Il PD di Matteo
Ricci e i neo-alleati del M5S si appellano al Rettore Stocchi per
portare pezzi di Università sulla costa. Se il centrodestra provinciale è
insorto, il sindaco Gambini ha elevato una protesta molto
tiepida contro un progetto che avrebbe ricadute negative sull’economia
di Urbino, e lo ha fatto solo per non rompere con le forze con cui
amministra e delle quali ha bisogno per ottenere, come si dice,
l’agognata poltrona in Regione o a Roma. Lo stesso Stocchi,
del resto, aveva in passato espresso parere favorevole alla riapertura
di “Pesaro-Studi” e al trasferimento di alcuni centri di ricerca sulla
costa.
Da una parte e
dall’altra, decisioni strategiche per il futuro della città maturano
sulla testa dei cittadini e, soprattutto, senza nessuna analisi dei
contesti, nessuna idea dei bisogni formativi del territorio, nessuna
previsione di sviluppo e nessun progetto complessivo, ma esclusivamente
per piccoli interessi immediati e contingenti.
Siamo una forza
politica responsabile e sappiamo che difendere Urbino non significa
arroccarsi ma proporre soluzioni concrete a salvaguardia degli interessi
di tutti i soggetti.
Va allora detto che
i problemi sono ben altri rispetto a quelli sollevati sinora dal
dibattito. In un contesto di trasformazione del sistema universitario
nazionale che va verso una distinzione netta tra Università
di ricerca che ricevono lauti finanziamenti e Università di sola
didattica e sottofinanziate, spostare semplicemente pezzi di Università a
Pesaro danneggerebbe Urbino senza produrre però vantaggi sostanziali
all’Ateneo, che rimarrebbe una struttura fragile,
di piccole dimensioni e strutturalmente incapace (lo si vede con il
caos delle aule in questi giorni) di difendersi dalla competizione dei
centri più avanzati.
Del tutto diverso è
il ragionamento che bisogna fare, tenendo conto che in una situazione
di debolezza analoga versano anche gli altri Atenei marchigiani, tranne –
forse - Ancona.
Occorre, semmai, smetterla di farsi concorrenza e unire le forze, istituendo
un organismo di concertazione permanente tra
la Presidenza regionale, i Presidenti delle province marchigiane, i
Sindaci dei Comuni sedi di Università, la Conferenza dei Rettori delle
Università delle Marche, le Associazioni di categoria,
i Sindacati, le rappresentanze degli studenti, al fine di programmare
uno sviluppo regionale complessivo dell’offerta formativa delle
Università che sia equilibrato e solidale nell’utilizzo delle risorse
finanziarie. Indispensabile è anche il varo di un apposito
Osservatorio, che valuti l’effettiva utilità dell’istituzione di nuovi
corsi di laurea e di istituti di ricerca attraverso un costante
monitoraggio delle richieste dei soggetti interessati, tenendo conto
anche delle necessità in termini di infrastrutture relative
ai collegamenti e ai servizi e all’eventuale ricaduta in termini di
qualità sul territorio.
Inseguire
i vantaggi del momento e utilizzare l’Università come merce di scambio
politico farà solo danno. E’ il momento invece di cambiare prospettiva
di sviluppo e di rimettere al centro una necessaria
programmazione razionale delle risorse e degli investimenti nel settore
della formazione.
Sinistra per Urbinopubblicato sul "Resto del Carlino"e su "Vivere Urbino" del 16.10.19
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