DIVIETO DI CRITICA
I giorni convulsi che la Giunta sta
vivendo- sospesa tra accuse e controaccuse, dichiarazioni a ruota
libera, sgarbi reciproci, allontanamento del vicesindaco e tentativo
di recupero, indecisione di consiglieri decisivi- spingerebbero
chiunque sull'orlo di una crisi di nervi. Non ci preoccupano,
pertanto, certe forzature di tono da parte di qualche protagonista di
questa poco edificante vicenda.
Inaccettabile, invece, il malcostume,
che già abbiamo denunciato, di minacciare di “trascinare in
tribunale” chi osa criticare le scelte di alcuni esponenti
dell'Amministrazione.
E' quanto è accaduto a Ermanno
Torrico, di Sinistra per Urbino, reo di “lesa maestà” nei
confronti dell' assessore alla Rivoluzione (?!) di cui non apprezza
la disinvolta gestione della politica culturale. Si evita, così, di
entrare nel merito delle questioni sollevate, come richiederebbe il
rispetto sia nei riguardi dei cittadini, sia della funzione pubblica
che si ricopre e, contemporaneamente, si spera di intimorire ogni
potenziale oppositore.
In mancanza di argomenti, si crede di
delegittimare l'intervento di Torrico, etichettando con sufficienza
quest'ultimo come “comunista”, ciò che, per il noto animatore
televisivo, deve rappresentare evidentemente una colpa che esime
dall'obbligo di una risposta puntuale alle obiezioni mossegli e che
porta direttamente in tribunale.
Peccato che le perplessità
sull'operato della Giunta- turismo, cultura, rifiuti- siano condivise
da tanti cittadini che tutto sono fuorché comunisti , molti dei
quali avevano sperato che la nuova amministrazione potesse
rappresentare una svolta salutare dopo anni e anni di immobilismo.
Pur non essendoci mai fatti illusioni
in merito, convinti che la giunta Gambini, malgrado le altisonanti
dichiarazioni e un certo sfrenato attivismo fine a se stesso, avrebbe
continuato a muoversi in sostanziale continuità con la precedente,
dispiace constatare che l'attuale crisi, dove hanno giocato un ruolo
primario ambizioni personali e opportunismo politico, non fa che
allargare il solco fra cittadini ed Istituzioni, fra cittadini e
politica, percepita come teatro privilegiato per le smanie di
protagonismo e le velleità di potere. A rimetterci è la democrazia,
e Urbino, naturalmente.
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