Dopo aver lanciato l’attacco
all’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione, Gambini continua nella
sua opera di persecuzione di tutte le realtà non allineate con la sua
amministrazione e ha avviato la liquidazione del Cea.
Prendendo a pretesto la richiesta di
una sede per un servizio di volontariato a favore dei malati di Alzheimer, -
iniziativa in sé nobile e da sostenere, ma non a scapito di altre attività
parimenti necessarie -, il sindaco ha avviato un percorso che porterà
all’eliminazione di fatto del Centro di Educazione Ambientale che da oltre
vent’annii svolgeva la sua attività nella Casa delle Vigne. Questo Centro venne
inaugurato nel lontano 1996 al termine di una lunga procedura amministrativa,
con i Fondi Europei e con il contributo fondamentale dell’Amministrazione
Provinciale, seguita dalla tenacia dell’allora assessore provinciale Fernando
Arduini. E’ diventato col tempo un laboratorio dove le scolaresche acquisiscono
le tematiche ambientali e vengono istruiti ai principi e alla pratiche
dell’economia circolare, al rispetto e alla tutela del nostro ambiente
naturale, e rappresenta per giovani e meno giovani un presidio e un
osservatorio per dibattere di ambiente, dai grandi temi alle politiche
amministrative che hanno ripercussioni sull’ambiente, e per proporre iniziative
o pratiche per la sua conservazione.
Tutto ciò grazie all’impegno dei
volontari di Legambiente e alla dedizione di Bruna Bernardini, una dei leader dell’associazione,
che vi dedicò la sua vita e della quale in un momento così triste per il Cea ci
piace ricordarne l’impegno.
Per un sindaco come Gambini, che
conosce solo un modello di sviluppo fatto di consumo di suolo, cemento, discarica
e automobili in centro storico, questa presenza autonoma è intollerabile, come
è intollerabile l’educazione dei giovani a una diversa sensibilità ambientale.
Mentre in tutto il mondo si diffonde
la consapevolezza ecologista anche tramite a Greta Thunberg e ai Fridays for
Future, grazie a Gambini Urbino rischia dunque di non avere più un Centro di Educazione
Ambientale.
Gli spazi del Cea saranno
momentaneamente ridotti al minimo e il numero degli alunni che vi potranno
affluire sarà drasticamente ridotto così come le sue attività; che fine farà la
sua biblioteca, luogo di ricerca per numerosi studenti ? (Ma già sappiamo già
che l’attenzione ai libri e alla cultura non è il punto forte di questo sindaco
e di questa giunta…). E i fondi che la
Regione annualmente stanzia per l’educazione ambientale? Centinaia di libri, di riviste, di materiale audiovisivo
e documentaristico, vengono intanto riposti in scatoloni per finire in qualche
umido ripostiglio, ad ammuffire e diventare preda di topi e scarafaggi. Tante
attività di laboratorio che hanno coinvolto centinaia di cittadini rischiano di
saltare.
Ma se Legambiente, che gestisce il
Cea, tace , rassegnata, ferita e ripiegata
su sé stessa, preoccupata di salvare il poco salvabile e in attesa di un
prossimo trasferimento in “una riserva indiana”, Sinistra per Urbino non si
piega ai diktat e invita le altre forze politiche della città a reagire a
questa nuova prepotenza.
pubblicato da "Vivere Urbino" e "il Resto del Carlino" del 23.10.2919
Nessun commento:
Posta un commento