TRIVELLE E DEMOCRAZIA
Certo, il quorum non è stato raggiunto
, ma è fallita sostanzialmente la vergognosa campagna a favore
dell’astensionismo condotta dal Presidente del Consiglio ( e dal
Presidente Emerito Giorgio Napolitano) : più di 15 milioni di
cittadini hanno, comunque, deciso di esercitare il loro diritto di
partecipare alla vita pubblica attraverso il voto. Sono molti di più
di quelli che hanno votato per il PD nelle recenti elezioni europee,
sempre sbandierate da Renzi come un grande successo che
legittimerebbe il suo governo!
In particolare, possiamo essere
soddisfatti per il livello di partecipazione registrato nella nostra
città: 44,56% di votanti, percentuale decisamente superiore a quella
provinciale (35,02%) e regionale (37,75%). Urbino si attesta, così,
al primo posto fra i Comuni delle Marche, esclusi i piccolissimi
centri. Ci siamo impegnati a fondo in questa battaglia in difesa
dell’ambiente e in nome di un diverso modello di sviluppo fondato
su fonti energetiche alternative, rinnovabili e non inquinanti.
Abbiamo lavorato fianco a fianco con le associazioni ambientaliste e
con i collettivi studenteschi, organizzando volantinaggi, conferenze,
banchetti e abbiamo avuto modo di conoscere ed apprezzare la
sensibilità di tanti giovani nei confronti delle tematiche
ambientali.
Che la partita fosse difficile da
vincere ci era chiaro sin dall’inizio : da un lato i poteri
fortissimi dell’economia e della politica (petrolieri, governo, PD
nazionale, i più importanti mezzi di comunicazione specializzati in
disinformazione, se non aperto sabotaggio), dall’altra l’impegno
e la passione di comitati di base, singoli cittadini, associazioni
ambientaliste, liste civiche e di alcune Giunte comunali e regionali
che, però, spesso hanno mantenuto una posizione defilata.
La battaglia ambientalista si è ,
strada facendo, trasformata in una battaglia per la democrazia,
attaccata e derisa dall’ invito del capo del governo a disertare le
urne, avallando il qualunquismo e l’indifferenza alla cosa pubblica
che già gravano come pesanti macigni sul nostro Paese. Che
spettacolo triste e disonorevole per le istituzioni è stato offerto
da Renzi domenica sera, quando ha brindato al mancato raggiungimento
del quorum! Ha gettato definitivamente la maschera, confermando- per
chi ancora nutrisse qualche dubbio- che arroganza e demagogia sono
gli strumenti principali della sua azione di governo e del suo
rapporto con le istituzioni e i cittadini.
L’arroganza di chi vuole comandare da
solo, senza fastidiosi corpi intermedi e contando su Parlamento e
stampa asserviti; la demagogia di chi, incapace in due anni di
governo di avere abbassato di un decimale la disoccupazione giovanile
(attestata intorno al 50%), rivendica con protervia di avere salvato
migliaia di posti di lavoro! Una cosa solo è certa: ha salvato i
profitti dei petrolieri e ha svilito ulteriormente la già provata
democrazia italiana!
Doppia demagogia: il politico che tuona
contro gli sprechi per accreditare la favola di un governo innovatore
e virtuoso è lo stesso che ha rifiutato di accorpare le elezioni
referendarie con quelle amministrative di giugno, per evitare il
rischio di raggiungere il quorum e la conseguente, prevedibile
vittoria del Sì!
Questo scenario di degrado civile e di
commistione affari-politica , di cui Renzi si è fatto portavoce, ci
spinge a continuare con maggior determinazione nella direzione
intrapresa con la campagna referendaria: lo Sbloccaitalia, ovvero
l’ulteriore cementificazione del paese
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