiche . Se, poi, i locali vengono
ceduti all'Ateneo per un prezzo notevolmente inferiore a quello
versato dagli esercizi commerciali che li hanno occupati fino a poco
tempo fa, le perplessità aumentano. Se a ciò si aggiunge
l'investimento effettuato per gli arredi del Cortile , balza agli
occhi di chiunque che il danno è doppio: erariale e d'immagine.
E' comprensibile che il Legato Albani
abbia preferito una soluzione di compromesso, piuttosto che rischiare
di ritrovarsi senza locatari .
Il punto è proprio questo: come è
possibile che uno spazio così prestigioso, incastonato in un
contesto di grande bellezza e, per di più ,centrale, non sia
riuscito ad imporsi come centro commerciale naturale ? Il suo
fallimento chiama in causa la gestione più complessiva della città
e del suo straordinario centro storico, nonché le politiche del
turismo.
Anni di abbandono di quest'ultimo da
parte delle amministrazioni comunali e la progressiva
desertificazione che ne è seguita presentano adesso il conto,
piuttosto salato se si considera che le botteghe e le gallerie chiuse
del Cortile Raffaello sono solo le ultime in ordine di tempo di un
fenomeno che ha investito diverse attività commerciali ed
artigianali in ogni via del centro.
Ancora più grave appare, in questo
quadro, la scelta di aprire ad Urbino, appena fuori dalle mura, ben
due Centri commerciali che disputano i loro pochi clienti ai negozi
cittadini.
I tentativi, spesso discutibili e
improvvisati, dell'ultima amministrazione di sanare questa situazione
si stanno rivelando inadeguati, privi di una visione d'insieme e
viziati da un attivismo disordinato che moltiplica gli “eventi”
,non di rado insignificanti, fino all'implosione.
Restituire vita al centro storico
richiede un progetto coerente e di lunga durata che si prefigga di
riportare le famiglie ad abitare entro la cerchia muraria, attraverso
sostegni ai mutui ed alle ristrutturazioni, creazione di spazi per i
bambini (ludoteche, giardini con giochi e attrezzature sportive) e
gli adulti ( biblioteca), agevolazioni per i parcheggi sotterranei,
risoluzione dell'annoso problema del “giovedì sera” che le
politiche proibizionistiche della giunta Gambini non hanno
minimamente scalfito.
L'altra questione da affrontare è la
messa a punto di un piano per il turismo stanziale: scommessa che
vede impegnate numerose città, in quanto si tratta di contrastare
l'attuale tendenza, che non riguarda certamente la sola Urbino, a un
turismo frettoloso, con soste brevi e rigidamente programmate, spesso
di impatto negativo sulle realtà coinvolte e che nella nostra città-
splendida, ma piccola- può essere affrontato solo nell'ambito di una
progettualità che interessi tutto il Montefeltro.
Se non si affrontano questi nodi
attraverso interventi strutturali, singole iniziative, anche quando
nascono da un'intuizione felice come è stato per il Cortile del
Collegio Raffaello, rischiano di finire in un vicolo cieco e di
scoraggiare chi volesse tentare di aprire un negozio o una bottega
artigianale, sfidando gli affitti esorbitanti richiesti per i locali
del centro.
Sembra che ad Urbino ci sia spazio solo
per luoghi di ristoro dagli arredi invasivi e dall'offerta
gastronomica standardizzata, perfettamente funzionali a quel turismo
“mordi e fuggi” che attraversa la città a passo di corsa e che
non riesce a trasformarsi in risorsa economica importante.
Ci auguriamo, perlomeno, che il Cortile
continui ad essere disponibile per qualche concerto o qualche
incontro di pubblico interesse: sono così pochi i luoghi deputati a
tale funzione che non possiamo permetterci di perdere anche questo.
Anzi, continuiamo a porre con forza l' esigenza di spazi aggregativi
per l'associazionismo e per i cittadini, in particolare per i
giovani cui si dovrebbe fornire l'opportunità di ritrovarsi per fare
musica, teatro, scrittura creativa, fotografia, artigianato
artistico.....
O vogliamo lasciare ai ragazzi di
Urbino solo la squallida Sala giochi di via Garibaldi?
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